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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 30/05/2012 @ 19:35:05, in I) Sport e Calcio, cliccato 892 volte)
IL FOOTBALL-SHOW
 
Uno dei miei primi articoli di questo blog nell’ottobre 2006 si intitolava “Prime considerazioni sul gioco dei calci…pardon, del calcio” edesprimeva il mio disprezzo per questo gioco che già da allora consideravo non più uno sport. Se volete dargli un’occhiata basta cliccare sulla Sezione “Sport e calcio” e andate indietro fino al primo articolo in fondo a pagina 3..
Da qualche anno, alle considerazioni di cui sopra, è doveroso aggiungere un’altra caratteristica che lo rende ancora più lontano da uno sport, quello delle scommesse e delle partite truccate, cioè di malavitosi che estendono la loro delinquenza a livello internazionale, addirittura con rapporti con la camorra, mafia, ‘ndrangheta, ecc.
Il calcio è diventato in Italia solo uno show penoso, come tanti ne vediamo (con pochissime eccezioni) in televisione dove personaggi imbecilli “l’un contro l’altro armati” si danno sulla voce coadiuvati da conduttori altrettanto imbecilli che li lasciano fare solo rumore. Questi talk-show sembrano una metafora dei calciatori che si danno reciprocamente calci (e pugni, gomitate, sgambetti pericolosi per l’incolumità delle loro gambe, ecc.) per pestare l’avversario. E non parliamo delle tifoserie.
Bene, benissimo, ha fatto il Presidente Mario Monti nel pronunciare la frase “bisognerebbe chiudere il calcio per 2 o 3 anni”. Cosa lodevole ma realisticamente difficilmente attuabile.
Io aggiungo e ripeto: il calcio italiano non è più uno sport. Avrei voglia di fare una campagna raccogliendo firme per obbligare i direttori dei giornali quotidiani e delle trasmissioni sportive in TV e radio a separare le notizie sportive da quelle del “football show” (professionale) che è seguito ancora da troppe persone (tralasciamo le congreghe dei tifosi sulle curve che sono pagate dalla squadre per iniziative anche delinquenziali) in buona fede, ma che per fortuna – statistiche alla mano - stanno diminuendo sia negli stadi che come telespettatori.
Opterei per far rientrare nelle notizie sportive il calcio delle squadre dei dilettanti, beninteso dopo accurati controlli che i loro comportamenti siano improntati alla massima etica sportiva.
So che molti mi manderanno a quel paese, per dirla con un eufemismo, ma se c’è qualcuno che ha voglia di fare commenti, mi scriva e li pubblicherò con piacere, ovviamente indicando l’autore (se lo vuole, altrimenti indicherei “lettera firmata”).
 
Con questo articolo fermo la Sezione “Sport e calcio” e ne aggiungerò una che si chiamerà solo “Sport” dove non si parlerà più di calcio, almeno fin quando questo spettacolo e tutto ciò che di sporco c’è dietro non tornerà ad essere quello di molti anni fa e del gioco che si vede in altri paesi (pochi) dove ancora esiste l’etica sportiva in questa attività
 
Di Gennaro Aprea (del 20/05/2014 @ 16:27:35, in I) Sport e Calcio, cliccato 741 volte)
IDENTITY & ACCESS CONTROL TECHNOLOGY
 
Cosa centra questa tecnologia con il calcio? Cercherò di spegarlo.
 
Pochi giorni fa sono stato invitato ad un evento molto interessante alla Sala Buzzati presso il Corriere della Sera ed ho imparato cose che non conoscevo.
 
E’ stata presentata una impresa italiana specializzata nello sviluppo di sistemi operativi per microcontrollori e “contact-less” per smart card (tessere e biglietti) e passaporti elettronici.
Erano presenti l’AD e il Direttore Tecnico della società che si chiama GEP SpA. In più, oltre al moderatore del CdS, erano presenti il Direttore del FIGC e un alto dirigente della Zucchetti Softwarehouse, nota per le sue applicazioni per la gestione amministrativa del personale, che collabora con la GEP.
 
Lo scopo principale delle tecnologie sono la sicurezza unita al controllo e all’accertamento identitario.
 
Non ho alcun legame diretto o indiretto con la società, né la conoscevo prima di questo evento. Essa ha avuto molto successo anche all’estero. Ne parlo perché è uno dei fiori all’occhiello dell’elettronica italiana avanzata e innovativa, in particolare per la sede ed il personale ad Arzano (NA) dove l’ambiente imprenditoriale non è dei più favorevoli. E da buon campano, ne sono fiero.
Per chiarire di quale tipo di azienda si tratta, elenco qualche “referenza”: le t:essere di accesso del personale agli uffici delle Nazioni Unite a New York; tutti i passaporti elettronici italiani, brasiliani, indonesiani, dell’Azerbaijan. I biglietti e la “tessera del tifoso” abbonato alle partite di molte squadre di serie A.
L’ultimo fiore all’occhiello, i biglietti di ingresso in tutti i 12 stadi del prossimo campionato mondiale di calcio in Brasile.
Si è discusso molto di sicurezza, specialmente per evitare che malintenzionati o terroristi possano ricevere biglietti di ingresso da incensurati per portarsi armi, bombe-carta e bombe semplici, e fare attentati.
Si è parlato molto di questo gioco che, come sapete, non considero più uno sport per una serie di ragioni personali che potete leggere dando un’occhiata alla Sezione “Sport e calcio”.
 
Così che, alla fine della presentazione e alla richiesta di domande da parte del pubblico, ho chiesto se questa tecnologia sia usata anche per la sicurezza in altri spettacoli sportivi, per esempio i campionati internazionali di tennis in corso a Roma, o in altre partite internazionali e di campionato di rugby, pallacanestro, palla a volo, ecc. La risposta è stata negativa.
In conclusione, solo nelle partite di calcio si sente il bisogno di questa necessità. Ciò mi conferma che quello che una volta era un vero sport è diventato un solo grande “business” dove oligarchi e miliardari investono per guadagnare e ottimizzare la visibilità internazionale delle loro aziende. Un business che educa alla violenza in campo e i giovani che ne sono plagiati dai media e vogliono diventare campioni, e per i tifosi che creano i capi delle curve sud come “Gennaro ‘a carogna”.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 19/07/2014 @ 12:58:37, in I) Sport e Calcio, cliccato 744 volte)
IL CALCIO E’ MORTO
 
Su L’Espresso del10 luglio ho letto l’articolo di Roberto Saviano intitolato “Con Ciro Esposito è morto il calcio”.
Numerosi lettori sanno che da molti anni a questa parte affermo che il calcio non può più essere considerato uno sport. Le ragioni sono molte e, se la cosa vi interessa, potete andare alla Sezione omonima e leggere i miei precedenti articoli
In questi ultimi giorni i commenti e le critiche sul Campionato mondiale di calcio si sono acquietate: tutti noi siamo stati distratti tristemente da guerre, politica e, anche per il calcio, da commenti sulle nuove contrattazioni di giocatori e allenatori.
Approfitto quindi per parlare a freddo del campionato mondiale brasiliano con alcuni commenti.
Dopo molto tempo che non mi sintonizzavo su questo gioco, avevo deciso di seguire alcune partite cominciando dalla prima, Inghilterra - Italia ed ho continuato per le più importanti, ovviamente i quarti, le semifinali e la finale.
Speravo di rivedere un calcio migliorato, invece vi è stata la conferma della mia delusione. Non mi riferisco solamente alla squadra nazionale, ma anche alle altre.
 
Lo spettacolo… la pubblicità afferma che è il più bello del mondo??
 
1)     guardare i giochetti  delle squadre, chi più (gli italiani) chi meno (i tedeschi), non è affatto divertente: osservare i giocatori di una squadra che si passano indietro la palla nella propria metà campo per lunghi minuti (ho contato più o meno 20 minuti in media sui 90) passando spesso la palla indietro al portiere, mi fa venire il latte alle ginocchia per la noia
2)     l’etica sportiva è definitivamente sparita: i giocatori agiscono nei confronti dei giocatori della squadra avversaria in un continuato tentativo di distruzone; abbiamo visto quanti sono stati portati via dal campo per i colpi ricevuti in tutte le maniere possibili; questi colpi sono peggio di quelli del foot-ball americano, con la differenza che nel nostro calcio non si usano rivestimenti protettivi. I più gentili gesti di attacco sono fermare l’avversario prendendolo per la maglia, oppure per un braccio, oppure abbracciandolo in tutte le posizioni possibili. Un’altra abitudine praticata normalmente è quella di dare sgambetti e fingere di essere sgambettati e buttandosi per terra. E gli arbitri cosa fanno? Poco o niente anche perché i giocatori hanno imparato molto bene la maniera di non farsi vedere. Questo è sport?...ma mi facciano il piacere!
3)     Ho sentito sempre molte persone affermare di praticare uno sport “perché vado allo stadio tutte le domeniche”. All’inizio pensavo che queste persone fossero completamente sceme; poi mi sono ricreduto. Eccome se fanno sport, alzandosi e risiedendosi mille volte durante la partita, anche in squadra con altri tifosi, sbandierando lungamente grandi e pesanti cartelli o bandiere, strillando e minacciando i tifosi della squadra avversaria e cantando a squarcia gola peggio di un cantante d’opera il quale almeno non canta per l’intero spettacolo e ogni tanto ha il tempo di riposarsi cedendo la parola al suo interlocutore o ai cori.
 
L’unico spettacolo positivo che ho notato in tutte le partite è di vedere tifosi delle due squadre in campo mescolati sugli spalti, fare il loro tifo senza attaccar briga, piangere o gioire a seconda della situazione. In Italia, per quanto mi risulta, anche da quanto afferma Saviano, non è possibile: ci sarebbero un numero eccessivo di morti e feriti.
 
Non voglio dilungarmi oltre ma credo che sia assolutamente necessario che il calcio “cambi verso”, come dice un nostro famoso giovane politico, cioè cambi sostanzialmente l’attuale concezione che al momento è solo una scuola di violenza e di disonestà sportiva, oltre naturalmente ad essere da tempo una speculazione finanziaria.
Ci sono molti altri sport veri che sono un ottimo spettacolo sotto tutti i punti di vista, ad esclusone forse della palla a nuoto che anch’essa ha perso l’etica di una volta.
 
Spero di non dover ritornare più su questo argomento.
 
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