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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 01/06/2017 @ 12:17:44, in L) Zero-carbonio, cliccato 670 volte)
E SE GLI USA SI RITIRANO DALL'ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA? (COP21 e COP22)


 
Oggi 1° giugno, alle nostre ore 21, attendiamo la comunicazione ufficiale degli Stati Uniti di rinnegare gli accordi presi a Parigi e confermati a Marrakech. Il nostro carissimo Presidente "Asso di "briscola" o "trombètta" alla milanese, comunicherà la sua personale decisione di uscire dall'accordo, come aveva detto a Papa Francesco e alla fine del G7 a Taormina.
 Molti si chiedono: quali saranno le possibili conseguenze?
 
Tutti ormai sappiamo che l'aumento delle temperature terrestri e delle modifiche del clima in atto dipendono dalle emissioni dei cosiddetti gas serra dei quali il principale è l'anidride carbonica, CO2. Questo gas, insieme ad altri,fra i quali lo stesso metano, sono prodotti dalla combustione di sostanze che contengono Carbonio, le cosiddette fonti di energia fossili, Carbone, Petrolio e Gas naturale. Ecco alcune cifre sulle quali potremo discutere, cioè tutti i paesi del mondo che hanno firmato compreso i più importanti, Cina, gli europei, il Giappone, l'India, il Brasile, ecc.
 
Il totale dei gas serra emessi nel mondo intero nel 2016 sono stati calcolati in 34 Gt di CO2E, cioè 34 miliardi di tonnellate di gas serra equivalenti di anidride carbonica.
 
Non sono ancora disponibili i dati per lo stesso anno in tutte le zone del pianeta, ma quelli del 2014 sono comunque sono una base di calcolo significativa visto che la variazione di 2 anni non è importante,  anzi nel 2015 e 2016 l'incremento sembra essersi arrestato nei paesi più emettitori, USA e Cina, nonostante l'aumento del loro PIL.
 
Emissioni di CO2E per zone geografiche 2014 in Giga tons
 
Totale mondo :                            32,7
 
Nord America                                  6,2
EU                                                   3,2
Russia                                             1,7
Zona del Caspio                              0,5
Medio e vicino Oriente                     2,7
Africa                                               1,1
India                                                 2,0
Altra Asia                                         2,9
Cina                                                 8,6
Giappone                                         1,2
America latina                                  1,2
                       
Le emissioni degli Stati Uniti senza il Canada sono circa 5,7 t quindi il 17,5% e, se Trump deciderà di uscire, sono destinate ad aumentare solo durante la sua presidenza perché prevedo - e spero di non sbagliarmi - che non sarà rieletto per un secondo mandato fra meno di 4 anni.  Questa percentuale è comunque importante ma, secondo me, il resto del mondo non si deve spaventare troppo perché i 194 paesi continueranno a diminuire le loro emissioni come stanno facendo Cina, Europa e numerosi altri piccoli paesi, mentre India, Africa  e America latina aumenteranno a breve come conseguenza del loro sviluppo, ma non come hanno fatto i paesi sviluppati in passato. La somma algebrica delle emissioni quindi dovrebbe comunque essere positiva, nel senso di una sostanziale diminuzione.
 
Un'altra considerazione/previsione personale è che, conoscendo gli americani per i quali il business è in cima ai loro pensieri ed è molto più importante che in altri paesi del pianeta, essi continueranno a produrre ed istallare energie alternative alle fossili perché hanno già constatato che i risultati dei loro investimenti in rinnovabili sono buoni e migliori di quelli nelle energie fossili; quindi si faranno beffa delle decisioni di Trump (vedi per esempio le posizioni della California, New York e più di un centinaio di altre città-metropoli).
Comunque la procedura ufficiale di recesso di uno stato dagli accordi di Parigi può durare anche alcuni anni.(tipo Brexit)
 
La cosa importante è che gli impegni di Parigi siano comunque attuati ed anche incrementati da tutti affinché la temperatura globale al 2100 non sia maggiore di 1,5° C, e speriamo ancora inferiore.
Ciascuno di noi può dare una mano, in mille maniere!
PS - aggiungo un'altra notizia importante e significativa. che ho letto oggi 12 giugno.  Lo Stato delle Haway della federazione degli USA, nella persona del suo Governatore David Ige, ha  firmato a fine maggio la richiesta ufficiale di  adesione all'Accordo di Parigi. E' un bello schiaffo al Presidente Trump.
Altri seguiranno?
 
 
Di Gennaro Aprea (del 04/05/2017 @ 12:04:20, in L) Zero-carbonio, cliccato 617 volte)
DISINVESTIMENTO (Divestment)

 
Dal 5 al 13 maggio si svolgeranno in numerosi paesi delle manifestazioni collettive durante le quali migliaia di persone di ciascun paese in numerose città di ogni stato dimostreranno in favore del "Divestment from fossil fuels", cioè un forte invito a tutti, persone fisiche e giuridiche, nonché istituzioni, università, fondazioni, ecc., a interrompere ogni investimento nelle energie fossili (carbone, petrolio e suoi derivati, e metano).
 
In Europa i paesi dove si può manifestare sono Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Svizzera, Danimarca, Svezia, Finlandia. In Italia non si può, nel senso che nessuno si è preso la briga di organizzare una manifestazione di questo tipo.
 
Forse è utile sottolineare che nel resto del mondo le manifestazioni si terranno negli USA e Canada, forti produttori di carbone, petrolio e gas, in molti paesi africani, compreso la Nigeria, sudamericani, Giappone, Australia, India, Corea del Sud.
 
Non me lo sono sentita di organizzare io un evento del genere da povero pensionato quale sono, e per pressanti impegni familiari, ma mi sarebbe molto piaciuto partecipare. Noto però con dispiacere il disinteresse di tutte le associazioni ambientaliste, dal WWF a Legambiente, ecc..
 
 
Di Gennaro Aprea (del 24/12/2016 @ 12:04:20, in L) Zero-carbonio, cliccato 656 volte)
COP 22 - Marrakech
In effetti questo titolo avrebbe dovuto essere scritto così: COP22 - Marr.a. k . . .
La ragione è che tutti noi siamo stati appena sfiorati dalla notizia per un giorno o due di fine novembre 2016; poi è passata nel dimenticatoio.
Eppure la precedente COP 21 del dicembre 2015 a Parigi aveva avuto un certa eco. Molte persone si erano chieste perché se ne parlava tanto, cosa è il COP, perché era importante, e così via: così se n'erano interessati di più (1).
 
Un po' di storia per capire meglio l'importanza del COP 22 di Marrakech.
Il COP 21 è stato essenziale perché per la prima volta c'è stata una svolta positiva nel risultato degli accordi sostanziali per la protezione del clima. Tutto ciò, dopo le numerose riunioni succedutesi dall'importante Protocollo di Kyoto (COP 3) del 1997, durante le quali non si era riusciti a fare alcun passo avanti concreto per 15 anni. 
 
Tutti gli incontri dal 3° al 18° si conclusero infatti senza alcun passo decisivo soprattutto perché le azioni non erano obbligatorie. Nel 2012 con un minor numero di Paesi riunitisi a Doha-Qatar (COP 18) fu stabilito di rinviare ancora le decisioni necessarie e urgenti nonostante l'evidenza delle variazioni del clima. A Doha mancarono non solo le adesioni di USA, Canada e Cina (il maggior emittente di gas serra) che non avevano aderito al Protocollo di Kyoto, ma anche quelle del Giappone, Russia, Belarus, Nuova Zelanda, così come India e Brasile, allora non ancora soggetti alle restrizioni delle emissioni fissate a Kyoto.
 
Quindi solo alla conclusione del COP 21 fu fissato un serio impegno dei partecipanti a contenere le emissioni di gas serra in misura tale da ottenere che l'aumento delle temperature terrestri non superi i 2° C alla fine del secolo XXI, possibilmente anche 1,5°C.
Inoltre al termine del COP 21 vi furono le adesioni "di principio" di 196 Stati, compresi quelli appena menzionati, cioè i più importanti dal punto di vista delle loro emissioni. Si stabilì che l'adesione ufficiale sarebbe avvenuta dopo 12 mesi dall'aprile 2016, cioè entro il 17 aprile 2017 (numerosi paesi devono far approvare gli accordi dai loro parlamenti per poter dare l'adesione ufficiale). Ad oggi le adesioni ufficiali hanno già superarto il numero di 55 che già comprendono gli Stati più inquinanti, cioè Cina, USA, Canada, India, Brasile, tutti quelli dell'Unione Europea, Nuova Zelanda, Australia ed altri (circa il 95% delle emissioni totali del pianeta).
 
Infine veniamo al punto. Perché il COP 22 di Marrakech è importante?
Nel testo della Dichiarazione di tutti i Paesi partecipanti è stata riconfermata la necessità di, non solo di ribadire gli accordi di Parigi, ma di abbreviare i tempi e prendere decisioni più stringenti nei prossimi anni al fine di poter arrivare alla diminuzione delle temperature dell'anno 2100 fino a +1.5°C. Nella dichiarazione sono stati convalidati anche i finanziamenti dei Paesi più emittenti in favore di quelli in via di sviluppo e meno ricchi, di 100 miliardi dollari l'anno per 10 anni, utili per evitare l'uso di energie fossili in favore di rinnovabili (2)
 
Abbiamo visto in televisione alcuni importanti rappresentanti dei Paesi presenti a Marrakech, fra i quali quello degli USA, il Segretario di Stato John Kerry. C'era anche il nostro Ministro dell'Ambiente Galletti che ha firmato ma di cui non si è sentito alcun commento al suo ritorno....era troppo impegnato con il referendum. E con lui il Presidente del Consiglio dei Ministri ancora non dimissionario, e tutti gli altri politici indaffaratissimi.
 
Insomma qui in Italia i problemi climatici non sono molto considerati. Per esempio l'attuale governo ha messo in programma una serie di azioni prioritarie, prima fra tutte una nuova legge elettorale. ma quella della messa in opera dei programmi stabiliti nel COP 22 nemmeno l'ombra. Dovremmo essere noi cittadini ad occuparcene di più chiedendo ai politici di ritenere prioritari anche questi argomenti che hanno un impatto importante a breve termine sulla vita futura dei nostri figli e nipoti.
 
Recentemente è stato discussa l'eventualità che il nuovo Presidente degli USA Trump possa ritirare l'adesione alle decisioni firmate al COP 21 e 22 per le sue note idee che mettono in dubbio i problemi del clima; ed anche per le nomine di alcuni suoi collaboratori non certo ambientalisti e noti negazionisti dei cambiamenti climatici.
 
Tutto può cambiare in questo mondo dove ci troviamo spesso di fronte a rivolgimenti impensabili. Tuttavia le decisioni prese dal Presidente uscente Obama(3) sono coperte da una legge del 1953 tuttora in vigore e che non può essere abrogata con effetto retroattivo. Essa impedisce al nuovo Presidente di annullare le decisioni del Presidente che lo ha preceduto. Sarebbe necessaria una legge approvata dal Congresso con una maggioranza di almeno 60 voti al Senato che i Repubblicani non hanno tenendo anche presente che alcuni di essi credono fermamente nei problemi climatici.
 
 
  
 
 (1) - Conference of the Parties: Conferenza delle parti, cioè gli Stati del Pianeta che si (pre)occupano dei cambiamenti climatici. Il COP 1 si svolse a Rio de Janeiro nel 1992 e fu firmata da 154 Paesi, la c.d. "Convenzione Quadro dei Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC. Da allora si sono succeduti negli anni in vari Stati. E' famosa la COP 3 che fu chiamata Protocollo di Kyoto
(2)- per saperne di più, su Google c'è il testo completo della Dichiarazione; è solo una pagina
(3) es. oltre alle firme di adesione al COP 21 e 22,. il divieto di trivellazione petrolio e gas nel Mare Artico e i due oleodotti che avrebbero dovuto attraversare numerosi stati americani da Nord a Sud
 
 
 
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