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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 30/08/2009 @ 20:41:31, in M) Satira e Umorismo, cliccato 915 volte)
 
IL FASCINO EROTICO DEI CAPELLI
 
Io non conosco il Corano e tanto meno le varie interpretazioni e differenze di interpretazione, non solo quelle fra Sunniti e Sciiti, ma anche quelle dei vari Imam, molti dei quali interpretano differentemente le varie Sciure in ciascuna moschea dove operano. Perciò le cose che dirò non hanno niente a che fare con una mia interpretazione “oscena” delle regole della religione musulmana, che rispetto come tutte le altre religioni nonostante io sia ateo convinto.
La ragione del titolo è che non ho mai capito e ancora non capisco una cosa: come mai i capelli delle donne musulmane possono costituire una delle cose che emanano molto fascino per gli uomini, e che sono al primo posto rispetto ad altri tratti che sembra abbiano delle preferenze nettamente inferiori.
Sin da quando ero giovanissimo, anzi appena adolescente, ho sempre avuto un grande  trasporto verso il gentil sesso (e lo ho raccontato diffusamente nel libro di memorie che i lettori del sito possono leggere quando vogliono). Però le diverse parti del corpo di una donna che mi attiravano, e con me anche i miei compagni di giovinezza, non erano certamente i capelli ma, per esempio, il viso in generale, la sinuosità del corpo e dei suoi accessori più in evidenza, la bocca, le gambe dal ginocchio in giù (era molto prima del 1968 e la parte superiore era praticamente ancora invisibile come invece non è adesso, anzi…). Poi, alla fine, si poteva essere attratti anche dai capelli, ma in questo caso dovevano essere bellissimi, lunghi ondulati brillanti, cosa che raramente si incontra nella generalità.
Ho saputo invece che i musulmani maschi invece sono attratti principalmente dai capelli, anche se non sono un gran che, quindi obbligano le loro mogli e figlie quando raggiungono la pubertà, a coprirsi il capo affinché non li mostrino agli altri uomini. Anche la religione cattolica obbliga le donne che entrano in chiesa – ma non so se ancora in auge – a coprirsi il capo; anche in questo caso non so perché ma credo in segno di rispetto. E allora perché invece gli uomini se hanno il cappello se lo devono togliere in chiesa?
Ma torniamo al velo che ha creato molte discussioni soprattutto in Francia dove le autorità governative hanno proibito alle studentesse e alle impiegate statali di lavorare con il capo coperto.
E le altre parti del corpo invece no. Non parliamo del “mondo occidentale” dove ormai c’è rimasta poca differenza, soprattutto d’estate, fra il nudo ed il coperto (non parlo dei bikini ma del vestito ordinario) cosa che può far sempre piacere vedere se tutto è al posto giusto. Ma io ritengo che, se gli uomini musulmani ci tengono tanto a che le loro donne non mostrino le cose belle del loro corpo, allora capisco di più il burka oppure l’abito lungo nero largo con il fazzoletto che copre la bocca ed il naso lasciando fuori solo gli occhi…che alcune volte possono essere più malandrini del resto, se fosse messo in vista. Ambedue i costumi coprono ogni rotondità
Ciò non significa che io parteggi per gli afgani o per i sauditi o altri che ho visto di recente nel viaggio in Libia.
Però alla fine ancora non mi so spiegare la storia dei capelli e compatisco le povere donne musulmane che con il caldo torrido della maggior parte dei luoghi dove risiedono, sono costrette a coprirsi i capelli ed altro sudando fino all’inverosimile mentre i loro uomini se ne vanno in giro con abiti leggeri e scollati.
E se vivono in Europa hanno il vantaggio di vedere le donne occidentali …che non sudano!
Bah ! C’è qualcuno che mi può dare dei lumi?
 
Di Gennaro Aprea (del 11/05/2009 @ 10:39:34, in M) Satira e Umorismo, cliccato 645 volte)
ALMENO FINO A 120 ANNI IN PIENA FORMA
 
In questi giorni qualcuno ha detto (e a me, che mi avvio velocemente sulla via della sordità, è arrivato all’orecchio, abbastanza chiaramente, un coro di voci su questo argomento) che il nostro beneamato Presidente del Consiglio dei Ministri è candidato a questo destino, ovviamente non la sordità, ma i 120 anni in piena forma.
La notizia mi ha riempito di gioia, ma subito dopo mi sono un po’ preoccupato, ché la moda di avere in Parlamento e a Palazzo Chigi nella sala del Consiglio persone sempre più giovani (veline comprese), moda che si sta rafforzando irrimediabilmente, ha fatto sì che la mia preoccupazione aumentasse notevolmente.
Cosa farà il Silvio dopo aver scalato tutti i gradini della sua carriera politica, cioè, dopo l’attuale carica, sicuramente quella di Presidente della Repubblica, poi di Imperatore, e forse anche di Dux e di “God”?
Poi, qualche giorno fa, mi sono rasserenato sentendolo iniziare un discorso, se non erro, davanti all’Assemblea della Confagricoltura, dove ha debuttato scusandosi per non aver portato con sé le veline e promettendo di fare ammenda. Sono seguiti scrosci di applausi e di risate (della claque?)…..
E ancora mi sono divertito tantissimo quando ha smentito di aver candidato le veline alle elezioni europee, ma di aver nominato solo 3 avvenenti signore, tutte bi-laureate e “multilingue”, di cui solo una aveva partecipato (per sbaglio?) a una trasmissione televisiva.
Ma di cosa può lamentarsi se, oltre a lui stesso, fra i candidati alle europee vi sono delle magnifiche veline quali Ignazio La Russa, Gabriele Albertini, Salvatore Tatarella, Mario Clemente Mastella (si, proprio il campione di salto dell’UDEUR), nonché numerose altre belle signore e signorine? Le quali saranno a sua disposizione e gli saranno vicine per sollevarlo dalla tristezza, nel momento in cui, appena eletto, si dovrà dimettere da membro del Parlamento Europeo, (così come l’Ignazia) sostituito da queste ed altre veline, per incompatibilità con la carica attuale.
E infine ancora grande spasso quando poche sere fa ha parlato per due ore circa ad un incontro con Bruno Vespa alla presenza/assenza di 3 Direttori di quotidiani, quasi umiliandoli per la loro incapacità di tenergli testa.
In tutte queste occasioni e, se ci ripenso, in molte altre precedenti, ascoltandolo, la mia naturale reazione è stata quella di divertirmi molto, prima sorridendo, poi trasformando il sorriso in riso, poi in grasse e sonore risate, specialmente quando si ripete per sottolineare all’infinito le frasi più assurde e battendo, in questo settore dei paradossi, quelle di Maurizio Milani a CheTempoCheFa’
Ed ecco la soluzione e quindi il motivo del mio rasserenamento per la sua sorte: quando sarà stanco della sua brillante carriera politica, diventerà il miglior comico italiano e credo anche europeo, molto ammirato anche nei vari consessi mondiali (vedi ultimi commenti sui media internazionali)
Voi che ne dite?
 
Di Gennaro Aprea (del 24/04/2009 @ 18:20:41, in M) Satira e Umorismo, cliccato 616 volte)
MAZZATE E GUAIE ARREVANO TUTTE ‘NZIEME (vecchio proverbio napoletano)
 
Non mi piace parlare di me, però quando mi capita l’occasione di auto-prendermi in giro, allora faccio un’eccezione alla regola.
Nella settimana precedente la Pasqua sono stato menzionato tre volte sulla stampa, la prima su un mensile di Rodano edito da una a parrocchia nel quale c’è la recensione di uno spettacolo e si parla di me in quanto “vecchio Conte Roberto” in una commedia degli Scombinati (la compagnia teatrale dilettantistica di Rodano) alla quale ho partecipato; la seconda volta in un settimanale locale “La Gazzetta della Martesana” (giornale che si occupa delle vicende della zona dove scorre questo famosa naviglio lombardo); la terza in un giornale nazionale, ancora nella cronaca lombarda.
I giornalisti di questi due ultimi hanno scoperto questo sito che è stato lodato ma, stranamente, i titoli erano pressoché identici, cioè mi hanno affibbiato il titolo di “nonno blogger” a causa della mia età “avanzata”. Ed avevano anche ripreso la foto che appare nell’intestazione
Infine ho ricevuto, sempre in quella settimana, un catalogo pubblicitario della D-mail (vendite per corrispondenza) riservato agli anziani….
Il risultato è stato che io, senza figli, e tanto meno nipoti, mi sono sentito per la prima volta un vecchietto, cosa che in fondo sono, ma devo ammettere che questo pensiero finora era stato sempre rifiutato nel mio subcosciente.
Bene mi devo rassegnare, sono davvero nella terza età e mi sto avvicinando a grandi passi alla quarta… Gennaro: nun pazzià’ a fa’ o giuvinotto!
 
PS – penso che sia il titolo che l’ultima frase, ambedue in napoletano, non abbiano bisogno di traduzione
 
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