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LA MONNEZZA
Di Gennaro Aprea (del 25/11/2010 @ 19:08:24, in L) Zero-carbonio, cliccato 826 volte)
MONNEZZA E MISTIFICATORI
 
In questi giorni si parla molto, anche troppo perché spesso “a schiovere…”, cioè senza del buon senso, come si dice a Napoli.
Di solito cerco di scrivere qualcosa che “altri non dicono” ma questa volta ciò che è successo alla trasmissione Ballarò di martedì 23 (che non ho seguito perché impegnato in un incontro importante) mi ha spinto irrimediabilmente a dire qualcosa.
Per prima cosa voglio iniziare dalla seconda parola del titolo che ho ascoltato e visto esprimere nei telegiornali, nonché appreso dalla stampa di oggi. Si tratta solo di una risposta che avrei dato all’uscita del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri (“siete dei mistificatori”) nei confronti del conduttore della trasmissione: “Lo vada a dire agli Ispettori della Commissione Europea che hanno affermato che ‘la situazione dei rifiuti solidi urbani (‘a munnezza) a Napoli e dintorni è identica’ e forse peggio ‘di quella di 15 anni fa”. Forse la Commissione Europea comminerà delle ammende all’Italia.
Esaurito questo argomento, passiamo a qualcosa di più concreto, nell’intento di fare un po’ più di chiarezza in questa dolorosa situazione.
Ciò che scrivo è frutto di una mia presa di conoscenza del problema dei rifiuti basata sull’esperienza personale di un appassionato di energia e di protezione dell’ambiente, dei miei studi, pratica e riflessioni da più di 55 anni per l’energia e più di 30 anni per l’ambiente. Fra le esperienze vi è anche quella diretta per aver collaborato attivamente per la realizzazione della raccolta differenziata nel piccolo Comune dove abito, Ròdano, dove la percentuale ha raggiunto il 74% (ho calcolato che la differenziazione della mia famiglia è di circa il 95%).Questo risultato è il frutto di circa 20 anni di duro lavoro delle amministrazioni comunali che si sono succedute, con ottimizzazioni continue delle fasi di raccolta e la difficile trasmissione della cultura della differenziata ai cittadini di Rodano.
Da cosa dipende la situazione campana che sembra irrisolvibile?
La comunicazione dei media è stata ed è pressoché sempre manchevole o incompleta, quindi la gente non ha potuto capire interamente le ragioni. A ciò si aggiunge la disinformazione e le prese di posizione di alcune persone che hanno contribuito a fare ancora più confusione nella mente della gente. A questo proposito, per darvi un solo esempio, ho ascoltato personalmente un’affermazione di un ascoltatore di Bolzano intervenuto nella trasmissione “Prima Pagina” di Radio 3. Questo signore ha fatto del terrorismo ambientale dicendo che i “termovalorizzatori” si dovrebbero solo chiamare “inceneritori” perché bruciano solamente i rifiuti urbani e creano una cenere pericolosa di difficile collocazione; inoltre ha affermato – se ho ben capito – che per bruciare i rifiuti occorre un combustibile simile al bitume. Sicuramente esistono in Italia impianti che sono solo inceneritori, ma alcuni termovalorizzatori sono presenti nel Paese, così come in Svizzera, dove non esistono discariche ma il 100% del residuo “secco” è bruciato, ed è proprio questa parte dei rifiuti che costituisce il giusto combustibile, senza necessità di alcun altro tipo di energia, salvo per l’avvio; quindi è la parte di “secco” dei rifiuti (non riciclabile), che “valorizza” la combustione per produrre calore il quale serve a produrre a sua volta l’elettricità, o a riscaldare l’acqua usata per il riscaldamento degli ambienti di edifici per migliaia di famiglie. Esempio primo è il termovalorizzatore di Brescia ad alta tecnologia che è stato molto visitato da tecnici stranieri…compreso gli svizzeri.
Torniamo alla ricerca delle ragioni. Sono molte, ma quasi sempre alcuni media ne mettono in risalto solo una o due mentre altri media dicono che le cause sono altre; da qui la confusione mentale dell’uomo della strada.
Qui di seguito proverò a farne un elenco esaustivo, ma sicuramente qualcuno che legge potrebbe aiutare a completare questo elenco. Ognuna di queste ragioni possiede un peso che può essere più alto o più basso a seconda di situazioni particolari e locali.
a)     Mancanza della Raccolta Differenziata - Questa è una delle cause più importanti perché la quantità di rifiuti nel tempo è aumentata smisuratamente, soprattutto perché i consumi sono aumentati, e soprattutto sono aumentati gli imballaggi (spesso inutili), e soprattutto perché la maggior parte di noi mette alla rinfusa nella pattumiera alimenti e un’infinità di prodotti e imballaggi che potrebbero essere ancora utilizzati o consumati. Il risultato è stato che in Italia abbiamo continuato a creare discariche (senza la disponibilità di termovalorizzatori), a riempirle fino al punto che non ce ne sono più disponibili e non ne vogliamo – giustamente - di nuove. Se facessimo la raccolta differenziata come previsto dalle norme europee e italiane, avremmo meno rifiuti da smaltire e ciò che resta e verrebbe bruciato senza emettere fumi velenosi come la diossina ed altre sostanze dannose alla salute.
b)     Perché è necessaria la R. D.? – Se si divide il cosiddetto “umido”, cioè i rifiuti della cucina, esclusi gli oli e i grassi usati che devono essere separati a parte, questi possono essere utilizzati insieme ai residui verdi di ogni genere per produrre il “compost” cioè un ottimo concime non chimico inodoro; se raccogliamo la plastica di ogni genere, questa può essere riciclata per produrre altra plastica e molti altri oggetti e sostanze (es. il pile); idem per la carta (in questo riciclo in Italia siamo bravi); idem per i metalli, soprattutto alluminio e leghe di ferro (latta, ecc.); vetro idem, con il grande vantaggio di risparmiare molta energia per il riciclo rispetto alla grande quantità necessaria alla produzione dell’alluminio dal minerale bauxite e del vetro dalla silice.
c)     Le piattaforme per il riciclo – Per poter effettuare la ri-utilizzazione dei rifiuti differenziati, è necessario che vi siano delle cosiddette piattaforme che ricevono dai Comuni della zona i vari tipi di rifiuti differenziati, cioè la sola plastica, i soli metalli, il solo vetro, la sola carta, ecc.; le piattaforme poi rispediscono alle unità produttive queste “materie seconde” che saranno trasformate in altri oggetti, in altra carta, in altri contenitori di vetro. L’umido invece è inviato direttamente a dei produttori di compost che ricevono anche i residui di lavorazioni di giardini, di siepi, di potature di alberi che vengono triturate; ve ne sono molti in Italia, principalmente al nord e il processo di compostazione non dà odori molesti anche perché è realizzato in impianti chiusi con filtri per l’aria.
d)     Il problema dei fumi degli inceneritori/termovalorizzatori – Se questi impianti ricevono solo il “secco”, i fumi della combustione non contengono sostanze velenose (es. diossina, ecc.) e limitate quantità di sostanze non velenose ma inquinanti quindi dannose per la salute (es. polveri, particolati, ossidi, ecc.) che sono in genere eliminati con i filtri, come negli scappamenti dei veicoli.                               Se invece i rifiuti che arrivano agli inceneritori sono indifferenziati, come nel caso di Napoli e in altri Comuni, vi sono due principali conseguenze molto negative: la prima è lo scarico di sostanze velenose nei fumi, dovute principalmente alla combustione della plastica mescolata all’umido; la seconda è che la temperatura dei forni aumenta molto al di là di quella progettata per la combustione del secco e i bruciatori vanno in tilt (questa è la principale ragione per cui l’impianto di Acerra funziona al di sotto della sua capacità di progetto). Questa è la ragione per cui le famose eco-balle stoccate in Campania non possono essere incenerite: esse contengono rifiuti indifferenziati ed anche rifiuti pericolosi.
e)     Di chi è la colpa di questa situazione, soprattutto al sud? – Assolutamente di tutti, cioè della camorra, ‘ndrangheta, ecc., dei politici, e non parlo solo di collusioni con la malavita perche mi riferisco anche ai loro affari personali, e quindi dei Comuni, delle Province, delle Regioni, dei Governi, ed infine di tutti noi che ancora non abbiamo capito di produrre meno rifiuti e di far la differenziata, in buon parte ancora per colpa delle amministrazioni comunali responsabili della raccolta (direttamente o tramite terzi) i quali non hanno avviato i propri cittadini a questa cultura, come avrebbero dovuto fare secondo le norme esistenti da numerosi anni; e ancora: non sono state create le piattaforme, per colpa di chi? Comuni, Province, Regioni? Dipende. Nel comune dove vivo – ho già avuto occasione di scriverlo nel sito – la vendita dei rifiuti differenziati per il riciclo produttivo, una volta raggiunta la percentuale di 45%, ha fatto entrare nelle casse del Comune tanti Euro che la tassa che paghiamo è stata diminuita di circa il 40%; e questo ha fatto parte della “cultura” della gente che è stata invogliata a differenziare. Vi sono dei Comuni campani dove questo sistema funziona bene ma alcuni di essi sono stati boicottati da politici di livello superiore per varie ragioni e scuse, costringendo i Sindaci a dimettersi.
f)       Cosa fare? – Non è facile dirlo dopo l’esame chiarificatore che ho cercato di fare al di sopra di tutti gli interessi e delle polemiche che frenano le soluzioni del problema. È stato un lungo discorso ma, nonostante le tre pagine di cartelle A4, è qualche volta impreciso e incompleto, altrimenti sarebbe diventato un libro: non è il caso in questo contesto. Inoltre non ho parlato di rifiuti speciali, di rifiuti pericolosi, di fanghi di residui di lavorazioni industriali e di depuratori dell’acqua, di amianto, di discariche pericolose di industrie chimiche e di terreno inquinato da versamenti di questi rifiuti su terreni industriali e agricoli, di rifiuti ospedalieri e di medicinali scaduti, di oli usati per i motori, ecc. Forse la mia disamina servirà a qualcosa e a qualcuno – lo spero - soprattutto se si fa’ un po’ di passaparola, nel senso che farà meditare su quanto la soluzione di questi grandi problemi italiani non sia facile né si possa risolvere in breve tempo. Ma certamente occorre la presa di conoscenza completa del problema, dell’onestà di voler fare l’interesse degli italiani e non i propri e degli amici degli amici da parte di chi se ne deve occupare, politici, tecnici che collaborano con i politici, della buona volontà di noi cittadini ad aiutare l’Italia (sud e nord) a non diventare una pattumiera. Qui si tratta della salute degli italiani, dei morti per cancro ed altre malattie, della salute dell’ambiente in cui viviamo !
 
 
Piccolo P.S. – Per facilitare le persone a selezionare la plastica per la differenziata, è necessario emanare al più presto una legge che obblighi i produttori di imballaggi di plastica e di altre sostanze che sembrano plastica ma non lo sono, a stampare in bella vista sugli imballaggi la sostanza dell’imballaggio : è plastica riciclabile oppure non lo è; se non si fa’ questa legge, che non costa niente, c’è il pericolo che si crei un imballaggio differenziato di plastica che non è tutta plastica con le conseguenze che potete immaginare, oppure che i cittadini, nell’incertezza, mettano la plastica nel “secco”. Inoltre sarebbe opportuno che non si rimandi oltre (già esiste la legge) l’obbligatorietà di avere sacchetti usati nella spesa prodotti con sostanze biodegradabili (derivati dai cereali) e di usarli per la selezione dell’umido, come già avviene nei Comuni “ricicloni”.