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ALITALIA
Di Gennaro Aprea (del 23/09/2008 @ 10:39:53, in F) Questa č l'Italia, cliccato 853 volte)
ALITALIA
 
In questi giorni i quotidiani, i telegiornali ecc. sono pieni di pagine e notizie su ciò che sta succedendo. Non sappiamo ancora come andrà a finire.
Non voglio ripetere tutto ciò che ci hanno messo in testa i vari media, cominciando dal fatto che la situazione attuale è “l’ultima riga” di un lungo libro iniziato tanti anni fa e scritto da politici e manager incompetenti i quali non hanno certamente fatto l’interesse degli italiani ma solo i loro propri. Per non parlare dei dipendenti di “alto rango” (ho sentito affermare per certo di una hostess precaria che per 3 tre ore di lavoro giornaliero prende 2.500 Euro al mese nette). Per non parlare della cordata italiana (tutte persone che non sono in grado di gestire una compagnia aerea) che vuole solo fare un business “pro domo sua” lasciando a noi cittadini l’onere di pagare i debiti della “cattiva” Alitalia che sono 1 miliardo e 300 milioni, salvo poi rivendere dopo 5 anni la compagnia di bandiera a qualche Air France o Aeroflot, ecc. lucrando sull’avviamento, sempre che gli vada bene.
 
Il mio commento vuole solo mettere in evidenza il provincialismo di molti nostri governanti, non solo del governo attuale, e imprenditori che affermano l’importanza di mantenere l’italianità della compagnia.
 
1)     Siamo in Europa, siamo europei e ancora vogliamo conservare una società medio-piccola che farebbe ridere tutti e comunque sarebbe destinata a sparire o a essere assorbita. Se l’Air France o la Lufthansa o la British Airways comprassero l’Alitalia, contribuirebbero a rafforzare un'azienda dell’Unione Europea. Chi la pensa così potrebbe allora criticare una compagnia aerea americana, diciamo per esempio la North West Airlines che assorbisse la United Airways, due società nate e sviluppatesi in due diversi stati degli USA
2)     Se l’Air France (la maggiore società del mondo) si comprava l’Alitalia, sarebbe divenuta ancora più grande aumentando la sua capacità di competere sul mercato mondiale, pur conservando il marchio e le strutture Alitalia come ha fatto con la KLM olandese. Cosa che stanno facendo anche la British Airways con l’Iberia spagnola e la Lufthansa con la Austrian Airlines e la SAS scandinava. I nostri managers, politici e sindacalisti non sanno guardare al di là del proprio naso e sparano sentenze di italianità tipiche di cervello “piccino” (lasciamo perdere Malpensa che si riprenderà i passeggeri persi in poco tempo) senza considerare che in Europa resteranno vive solo 3 o al massimo 4 società aeree fra pochi anni.
3)    molti lettori mi diranno: ma noi non siamo mica gli USA né ci possiamo paragonare a loro perché, non siamo (ancora) una unione politica. La mia risposta è: vero, ma dato che l'unone politica dell'Europa sarebbe molto positiva per tutti gli stati che compongono ora l'U.E., perché non cominciamo a pensare un po' europeo?
 
       Riprendo a scrivere qualche parola oggi 25 settembre. I piloti devono ancora decidere, lo faranno domani???? Sembra che l'Air France sia interessata ad entrare nella CAI con una quota di circa il 20%. E' certametne un bene perché potrebbe dare un contributo di "know how" alla cordata degli investitori italiani che di trasporto aereo ne sanno tanto quanto io  so suonare un qualsiasi strumento musicale, cioè zero . Resta però il fatto che il debito dell'Alitalia "cattiva" ce lo accolliamo noi contribuenti. Non sarebbe successo quando Air France voleva comprarsi tutto accollandosi anche i debiti. investendo 13 miliardi e non solo 1.
       E poi probabilmente fra 5 anni  gli italiani venderanno tutto a Air France che ci avrà già guadagnato di più. E sarà così dimostrato che i nostri politici (che continuano a dire che "l'Alitalia deve restare italiana") alcuni sindacati e la maggioranza dei dipendenti che lavorano a bordo degli "aeromobili" sono degli sconsiderati e/o degli incompetenti.