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MALEDETTO SOGNO !
Di Gennaro Aprea (del 11/03/2009 @ 19:24:10, in M) Satira e Umorismo, cliccato 796 volte)
IL BRUTTO VIZIO DI SOGNARE
 
Oggi pomeriggio mi sono seduto sul divano a guardare il telegiornale e, non so perché, mi è venuto subito sonno dopo la proposta del nostro beneamato Presidente del Consiglio di far votare le leggi solo ai capigruppo delle varie composizioni politiche…..appena addormentato, ho iniziato immediatamente a sognare, come se continuassi a seguire il telegiornale.
Ho finito quindi di guardare la trasmissione, mi sono alzato dal divano pieno di rabbia, ho letto anche gli articoli del quotidiano cui sono abbonato per avere un’idea più chiara e apprezzare i commenti di alcuni giornalisti sull’argomento; poi, senza porre tempo in mezzo (come si diceva una volta) ho preparato la nuova valigia gialla che avevo comprato in dicembre scorso per il viaggio in Russia, ed ho chiamato un taxi per farmi accompagnare al vicino aeroporto di Linate.
Ho comprato un biglietto per Londra e dopo un volo di poco più di un’ora sono atterrato a Heathrow dove ho trovato ad aspettarmi il mio caro amico napoletano Giorgio che ci vive da più di 25 anni. Non mi sono meravigliato della sua presenza nonostante non lo avessi informato in anticipo del mio arrivo, ma sembrava che lui sapesse già tutto: “Ti porto subito a Scotland Yard – mi ha detto – ma non potrai vedere la Regina prima di domani, anche perché vi sono delle brevi formalità da fare che riguardano la tua richiesta di asilo politico”. Infatti alla sede centrale della “Metropolitan Police” mi aspettavano e mi hanno accolto con la massima simpatia di cui sono capaci gli inglesi, cosa rara nei riguardi degli italiani, specialmente se napoletani, da quando ho iniziato a frequentarli nel 1957.
Le formalità sono state brevissime, come di solito in Gran Bretagna dove la burocrazia è semplificata al massimo ed in pratica non esiste; poi Giorgio mi ha accompagnato a casa sua dove gli ho preparato un bel ragù alla napoletana, di cui aveva nostalgia. A cena c’erano degli amici, fra cui una signora italo-siriana, una cinese ed il professore ad Oxford anche lui Giorgio, vecchia conoscenza dei miei trascorsi a Londra.
Ricordo di aver bevuto molto e di essermi addormentato di nuovo sul divano di Giorgio che mi ha svegliato l’indomani mattina.
Mi ha anche prestato il suo “morning dress” (l’abito da cerimonia che noi chiamiamo tight) per l’incontro con la Regina obbligandomi ad indossarlo perché secondo lui non stava bene che io mi presentassi in girocollo blu marine, sebbene fosse di cachemire, e una giacca molto sportiva.
Appena arrivato a Buckingham Palace le guardie con il colbaccone (busby) mi hanno presentato le armi scattando sull’attenti con un gran sbattere di tacchi, poi sono stato introdotto nella sala del trono accompagnato da Mr. Brown, il Premier, dove la Regina mi aspettava.
Mi sono inchinato, molto emozionato, ed ho ascoltato il suo discorso, congratulandomi con me stesso perché capivo tutto del suo inglese super-raffinato.Tutto si è svolto rapidamente ed alla fine ha concluso dicendo: “We have the pleasure to grant you the right of asylum you applied for” …poi, dopo una breve interruzione ed un sorriso aperto, ha continuato: “We fully understand you, Mr Aprea, we share your point of view: Mr. Berlusconi is a real cad…” ed ha fatto cenno che l’udienza era finita.
Ma per me c’era qualcosa che mi mancava, cioè la parola CAD che non avevo capito. Ho subito pensato, ma che centra il Computer Aided Design con Berlusconi?… Mah! si sarà sbagliata, oppure ho sentito male perché le mie orecchie cominciano a dare segni di stanchezza. Rimuginando, ho chiamato un taxi e sono ritornato da Giorgio, questa volta non il napoletano, ma il professore di Oxford, al quale ho chiesto: “ma esiste la parola “cad” che si addice a una persona?”
“Certo – mi ha risposto immediatamente – la traduzione letterale sarebbe “gaglioffo”, ma si dice di una persona di basse maniere e/o di classe bassa, di un colpevole sfacciato, di una persona che si comporta in maniera riprovevole…”
“Grazie Giorgio, mi basta”…e mi sono svegliato