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CONDANNA PECUNIARIA
Di Gennaro Aprea (del 08/02/2010 @ 09:38:51, in C) Commenti e varie, cliccato 740 volte)
CONDANNA PECUNIARIA : 450.000 €
 
Qualche giorno fa abbiamo sentito che i genitori di 5 ragazzi fra i 14 e i 16 anni che avevano abusato più volte di una loro compagna di scuola di 12 anni, sono stati condannati a pagare una somma di 450.000 Euro (90.000 in media ogni famiglia) di risarcimento morale.
La motivazione di questa condanna è dovuta al fatto che il giudice ha ritenuto che i genitori non avevano seguito ed educato i figli con la dovuta attenzione.
Credo che tutti siamo d’accordo su questa condanna esemplare e per il fatto che questa condanna sia forse la prima in assoluto, in cui dei genitori subiscano una tale mazzata.
C’è però un aspetto della faccenda che non mi ha convinto pienamente: la notizia precisava che sono stati condannati anche quei genitori separati che non avevano l’affidamento dei ragazzi.
Io non conosco i dettagli perché non sono stati precisati dalla stampa che (come spesso succede) non va al fondo delle notizie. Ma se penso a ciò che avviene nella maggior parte dei casi di separazione, ritengo che vi possa essere dell’ingiustizia.
Per spiegarmi meglio faccio un esempio che possiamo riscontrare normalmente se facciamo un giro di pensiero fra i conoscenti ed amici che si sono separati.
Coppia standard che ha uno o due figli di 4 e 7 anni. Sono sposati da 9 anni ed arrivano alla separazione legale che si è poi trasformata in un divorzio.
I due figli sono stati affidati alla madre (o al padre) che lavora ed ha reddito adeguato. Non importano le ragioni di questa decisione del giudice. Il coniuge non affidatario partecipa al mantenimento dei figli, come previsto dalla legge.
Il coniuge che non ha l’affidamento, incontra i figli una volta alla settimana per 6-8 ore, di solito nei giorni di festa; qualche volta uno o anche due figli passano qualche giorno di vacanza con lui (o lei).
Durante il tempo in cui questo genitore sta con i figli, sia lui (o lei) che i figli cercano di godersi le ore dell’incontro, si divertono, fanno delle passeggiate, vanno al cinema, al mare o in montagna; insomma sono ore di vacanza: i figli sono sereni e contenti e altrettanto il genitore. Il quale certamente non ha il tempo né la possibilità di accorgersi dell’evolversi dell’educazione dei figli, né di impartirgli dettami morali; al massimo domanda come vanno a scuola e se stanno bene con il coniuge separato. Qualcuno si comporta anche male, cioè non dà il buon esempio.
Passano gli anni, la figlia ha ormai 17 anni, non ha voglia di stare con il padre (o la madre) nei fine settimana ma preferisce gli amichetti/e; anche il ragazzo di 14 anni ha altri interessi (es. sport); il genitore non affidatario si è rifatta una vita di coppia, non insiste per volerli vedere, rimanda..…insomma li vede di rado.
Il coniuge affidatario, sempre molto impegnato, ha anche lui(lei) una nuova relazione di coppia; il partner non è un tipo “come si deve” e non dà il buon esempio.
Il ragazzo si unisce al branco e combina quelle belle cose che abbiamo appreso dalla stampa. Naturalmente l’ultimo a saperlo è il coniuge non affidatario.
In queste condizioni, è giusto che anche questo genitore/genitrice sia condannato a risarcire?
E perché allora non devono risarcire anche gli insegnanti della scuola che frequenta il ragazzo? Questi lo vedono molti giorni durante l’anno, per molte ore, in classe: E lo vedono (cioè possono osservare il suo comportamento) durante la ricreazione, lo incontrano fuori della scuola, o in altre occasioni, per esempio durante una gita scolastica.
Non sono forse responsabili anche loro come e più del coniuge non affidatario?
Vorrei proprio sapere cosa ne pensa il giudice.
E voi?
 
E se c’è un insegnante che mi legge, mi piacerebbe un suo commento, grazie.