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PISTE CICLABILI E CICLOPEDONALI
Di Gennaro Aprea (del 28/03/2012 @ 18:21:23, in H) Rodano, cliccato 710 volte)
PISTE CICLABILI E CICLOPEDONALI (Rodano, Italia, Europa e dintorni)
Ormai siamo in tanti ad aver capito (con grave ritardo) che i politici che ci governano a livello centrale e locale siano in grande maggioranza degli incompetenti, interessati solo alla “cadrega”” e al “soldo” per se stessi: in breve, che non siano “adatti” a fare l’interesse dei cittadini che li hanno votati. Tanto è vero che la stima e la credibilità nei partiti è scesa all’8% in media nazionale e al 4% per quelli che manifestano in piazza. Ed il bello – si fa’ per dire - è che la maggioranza dei politici non l’hanno ancora capito, salvo naturalmente le debite eccezioni (poche).
Oggi parleremo di uso della bicicletta che potrebbe essere uno delle tante occasioni per i politici di operare nell’interesse ed il bene di molti cittadini.
Cominciamo col dare un’occhiata in giro per il mondo e dire che in quasi tutti i paesi civili, europei e non, i ciclisti hanno per legge la stessa protezione (leggi precedenza) che hanno tutti i pedoni sulle strisce; ciò vuol dire che tutti gli altri veicoli gli devono cedere il passo..
Vantaggi: meno morti e feriti, più ciclisti in buon salute grazie al movimento fisico, meno veicoli che inquinano, più rapidità di spostamento nelle ore di punta nei medi percorsi, cioè da 500 metri a 2-3 km ed anche oltre in casi particolari ( si calcola che per gli spostamenti fino a 500 m. si va a piedi)[1]..
Solo qualche esempio eclatante che evidenzia la differenza fra noi e altri governanti centrali e locali di paesi esteri:
-          a Portland nello stato americano dell’Oregon (i nord-americani non sono molto propensi a lasciare la loro auto), città di 580.000 abitanti, nel 2008 erano già state costruiti 120 km di piste ciclabili con programmi di raddoppio in pochi anni; a Milano (1.350.000 abitanti) nel 2007 erano circa 70 km con previsione di raggiungere 130 km a fine 2011; non so a che punto sono oggi
-          a Dongtan, piccola città modello cinese di recente costruzione nei pressi di  Shanghai, autosufficiente al 100% per i fabbisogni di energia, il 100% delle strade cittadine hanno, oltre ai marciapiedi, le loro piste ciclabili;
-          a Tokio (35 milioni di abitanti) è in funzione da tempo l’”electric powered bike sharing”; le biciclette elettriche sono posteggiate sotto tettoie di pannelli fotovoltaici, si ricaricano in 3 ore e mezzo ed hanno un’autonomia di 50 km; sono usate da milioni di giapponesi che abitano nei dintorni di Tokio e raggiungono ogni giorno la capitale con metropolitane e treni. All’uscita delle stazioni trovano le biciclette che gli permettono di raggiungere il quartiere degli uffici (più di 5 milioni di addetti) ed i posteggi necessari a questo quartiere; i posteggi possono essere usati anche da possessori di biciclette private (i prezzi sono assolutamente accessibili a tutti);
-          la Germania possedeva 35.000 km di piste ciclabili nel 2010, e sono tuttora in rapido aumento; l’Italia 2.500 km; alla fine del 2011 è stata completata la prima di numerose “ciclo-strade” gratuite di 5 metri di larghezza, che costeggia l’autostrada di 60 Km fra Duisburg (490.000 abitanti) e Dortmund (587.000 abitanti); la ragione di questo progetto è che l’autostrada era intasata ogni mattina e ogni sera dall’intenso traffico automobilistico (velocità media 30 km/ora) derivante dal fatto che ogni giorno si spostano verso le due città 2 milioni di lavoratori che abitano nella zona intermedia.
-          In Olanda i ciclisti sono i cittadini più rispettati (es in inverno le piste ciclabili ed i marciapiedi sono i primi ad essere sgombrati dalla neve). Hanno sempre la precedenza, salvo quando vi sono dei semafori, rosso-verde per regolare la circolazione, in siti particolari. Idem in Danimarca ed altri paesi scandinavi
Ed ora veniamo a Rodano (4.400 abitanti circa) tutta in piano ma con 5 quartieri più o meno distanti fra loro (al massimo 2 km), dove da vari anni a questa parte sono state costruite nuove strade per nuovi complessi edilizi (nel 1969 eravamo circa 1600 abitanti) ed anche nuovi tratti di strade provinciali una volta molto strette. Ricordo di essere stato nel gruppo di cittadini che proposero di usare dei tratti della vecchia strada provinciale che collega i quartieri di Rodano centro e Lucino a quello di Millepini per farne una pista ciclabile che è stata realizzata un po’ approssimativamente (riguardo alla legislazione relativa) e mai completata e messa a norma.
Successivamente i nostri amministratori che sono in carica da 20 anni, ne hanno costruite altre ma solo un breve pezzo di esse è a norma, quello che costeggia le recenti costruzioni di via delle Querce e Via Palermo nel quartiere di Millepini; infatti la pista ciclabile a doppio senso è di 2.5 metri di larghezza ed ha a fianco il marciapiede regolamentare. Tutte le altre non sono a norma perché sono troppo strette e molto pericolose (es. via Turati a Lucino) oppure su 2.5 metri di larghezza regolamentare vi possono passare sia le bici che i pedoni; infatti questi ultimi dovrebbero avere l’apposito marciapiedi separato (parlo della pista rossa lungo il canale della Calchera). Un altro esempio di pessima progettazione è la pista ciclabile (e i pedoni?) che dovrebbe raggiungere la frazione di Cassignanica la quale attraversa la strada provinciale in curva (!) e che si è fermata a 200 metri dall’abitato per l’esistenza di un piccolo canaletto per irrigazione, per cui i ciclisti (e i pedoni) devono percorrere pericolosamente la strada provinciale.
Quasi nessuna pista è collegata con le altre e nessuna raggiunge la Strada Rivoltana dove è in costruzione la superstrada (vi sarà una ciclabile a fianco?) che si collegherà alla Tangenziale Est  Esterna e alla BREBEMI; al di là della quale vi è il piccolo quartiere di Pobbiano e le abitazioni delle Foppa. Non vi è alcuna pista che arriva al centro di Rodano-Lucino dove vi sono  il Municipio, una chiesa con oratorio, la posta, una banca, un ambulatorio, alcuni negozi e 2 bar.
Una delle cose più contraddittorie è lo “STOP” della pista lungo la Calchera scritto sulla pista stessa quando si immette su due attraversamenti stradali della via dell’Ontano e degli Olmi in corrispondenza della rotatoria (ciò conferma il concetto che le biciclette non hanno la precedenza sugli autoveicoli) che la collega alla “finta” ciclabile (perché non a norma) che viene da Lucino; là non vi è alcuno STOP per i ciclisti che vengono da Lucino…
Temo di avervi un po’ annoiato quindi mi fermo qui, ma tutta questa tiritera descrive il comportamento assurdo dell’amministrazione comunale e ci conferma che siamo ancora lontano dal concetto che è assolutamente necessario sviluppare la circolazione delle biciclette per le ragioni che ho accennato all’inizio.
Non so se ci avete fatto caso, ma in questo periodo vi è un annuncio pubblicitario in TV che promuove un integratore alimentare: si vede una giovane signora che viaggia in bicicletta in città in mezzo ad un fitto traffico automobilistico e corre talmente veloce che a tratti si trasforma in una leonessa….chi ha creato questo “spot” non ha pensato nemmeno un attimo alle piste riservate alle biciclette ed è per lui/lei normale che i cittadini siano esposti ai pericoli del traffico stradale.
Dobbiamo tutti pensare seriamente ad una modifica di mentalità in senso positivo !
 
[1] Negli ultimi 10 anni in Gran Bretagna hanno perso la vita 1257 ciclisti; in Italia 2556. Nel 2010 i morti in Italia sono stati 263 e 14472 i feriti. Il parametro del rischio di morte per i ciclisti italiani è di 2,18 - motociclisti 1,96 - ciclomotoristi 1,06 - autisti 0,78 - camionisti 0,67