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CHI SONO I DISPERATI
Di Gennaro Aprea (del 11/05/2012 @ 10:50:25, in F) Questa č l'Italia, cliccato 752 volte)
CHI SONO I DISPERATI?
La crisi economica e soprattutto sociale che ha toccato e continua a pesare su molti piccoli imprenditori (oltre 1000 fallimenti al mese dall’inizio di quest’anno) e lavoratori di ogni grado che si trovano disoccupati da un giorno all’altro, ha provocato disperazione, rabbia contro le istituzioni, depressione, prostrazione, sconvolgimenti personali ed in famiglia, fino a decisioni estreme come l’assalto agli uffici della riscossione delle imposte, o all’estremo limite, il suicidio.
Personalmente ritengo che chi decide questi due comportamenti limite, non può essere considerato mentalmente sano perché si trova in un momento di follia, anche se spesso ci ha pensato lungamente prima, senza vedere una sola soluzione di uscita positiva dalla situazione in cui si trovano, ma unicamente un futuro negativo senza alcuna possibilità di soluzione.
Per fortuna questi eventi sono l’assoluta minoranza: sulla stampa di ieri vi erano le statistiche degli imprenditori suicidi che dall’inizio di quest’anno sono stati 35 in tutto, di cui 12 nel solo Veneto e 4 in Puglia e Sicilia, Regioni di piccole e medie imprese.
Mi auguro che questo andamento si interrompa al più presto anche perché penso con dolore e pena alle famiglie che ne sono le più colpite.
Mi auguro che i lavoratori disoccupati possano risolvere in qualche modo i loro problemi al più presto; mi rendo conto che non sono facili le soluzioni.
Vorrei però fare una distinzione – non statistica perché non conosco l’esistenza di dati in proposito - fra gli imprenditori ed i lavoratori che sono colpiti dalla crisi, tentando di esaminare le ragioni delle situazioni in cui si vengono a trovare queste persone.
a)     “Esodati”, che hanno tutte le ragioni di ottenere la soluzione dei loro problem in qualche maniera ragionevole e soddisfacente per loro; ed il Governo non può trascurare queste situazioni
b)     Imprenditori che non ricevono i pagamenti dovuti dagli enti pubblici e privati mentre i loro costi permangono, anche se alcune volte possono diminuirli, ahimè, licenziando parte dei collaboratori, i quali a loro volta si trovano in condizioni disperate; questi imprenditori dovrebbero essere pagati SUBITO ed hanno tutte le ragioni di pretenderlo senza ulteriori ritardi; anche in questo caso il Governo si deve dare da fare rapidamente
c)      Imprenditori e persone fisiche che hanno ricevuto da Equitalia bollette errate oppure con  interessi di mora da usura estrema e multe di importo esagerato; molti di essi non riescono a ottenere ragione per numerose cause, fra le quali vi è la loro limitata dimestichezza con il fisco, la mancanza di disponibilità finanziaria per rivolgersi ad un legale specialista, ed intoppi simili. Anche questi hanno perfettamente ragione e devono essere aiutati con controlli sull’eccessivo rigore sui funzionari addetti che sembra non siano mai disposti a discutere
d)     Ci sono poi gli imprenditori - e sono tanti - che sono stati colti in fallo dalla Guardia di Finanza o da altri tipi di controllori, i quali non hanno pagato le imposte dovute oppure hanno nascosto incassi con il “nero”, per fatture false ricevute, per scontrini fiscali non emessi, per fatture non emesse (professionisti, medici, artigiani, ecc.), perché hanno pagato al loro mano d’opera in nero quindi con costi irrisori. In generale la loro impresa è vissuta (o sopravvissuta) perché loro erano degli imprenditori incompetenti e incapaci che non sanno investire ed operare, ma solo degli speculatori e delinquenti perché non hanno mai fatto il loro dovere di cittadini e operatori economici. Semplicemente non avevano “la buona abitudine” di pagare le imposte allo Stato, così l’unica ragione dei bassi costi della loro impresa li rendeva competitivi; anzi buona parte dei loro profitti li hanno esportati. E sono proprio loro i più arrabbiati che strillano ad alta voce contro il Governo ed il fisco. Ora che sono stati scoperti e sono costretti a pagare, non hanno il denaro necessario e capiscono che il “bengodi” di cui hanno usufruito finora è finito per sempre. Molti di essi non hanno mai partecipato alla moglie (o al marito se imprenditrici) e ad altri familiari le loro malefatte. Quanti sono? Non lo posso sapere ma certamente sono molti. Chissà se qualcuno dei suicidi era fra questi
e)     Forse ho dimenticato altri gruppi di disperati che hanno le loro ragioni, ma in questo momento non mi vengono in mente: mi scuso con loro