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IL NUOVO PAPA
Di Gennaro Aprea (del 19/03/2013 @ 16:29:48, in C) Commenti e varie, cliccato 764 volte)
IL NUOVO PAPA
 
In questi ultimi giorni tutti i media ci hanno offerto commenti di persone importanti del mondo del giornalismo e della cultura, cominciando da due grandi teologi, Vito Mancuso e Hans Kueng.
Tuttavia ho deciso, da piccolo commentatore quale sono, di dire alcune parole su un fatto quasi banale che ho notato e che ho criticato dentro di me quando il Papa emerito Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano per trasferirsi provvisoriamente a Castel Gandolfo. Le televisioni italiane hanno magnificato pressappoco così: “…. ammirate il volo del grande elicottero bianco che si è levato dalla Città del Vaticano per librarsi sulla città di Roma in un spettacolo bellissimo….”.
Nel vedere quell’elicottero (mi sembra che fosse dello Stato italiano) avevo pensato che quel Papa avrebbe fatto bene a rifiutare questo mezzo di trasporto usando una semplice automobile per farsi accompagnare a destinazione, sia che il costo fosse a carico dello Stato italiano che a carico dello Stato del Vaticano. L’alto costo di questo trasporto avrebbe potuto essere destinato ad altri utili fini ed avrebbe dimostrato una giusta presa di coscienza per evitare spreco di denaro.
 
Come molti sanno, io sono da decine d’anni un non credente convinto che però rispetta la fede che hanno tutte le persone di qualsiasi religione; tantomeno mi permetto di criticarle, a meno che alcune di esse - e purtroppo non sono poche - criticano altre fedi e cercano di imporre la loro persino brutalmente.
 
Quando poi ho visto il nuovo Papa Francesco indossare un normale paio di scarpe ed una croce di metallo, e non d’oro, il trasporto in pulmino con gli altri cardinali, il pagamento dell’hotel con soldi propri, ecc. ho pensato che forse sta cambiando qualcosa in meglio.
Alla luce di questi comportamenti (che sono esempi anche per i nostri politici) voglio proprio vedere se Benedetto XVI userà ancora l’elicottero per tornare in Vaticano quando i suoi appartamenti saranno pronti.
 
Quasi nessuno fra la gente comune aveva mai sentito parlare dell’Arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio; subito si sono levate alcune voci di critica sul suo comportamento durante la dittatura militare dei generali in Argentina degli anni 70-80.
Allora, visto che ho un cugino argentino a Buenos Aires 86enne che stimo moltissimo, ex famoso avvocato, intellettuale e scrittore, l’ho chiamato via Skype ed ho parlato con lui per più di un’ora (naturalmente gratis) cosa che faccio spesso anche con molti altri amici e parenti residenti all’estero in Europa e negli USA.
Gli ho chiesto informazioni sul comportamento del nuovo Papa in quel disgraziato periodo, quando non era ancora Vescovo, né Arcivescovo, ma solo “preposito” dei gesuiti argentini. La sua risposta è stata più o meno così:  nel periodo della dittatura militare la maggior parte della gente comune aveva scelto di appoggiare quel governo (o di non prendere posizione contraria per paura) piuttosto che favorire le due fazioni estremiste di sinistra che gli si opponevano; esse avevano realizzato numerosi attentati uccidendo molti civili, anche loro innocenti ma sospettati di appoggiare i generali; il governo riusciva a nascondere i rapimenti, le torture e le uccisioni di persone anche loro solo sospettate, spesso senza fondamento, di essere contrarie al regime. Questo era il clima di quei brutti anni.
Fra le persone imprigionate erano capitati persino due preti gesuiti ma, nonostante la sua posizione, Bergoglio non aveva alcun potere di intercedere per la loro liberazione e salvezza. Però mio cugino mi ha assicurato che lui aveva salvato molte persone accompagnandole, anche personalmente con la sua automobile, fino alle frontiere per farle passare oltre confine. Ciò mi ha rassicurato e sono lieto che i sospetti negativi su di lui siano infondati.
In effetti fin dai primi giorni di pontificato il Papa Francesco sta dimostrando di voler cambiare il conservatorismo e molti comportamenti negativi della Chiesa cattolica ai quali assistiamo da tempo.
 
Tuttavia c’è un punto importante sul quale il nuovo Papa sembra non voler transigere in alcun modo sbagliando, quello che riguarda i gay e la loro aspirazione a voler formare una famiglia.
Personalmente non ho niente contro i gay anzi, fra i molti che ho avuto occasione di incontrare in passato, ho potuto spesso apprezzare le loro doti nell’espletare le proprie attività professionali e la loro serietà.
Ritengo dunque che sia un loro diritto poter formare una famiglia e quindi usufruire di tutti i diritti che sono riservati normalmente alle famiglie di coppie eterosessuali, compreso quello di sposarsi. Il loro matrimonio non sarebbe un matrimonio religioso e la Chiesa cattolica può solo rifiutare il rito cattolico per loro, ma non può e non deve prendere posizione su un matrimonio civile che esula dalla sua competenza, come già hanno fatto altre chiese ed altri stati.
 
In fondo non si deve dimenticare che le unioni di gay sono il risultato naturale di un amore fra persone, ma molti continuano a rifiutarlo anche contraddicendo alcuni importanti dettami religiosi della cristianità che predicano l’amore fra le persone e la misericordia.