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Articoli del 26/12/2017

Di Gennaro Aprea (pubblicato @ 11:34:25 in L) Zero-carbonio, cliccato 599 volte)
 

GAS, QUESTO/I SCONOSCIUTO/I

Questo articolo è molto tecnico, ma spero che sia chiaro e utile per eliminare molte delle incertezze tuttora esistenti nel sentire comune sugli usi dei gas (metano, GPL) che fanno parte della vita di ogni giorno per molti di noi.

Fra il 12 dicembre, giorno dell'incidente in Austria all'impianto di distribuzione del gas russo verso l'Italia ed altri paesi europei, ed oggi, ho avuto occasione di leggere articoli che non hanno certamente informato correttamente il lettore comune dei quotidiani, impaurito dai danni e dal periodo di mancanza di gas per i riscaldamenti e la cucina (e le attività economiche non sono importanti?). Anche i morti e feriti sono apparsi secondari e solo appena accennati forse per drammatizzare maggiormente la notizia.

Circa i contenuti però, evidentemente chi ha scritto dimostra una grave mancanza di necessaria informazione tecnica ed economica, nonché dell'origine della disponibilità del gas in Azerbaigian

Non sono un ingegnere ma solo un economista che ha avuto occasione di occuparsi di energie e soprattutto di gas (sono tanti) durante tutta la sua vita di lavoro, dall'Università in poi. Quindi sento il dovere di intervenire sulla base di quanto ho imparato negli anni, anche se ormai la notizia (scoop) è già passata nel dimenticatoio: infatti la distribuzione del gas dall'Austria è ripresa quasi subito.

Non si dovrebbe allarmare i lettori, ma spiegare quali sono i reali pericoli come nel caso in questione: io avrei "ricordato" che ogni tipo di gas combustibile a contatto con l'ossigeno, a seconda delle percentuali di gas in miscela con l'aria può semplicemente bruciare oppure diventare una "miscela tonante", cioè provocare un fortissimo scoppio distruttivo e spesso assassino.

Per esempio l'intervallo percentuale del metano in miscela con l'aria nella quale essa dà luogo a questo scoppio è fra il 4,9 e il 15%; al di sotto o al di sopra di tali percentuali esso semplicemente si incendia.

Ovviamente per dar luogo a queste situazioni occorre lo "spunto di un accenditore", anche se apparentemente insignificante: una sigaretta accesa o il fiammifero per accenderla, la scintilla di un interruttore per accendere una lampada, e persino una pesante chiave inglese che cade su pietra o su altro metallo provocando una scintilla, ecc..

Vi renderete certamente conto che tutti questi tipi di gas combustibili sono molto pericolosi.


Per ovviare a questi pericoli la soluzione adottata è di non mettere mai i gas a contatto con l'ossigeno dell'aria, gestendoli sempre in contenitori o condotte dove vi è unicamente gas allo stato gassoso o liquido; liquido perché tutti i gas sono liquefacibili a determinate pressioni o temperature, di solito sotto zero centigradi (1). Solo il metano non può essere liquefatto a pressione ma a una temperatura di -163°C. L'importanza di rendere liquido il metano risiede nel fatto che 1 m3 di questo gas allo stato liquido GNL (2) contiene 620 m3 di gas allo stato gassoso. Intuitiva la convenienza per gli stoccaggi e i trasporti.

Il risultato della mancanza di conoscenza è che si è parlato molto dello scoppio dell'impianto, quindi del pericolo della sua distruzione parziale o totale, unito alla temuta mancanza di approvvigionamento di gas in Italia.

Invece l'unica causa è stata una fuga di gas che si è miscelato all'aria ed ha provocato un morto e una 30na di feriti fra i lavoratori a causa dello scoppio e/o dell'incendio. Quindi si tratta di errore umano involontario o difetto di manutenzione sui quali si sta indagando per evitare la creazione di ulteriori situazioni analoghe.

Altro argomento che i giornalisti hanno preso per buono è la dichiarazione del ministro Calenda: "Ecco perché serve il TAP". Mi permetto di sottolineare che incidenti del genere sono sempre avvenuti e potranno sempre capitare quando, aimè, il Trans Adriatic Pipeline entrerà in funzione fra qualche anno. Sergio Rizzo sul suo articolo del 13 dicembre su La Repubblica afferma che Calenda ha ribadito che una cosa simile non sarebbe successa al TAP....ebbene, sbaglia il Ministro nel dimenticare l'errore umano. .

Ho detto aimè perché, da buon ambientalista, preferisco che il consumo di tutte le energie fossili sia interrotto al più presto possibile. Ciò è certamente realizzabile e la dimostrazione è che in numerosi paesi hanno già programmato e deciso di abbandonarle entro un lasso di tempo più che ragionevole e molto più breve di quanto non si pensa in Italia

Un esempio europeo è la Danimarca dove la capitale Copenhagen si è classificata prima nel Global Green Economy Index del 2016, indice che misura le performance ecologiche di 80 paesi e 50 città di tutto il mondo

In una recente intervista il Sindaco Frank Jensen ha detto: "Copenhagen (poco meno di 600.000 abitanti) è una delle città più vivibili del mondo ed una delle più verdi, siamo riusciti a combinare soluzioni ecologiche e opportunità di business partendo dall'idea secondo la quale gli investimenti nella sostenibilità possono garantire anche benefici dal punto di vista finanziario. Le politiche "green" infatti non rappresentano un ostacolo alla crescita, al contrario sono un modo efficiente per costruire un luogo migliore, con aria più pulita, meno rumoroso, più sano. E una solida sostenibilità economica.

Nel 2013 abbiamo fissato. un piano che prevede che la nostra città diventerà "Carbon neutral" entro il 2022; contiamo di riuscire ad azzerare il bilancio netto delle emissioni nocive. Dal 2005 ad oggi abbiamo già eliminato il 40% del CO2. Non solo, anche i trasporti ecologici stanno riducendo drasticamente le emissioni di particolati.

Nel 2016 il numero di bici ha superato quello delle auto e le nostre pite ciclabili e "ciclostrade" hanno raggiunto il numero di 435 km grazie ad adeguati investimenti. La bicicletta è un modo di vivere in Danimarca.

Anche in casa sfruttiamo al massimo le energie rinnovabili che provengono in gran parte dalle centrali eoliche in mare aperto.....In conclusone le città e le metropoli nel mondo devono farsi carico delle loro responsabilità e raggiungere l'eliminazione delle energie che contengono il Carbonio.

Nell'articolo di Sergio Rizzo si afferma (con meraviglia e un certo disappunto) che l'Italia utilizza un mix di energie fossili importate fra le quali la percentuale del metano è più alta rispetto ad altri paesi europei: è vero, ma non dice che Germania, Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Bulgaria, ed altri, compreso la Francia (nel cui mix c'è anche il nucleare) la Gran Bretagna, ecc. utilizzano tuttora molto il carbone e i prodotti petroliferi, più di quanto non ne utilizzi l'Italia. Alcuni di questi paesi hanno comunque deciso di abbandonarli in un tempo decisamente più rapido rispetto all'Italia.

Lo sbaglio non è l'alta percentuale dell'uso del metano, che anzi è il meno inquinante rispetto al carbone e al petrolio, ma i recenti investimenti per la sua importazione che dovranno essere ammortizzati in un tempo molto lungo (il gas proveniente dall'Azerbaigian non sarà disponibile in Puglia prima del 2022-23). Ciò significa che dovremmo usare ancora il metano nei prossimi anni 40 (l'Accordo di Parigi COP 21 e seguenti COP prevedono che al 2050 ci dovremmo liberare di tutte le energie fossili)

La diversificazione delle origini è una buona strategia, ma non deve limitarsi alle sole provenienze. La soluzione adottata dai più importanti paesi importatori è stata quella di importare anche GNL che offre l'elasticità massima rispetto all'importazione allo stato gassoso, in quanto si può aumentare o diminuire facilmente la frequenza delle navi.

Se accade un inconveniente simile a quello avvenuto a Baumgarten con danni seri alle strutture, sarebbe molto più facile sostituire le eventuali mancanze con l'importazione di GNL. Per fortuna in Italia si è ben operato in passato con l'utilizzo dei vecchi giacimenti vuoti della Pianura Padana immagazzinando l'eccesso di gas importato in estate.

Gran Bretagna, Francia, Spagna, Giappone (100% via nave) e USA importano metano sia via gasdotti che con impianti di rigassificazione di GNL (questi ultimi meno da quando producono da fracking) (3). Le origini del GNL sono Algeria, paesi del Golfo Arabico, Indonesia, Nigeria. Questi impianti sono stati sempre rifiutati in Italia dalla popolazione e dagli enti locali, così come oggi lo è il TAP sul quale però i governi comunque si sono imposti mentre avrebbero potuto farlo anche per il GNL

La realtà è che l'ENI azienda di stato è una delle società multinazionali che ha partecipato ed investito molto nell'estrazione del gas in Azerbaigian, quindi la strategia è stata quella di commercializzare il metano via gasdotto e partecipare alla realizzazione del TAP come "HUB per l'Europa". Tutto ciò per ripagare gli investimenti fatti a monte.

Come andrà a finire? Ormai temo che l'Italia dovrà mantenere questa situazione finché sarà possibile, presumibilmente fino agli anni 40, anche se ormai il costo di produzione di energia elettrica da rinnovabili è già divenuto competitivo rispetto alle energie fossili. Il gas potrà sostituire ancora il carbone per un certo periodo nell'industria: ma quanto durerà?

Peccato che i nostri "decisori" hanno sempre operato nel breve e brevissimo termine perché, per motivi personali, hanno continuato e continuano a pensare solo al breve termine, cioè al periodo che termina con il loro incarico di ministro, deputato, senatore, consigliere regionale, provinciale, comunale. E inoltre la maggior parte di essi non sono molto competenti in economia, cioè la scienza che governa il mondo intero molto più della "politica".

1 da notare che i combustibili liquidi (benzina, gasolio, olio pesante, ecc. sono immagazzinati e trasportati in contenitori sempre in presenza di aria: da qui i frequenti incidenti ai serbatoi, alle navi, trasporti commerciai, ecc.

2 Gas Naturale Liquefatto; il gas naturale è costituito da un'altissima percentuale di metano (+ del 90%) e di altri gas in misura variabile, etano, propano e butano

3 la fratturazione idraulica consiste nella perforazione del terreno fino a raggiungere le rocce che contengono i giacimenti di gas naturale; poi iniettando un getto di acqua (calda) ad alta pressione mista a sabbia con aggiunta di altri prodotti chimici (inquinanti) si provoca l'emersione del gas in superficie

 

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