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Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 26/04/2010 @ 20:00:19, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 825 volte)
VOLETE SAPERE PERCHE’ IN ITALIA MOLTI PRODOTTI E SERVIZI COSTANO DI PIU’?
 
In qualità di vecchio consulente di direzione e organizzazione, non posso fare a meno di notare certe disfunzioni, disorganizzazioni, e cose simili di cui ho già parlato varie volte in questa Sezione che tratta di “Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc.”.
Ultimamente mi sono capitati numerosi esempi che dimostrano e confermano che l’organizzazione di molte aziende è talmente carente e “disorganizzata” che i loro costi – e quindi i loro prezzi - sono più alti di aziende analoghe di altri paesi europei ed americani. Molte di loro si lamentano della concorrenza straniera, cominciando da quella cinese, quando invece potrebbero benissimo offrire prezzi inferiori che sono il risultato, in parte preponderante, di una buona organizzazione.
Vi do due soli esempi, abbastanza eclatanti, che, a causa della mia cultura, fanno sì che vado in bestia di fronte a questi assurdi comportamenti.
1)     Si tratta della Mazda Motors Italia SpA. Chi mi legge è probabilmente al corrente della mia viva passione per i motori, quindi lo spunto è colpa mia. Di fronte alla notizia del lancio della nuova serie del decennale della “roadster” MX-5, una bella piccola spider che ho sempre ammirato, mi sono incuriosito ed ho chiesto notizie. Ho ricevuto una grande busta (peso totale 235 gr) contenente una gentile lettera che mi invita ad una prova su strada per provare le “dinamiche di guida Zoom Zoom, oltre ad ammirare il design e la qualità…nonché fissare un appuntamento per un test, ecc”. In allegato c’era una brochure bellissima di 32 pagine più le 4 di copertina con magnifiche foto a colori, su carta patinata pesante, più un’altra piccola brochure pieghevole in tre con altre foto eccezionali. E fin qui tutto bene. Però ho iniziato a preoccuparmi perché il giorno dopo ho ricevuto una seconda busta completa di contenuti come la prima che ho aperto per vedere se conteneva qualcosa di differente dalla prima…..invece niente. Dopo due giorni ho ricevuto una terza busta ed ancora una quarta qualche giorno dopo, tutte indirizzate a me, salvo una che all’inizio della lettera, a parte l’indirizzo preciso col mio nome della mia abitazione, dice: “Caro Signor Vincenzo…”. Totale quasi un Kg di carta bellissima costata chissà quanto, più le spese postali, più l’imbustamento, il trasporto all’ufficio postale, ecc.. Allora mi sono spaventato e mi sono detto che la Mazda MX-5 costerà troppo per le mie tasche se tutta l’organizzazione ed il relativo calcolo dei costi si riflette sui prezzi di questa bellissima auto. Ed ho rinunciato all’idea di comprarmela…..
2)     Questa volta si tratta di una società assicurativa la quale, quando ci si azzarda a comporre il numero verde (che costa), fa’ aspettare un buon minuto abbondante di orologio per magnificare la loro organizzazione, la qualità, la serietà e gli ottimi prezzi praticati rispetto alla concorrenza: si fa’ per dire. La società è la ERGO Previdenza SpA che ha comprato a suo tempo la Bayerische con la quale avevo contratto una polizza pensionistica con un premio di circa 2500 € l’anno. Il pagamento era stato concordato via banca col sistema RID che tutti ben conoscono. Il contratto è giunto al suo termine come previsto, quindi non dovrò più pagare ulteriori premi e dovrei riscuotere quanto mi spetta. Ricevo una lettera di pochi giorni fa, che ho dovuto rileggere due volte per capire bene, nella quale mi si dice che “nonostante io abbia attivato il sistema di pagamento RID, la mia banca non ha ancora attivato il pagamento automatico”; pertanto mi invita a fare il necessario per attivare tale procedura chiedendo alla banca di eseguire il mio ordine di pagamento permanente. Mi dice anche che “se io ho sempre intenzione di procedere ai pagamenti con questo sistema, troverò in allegato un modulo da compilare in tutte le sue parti da spedire a…ecc.”. Inoltre “ sarà fondamentale inserire il codice fiscale e firmare”, Queste sono, come potete vedere sono procedure assolutamente nuove, fuori del normale e specialissime, invece che ormai da anni più che usuali, specialmente per la firma.(non so come dirgli che non sono un extracomunitario che non conosce lingua e regolamenti italiani, ma solo un “extrapadaniatario” che vive in Padania da 40 anni e che ha imparato qualcosa sui doveri di firmare). Inoltre, mi dicono, “nel caso in cui il modulo non dovesse pervenire entro 30 gg. dalla presente passeranno al pagamento in c/c postale. Si dà il caso che io ho pagato con il RID per i 9 anni previsti e la società mi ha sempre inviato le ricevute dei premi annuali da me pagati, quindi mi sono un “Po” i……ato (intendendo per Po il più grande fiume di’Italia), state tranquilli volevo dire solamente irritato, ed ho telefonato al famoso numero verde facendo presente quanto sopra. La gentile signora del Call Centre alla fine ha capito il mio disappunto ed ha detto la frase di rito: “sa, queste sono lettere che la società invia a tutti…non si preoccupi….”. Invece io si che mi preoccupo perché penso a quanto costa a un cervellone comporre una lettera del genere con allegato, a farla stampare modificando il destinatario ed il numero di polizza per tutti gli indirizzatari, andare all’ufficio postale, affrancarla, per l’invio a tutti i loro clienti. Quindi penso che una bella fetta del premio pagato contiene anche questi inutili costi aggiuntivi, che sono solamente la punta visibile di un iceberg di disorganizzazione.
 
Spero che vi siate divertiti – perché è certamente meglio prendere queste cose dal lato comico altrimenti ci viene un cancro al fegato - e, se volete, scriverò ancora su questo argomento, raccomandandovi di cercare di capire bene come si comportano i nostri fornitori, prima di acquistare i loro prodotti e servizi.
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Di Gennaro Aprea (del 20/04/2010 @ 11:34:36, in M) Satira e Umorismo, cliccato 721 volte)
UN SORRISO, PER CAMBIARE UN PO’
 
In questo periodo ne sentiamo di cotte e di crude: mi sembra che manchino in assoluto notizie allegre. Anch’io ho scritto di cose serie, ho protestato, mi sono arrabbiato.
Allora oggi ho deciso di raccontarvi una storiella che spero vi spinga ad un sorriso.
 
C’era una volta un grande intellettuale che propose di fare un concorso nel quale i concorrenti dovevano parlare con accuratezza di elefanti, un animale intelligentissimo che rischiava l’estinzione. Così furono invitati numerosi intellettuali di molti paesi importanti.
Ecco i risultati:
-          Il famoso etologo tedesco Herr Doctor Ludwig Werner di Berlino, scrisse un trattato intitolato:”Die Ursprung, die Entwicklung und die Leben des Elefant” (Le origini, lo sviluppo e la vita dell’elefante)
-          Il presidente dell’associazione inglese per la caccia Mr Thomas Brown intitolò il suo trattato: “Memories of my elephant hunting parties” (le mie partite di caccia all’elefante – memorie)
-          Il famoso economista americano Mr. Al Campbell, scrisse un trattato di circa 2850 pagine cui diede il seguente titolo: “How to make money out of elephants” (come guadagnare con gli elefanti)
-          Il grande sociologo francese Monsieur Pierre Duvivier interpretò il concorso in maniera diversa e intitolò il suo trattato: “ Les éléphants et ses amours – Etude sur la difference comportamentale entre les éléphants asiatiques et africains” (gli elefanti e i loro amori – studio sulle differenze comportamentali fra gli elefanti asiatici e africani)
-          Lo scienziato israeliano Rabin Sikorswy ebbe molto successo con il suo “The elephants and the palestinian argument – which solutions”  - ndr: il mio PC non ha l’alfabeto della lingua Jewish (gli elefanti e la questione palestinese – quali soluzioni)
Stranamente nessun italiano partecipò al concorso ed il grande intellettuale promotore creò un commissione formata da intellettuali italiani per capirne le ragioni, la quale ancora adesso non ne è venuta a capo dopo molti anni di discussione, anche durante talk-show televisivi con la partecipazione del pubblico.
Forse sono riuscito a farvi sorridere ma.…in fondo la morale di questa storiella è anch’essa seria: l’atteggiamento e l’interpretazione diversi delle persone di fronte a un problema ed l’affermazione del loro punto di vista.
Viva la libertà di pensiero!
 
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Di Gennaro Aprea (del 18/04/2010 @ 19:08:30, in H) Rodano, cliccato 796 volte)
L’ULTIMO TIGLIO
 
Questa foto è stata scattata il 18 aprile 2010 e mostra l’unico albero di tiglio rimasto sulla via Palermo/via delle Querce dopo l’abbattimento dei suoi 90 fratelli sacrificati per la ricostruzione della strada, marciapiede e pista ciclabile, a seguito dell’edificazione su una fetta di terreno ex agricolo sottratto al Parco Agricolo Sud Milano, pare, in cambio di un’altra fetta di terreno “edificabile” del vecchio Piano regolatore.
Perché è rimasto in piedi? Perché è stato usato come supporto di tavole di legno (ben visibili nella foto) in cima alle quali passava il cavo che dava elettricità al cantiere edile. Come si nota bene, il povero albero è ancora vivo e vegeto e i rami che partono dal basso, se fossero lasciati liberi di crescere, creerebbero un bel paravento al sole estivo che batte sull’asfalto, così come lo avrebbero fatto tutti gli alberi abbattuti, dato che non avrebbero dato alcun fastidio alla circolazione. Invece l’amministrazione comunale di Rodano ha speso negli anni passati molti Euro per tagliare questi rami alla base di ogni albero due o tre volte l’anno; gli Euro provengono dalle nostre tasche.
Vorrei sottolineare che dall’inizio dei lavori di cantiere, i 72 alberi esistenti da anni, erano rimasti là per lungo periodo perché la distanza fra di loro non impediva ai camion e altri veicoli di entrare e uscire dal cantiere.
Ma vi invito a osservare bene la foto. Si vede una fila di altri giovani alberi (il primo alla vista è quello a sinistra del palo del lampione) che sono stati piantati sulla stessa aiuola dove c’è questo tiglio. Più avanti l’aiuola si restringe per lasciare posto al posteggio veicoli, quindi si potrebbe affermare che era necessario abbattere i vecchi tigli
Bene, però bastava creare il posteggio fra un albero e l’altro, così si sarebbero potuti conservare tutti (o quasi tutti) i tigli esistenti.
Per non parlare della mia proposta inascoltata di render quel tratto di via Palermo senso unico per diminuire l’inquinamento da traffico veicolare già notevole oggi per la presenza delle scuole primarie e dell’infanzia, a seguito dell’incremento delle nuove 104 famiglie del nuovo complesso edilizio e della nuova scuola media che l’amministrazione comunale intende erigere sulla via Palermo togliendo altro verde al parco esistente.
Allora, perché sono stati tagliati tutti i tigli meno uno? Forse vi era qualche interesse particolare a spendere più Euro di quelli necessari conservando i vecchi alberi?
Vorrei che qualcuno me lo spiegasse.
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