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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 21/03/2009 @ 17:24:01, in F) Questa è l'Italia, cliccato 613 volte)
LA “FORZA” DEGLI SPOT TELEVISIVI
 
Continuo a non aver voglia di fare commenti sulla politica e dintorni, e la ragione è che mi non sarei sereno e corretto nello scriverli, quindi preferisco cose che possono eventualmente strappare un sorriso ai lettori.
E’ per questo che vi voglio parlare di due “comunicazioni commerciali” che mi hanno fatto pensare che il loro scopo può “involontariamente” essere controproducente.
 
La prima riguarda l’ormai famoso prosciutto di Parma ed è il “sequel” di un spot di qualche mese fa dove una signora in un supermarket, al suo turno di numerino della fila, che ordinava: “1 etto di prosciutto crudo”, non veniva presa in considerazione ed il commesso passava al numero successivo, facendo restare la signora delusa e triste.
In questo più recente, c’è un’atletica signora che sembra si alleni come fa’ un pugile prima dell’incontro con vari esercizi: rinforzo degli addominali, colpi al “sacco” (che è un prosciutto), colpi in aria mentre cammina….. arriva in un supermercato dove al suo turno col numerino della fila di clienti , si presenta e, con grande sforzo riesce ad “ordinare” cadenzando la frase : “1 etto di prosciutto di Parma”. Poi appare una scritta che dice:
“non è crudo, è di Parma”.
A questo punto mi è venuto alle labbra un sorriso e ho pensato:
1-     Se non è crudo, allora è cotto….quindi è Parmacotto, che è un marca concorrente
2-     Però, questo prosciutto di Parma chi si crede di essere? e poi ci ha un po’ stufato nell’insistere fino alla morte che i prosciutti che non sono di Parma non sono da prendere in considerazione: non trovate?
Ci sono molti altri prosciutti crudi, altrettanto buoni e seri, quello di S. Daniele, quello toscano, marchigiano, ecc. Vuoi vedere che questa è la volta buona che eviterò di comprare il prosciutto crudo di Parma, preferendo gli altri?…..e poi la metafora della signora atletica/pugile di questo spot è abbastanza volgare, e di volgarità in TV ce n’è già troppa! Quindi, abbasso il prosciutto di Parma!
 
La seconda “comunicazione commerciale” è di un’azienda di telefoni cellulari che offre un vantaggio del 20% con una trovata abbastanza inedita; però alla fine non raggiunge lo scopo, almeno con me, perché, nonostante io sia attento a tutta la pubblicità (spesso penosa) per vecchia deformazione professionale, vi dico francamente che non mi è rimasto in mente il nome dell’azienda.
La trovata consiste nel mostrare una pizza con un’appendice che la fa’ sembrare a forma di “otto”, dei bicchieri pieni di birra anch’essi con un’appendice che è un piccolo bicchiere fuso a quello principale, e un edificio con una protuberanza che fuoriesce dalla facciata come se avessero aggiunto una camera all’edificio principale. Queste appendici vogliono mostrare il 20% di vantaggio dell’abbonamento che l’azienda offre ai clienti, a parità di prezzo.
Cosa mai mi è venuto in mente? "fusse che fusse" che il Berlusconi si sia ispirato a questo spot per lanciare la sua idea di salvataggio dell’Italia dalla crisi, proponendo ai proprietari di casa di aggiungere un 20% di volume all’edificio di proprietà.
Non so, che ne dite? fate un po’ voi… ed ascoltiamo i berluscones come Bocchino che dice che il suo ispiratore ha avuto il "colpo di genio"...e staremo a vedere se il nostro beneamato Presidente del Consiglio dei Ministri premierà il pubblicitario che ha inventato questo spot.
Quindi, viva il 20%
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Di Gennaro Aprea (del 19/03/2009 @ 11:21:48, in M) Satira e Umorismo, cliccato 6779 volte)
NON SIAMO PIU’ CRONOMETRISTI?
 
Tanto per non parlare delle solite cose che ci affliggono in questo periodo di crisi - non solo economica ma di tutta la società e l’ambiente umano e fisico in cui viviamo – mi è venuta la voglia di divertirmi esaminando qualche pubblicità, argomento che è stato sempre interessante quando esercitavo la mia professione..
Ho comparato quella contenuta nel settimanale L’espresso cui sono abbonato, del 18 dicembre 2008, quindi in piena campagna natalizia di regali, e quello di oggi, 19 marzo 2009.
M i sono soffermato sulla pubblicità degli orologi, tipico regalo di Natale, perché sono un appassionato di questa “macchina” che mi affascina e di cui posseggo un certo numero da polso e da muro, anche se non mi sono mai potuto permettere cose eccelse (ho comprato anche orologi da polso da 5 euro). Qualche pendola antica (1830-1850) mi è stato regalata e fa’ bella mostra in soggiorno.
Bene, ma torniamo alla comparazione; indicherò anche le marche, tanto la pubblicità che farò in questo articolo non è per una ma per tante e poi sono certo che ci sono pochi lettori che saranno influenzati da essa
18 dicembre 2008 (i numeri iniziali corrispondono alle pagine)
-         pagine iniziali prima dei primi testi: Paul Picot su due facciate espone 7 orologi da polso, di cui 5 sono cronografi
-         23 Brad Pitt mostra un bel cronografo Tagheuer
-         27 Cartier espone un suo “ballon bleu” un po’ pacchiano, cioè guardatemelo: posseggo un Cartier!
-         29 John McEnroe, il famoso campione di tennis, mostra un cronografo Philip Watch un po’ strano che ha la cassa tonda schiacciata da un lato: innovazione mal riuscita, direi
-         43 una coppia di splendidi modelli espongono il cronografo da uomo ed un normale orologio da donna di Burberry che può essere letto solo dai giovani con vista d’aquila; a 40 occorre mettersi gli occhiali da presbite
-         54 il giovane Ashton Kutcher con Baume & Mercier fanno pubblicità ad un bell’orologio rettangolare illustrando il loro impegno per la lotta contro il cancro
-         57 IWC (International Watch Company) riempie la pagina con un bel “perpetual” cioè un misuratore del tempo per anni, mesi, giorni della settimana e del mese, fasi lunari
-         63 Tudor magnifica un suo cronografo subacqueo
-         69 Police, attraverso un atletico modello espone un cronografo rettangolare “dual time” che ha bisogno del polso di un giocatore di “sumo” per quanto è grande
-         70 cronografo quadrato made in France della Yonger & Bresson
-         76 Pirelli riempie la pagina con il suo modello di cronografo Pirelli zero
-         84 Eberhard magnifica il suo cronografo del 120° anniversario
-         90 Edward Norton mostra il suo polso interamente coperto da un enorme cronografo di ottimo design di marca Breil
-         180 dopo una lunga interruzione di pagine che sono dedicate a champagne, telefoni cellulari, profumi ecc, si presenta un altro cronografo: Corum
-         205 in mezzo a molte foto di potenziali regali vi è un altro cronografo Carrera cassa oversize e bracciale in acciaio da € 2.950
-         207 continua la pubblicità di “passione regali” delle pagine precedenti ed appare il “chrono traversetolo noir” di Eberhard (acciaio) a € 3.700
-         209 idem c.s. un cronografo di IWC a botte acciaio € 11.700 !!!
-         211 sempre in mezzo ad altri regali, finalmente un classico in oro di Eberhard ma il prezzo è “su richiesta” perché deve costare una fortuna
Sono arrivato alla fine di questo numero e noto che su 25 orologi da polso, 18 sono cronografi. Delle due l’una: o nel 2009 il 68% dei lettori dell’espresso sono diventati cronometristi, oppure li comprano (o li regalano) per far vedere che sono degli sportivi, come quelli del calcio negli stadi che stanno seduti ed esercitano soprattutto le corde vocali a furia di parolacce. Ma vorrei sapere: cosa se ne fanno di un cronografo? per misurare le corse dei figli che praticano atletica leggera? oppure per misurare la loro velocità in autostrada mentre corrono distraendosi? oppure semplicemente perché i cronografi sono più belli dei classici? oppure cosa? Se molti regali ad appassionati sono stati fatti in quel periodo quanti sono diventati cronometristi?….forse la risposta c’è qui sotto
19 marzo 2009
ho sfogliato tutto il numero ma non ho trovato una sola pubblicità di orologi, eppure siamo sotto pasqua. Si vede che l’indigestione natalizia ha fatto i suoi effetti ed hanno dovuto ingurgitare molta Magnesia S’ Pellegrino.
L’impressione che ne ho ricavato è che le numerose pagine pubblicitarie di questo numero che continuano ad esserci, sono rivolte più che altro a persone super-ricche che non sono toccate dalla crisi. Infatti abbondano quelle di auto da 45-50.000 Euro in su, compresi naturalmente i SUV, le griffe di alta moda con i relativi profumi, i trattamenti cosmetici, la moda “underwear”, cioè mutande reggiseni e dintorni, e varie altre produzioni costose.
Vedremo cosa succederà…vuoi vedere che i ricchi, e le ricche case di produzione di beni per ricchi, ci salveranno dalla recessione?
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Di Gennaro Aprea (del 11/03/2009 @ 19:24:10, in M) Satira e Umorismo, cliccato 738 volte)
IL BRUTTO VIZIO DI SOGNARE
 
Oggi pomeriggio mi sono seduto sul divano a guardare il telegiornale e, non so perché, mi è venuto subito sonno dopo la proposta del nostro beneamato Presidente del Consiglio di far votare le leggi solo ai capigruppo delle varie composizioni politiche…..appena addormentato, ho iniziato immediatamente a sognare, come se continuassi a seguire il telegiornale.
Ho finito quindi di guardare la trasmissione, mi sono alzato dal divano pieno di rabbia, ho letto anche gli articoli del quotidiano cui sono abbonato per avere un’idea più chiara e apprezzare i commenti di alcuni giornalisti sull’argomento; poi, senza porre tempo in mezzo (come si diceva una volta) ho preparato la nuova valigia gialla che avevo comprato in dicembre scorso per il viaggio in Russia, ed ho chiamato un taxi per farmi accompagnare al vicino aeroporto di Linate.
Ho comprato un biglietto per Londra e dopo un volo di poco più di un’ora sono atterrato a Heathrow dove ho trovato ad aspettarmi il mio caro amico napoletano Giorgio che ci vive da più di 25 anni. Non mi sono meravigliato della sua presenza nonostante non lo avessi informato in anticipo del mio arrivo, ma sembrava che lui sapesse già tutto: “Ti porto subito a Scotland Yard – mi ha detto – ma non potrai vedere la Regina prima di domani, anche perché vi sono delle brevi formalità da fare che riguardano la tua richiesta di asilo politico”. Infatti alla sede centrale della “Metropolitan Police” mi aspettavano e mi hanno accolto con la massima simpatia di cui sono capaci gli inglesi, cosa rara nei riguardi degli italiani, specialmente se napoletani, da quando ho iniziato a frequentarli nel 1957.
Le formalità sono state brevissime, come di solito in Gran Bretagna dove la burocrazia è semplificata al massimo ed in pratica non esiste; poi Giorgio mi ha accompagnato a casa sua dove gli ho preparato un bel ragù alla napoletana, di cui aveva nostalgia. A cena c’erano degli amici, fra cui una signora italo-siriana, una cinese ed il professore ad Oxford anche lui Giorgio, vecchia conoscenza dei miei trascorsi a Londra.
Ricordo di aver bevuto molto e di essermi addormentato di nuovo sul divano di Giorgio che mi ha svegliato l’indomani mattina.
Mi ha anche prestato il suo “morning dress” (l’abito da cerimonia che noi chiamiamo tight) per l’incontro con la Regina obbligandomi ad indossarlo perché secondo lui non stava bene che io mi presentassi in girocollo blu marine, sebbene fosse di cachemire, e una giacca molto sportiva.
Appena arrivato a Buckingham Palace le guardie con il colbaccone (busby) mi hanno presentato le armi scattando sull’attenti con un gran sbattere di tacchi, poi sono stato introdotto nella sala del trono accompagnato da Mr. Brown, il Premier, dove la Regina mi aspettava.
Mi sono inchinato, molto emozionato, ed ho ascoltato il suo discorso, congratulandomi con me stesso perché capivo tutto del suo inglese super-raffinato.Tutto si è svolto rapidamente ed alla fine ha concluso dicendo: “We have the pleasure to grant you the right of asylum you applied for” …poi, dopo una breve interruzione ed un sorriso aperto, ha continuato: “We fully understand you, Mr Aprea, we share your point of view: Mr. Berlusconi is a real cad…” ed ha fatto cenno che l’udienza era finita.
Ma per me c’era qualcosa che mi mancava, cioè la parola CAD che non avevo capito. Ho subito pensato, ma che centra il Computer Aided Design con Berlusconi?… Mah! si sarà sbagliata, oppure ho sentito male perché le mie orecchie cominciano a dare segni di stanchezza. Rimuginando, ho chiamato un taxi e sono ritornato da Giorgio, questa volta non il napoletano, ma il professore di Oxford, al quale ho chiesto: “ma esiste la parola “cad” che si addice a una persona?”
“Certo – mi ha risposto immediatamente – la traduzione letterale sarebbe “gaglioffo”, ma si dice di una persona di basse maniere e/o di classe bassa, di un colpevole sfacciato, di una persona che si comporta in maniera riprovevole…”
“Grazie Giorgio, mi basta”…e mi sono svegliato
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