Omografi? Contatti
Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 22/07/2008 @ 11:07:18, in C) Commenti e varie, cliccato 862 volte)
ORMAI SIAMO ABITUATI ALLE BUGIE
 
A me piace leggere le lettere dei lettori ai giornali perché mi fanno conoscere un mondo spesso diverso da quello che scrivono i giornalisti professionisti, quindi imparo anche cose nuove e tocco il polso delle persone comuni. Non so quanti lettori di questo sito hanno la mia stessa abitudine; e neanche so quanti di voi ascoltano “Prima Pagina” su Radio 3, dove ogni settimana un giornalista nuovo racconta per 45 minuti ciò che c’è scritto sui giornali e per un’altra mezzora parla con gli ascoltatori che telefonano e fanno domande sui fatti del giorno e dintorni.
Stamattina la giornalista Maria Latella ha riportato la lettera scritta a La Repubblica da una signora che ha un cognome significativo, Iervolino, ma che sicuramente non ha niente a che fare con il Sindaco di Napoli.
Vi riporto integralmente la lettera:
 
“Sono spesso a Napoli per motivi di lavoro. Dal centro la spazzatura è stata rimossa, ma la situazione nelle aree periferiche e in Provincia non è cambiata. Qualche giorno fa ero diretta verso Casalnuovo. Ho percorso un lungo tratto dell’asse mediano, una delle arterie più trafficate della Campania.
Oltre a dover scansare i sacchetti disseminati sulla strada, ho dovuto chiudere i finestrini dell’auto per evitare di sopportare una puzza indescrivibile, un miscuglio di plastica bruciata e materiale organico in putrefazione.
 
Commenti:
1)     Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berluskoni, qualche giorno fa, ha affermato che il problema dei rifiuti urbani è risolto. Bugie? A voi la risposta. Dico solo che continua ad imitare un altro Grande della Terra, il passeggiatore (Walker) Gorge Bush che nel 2003 disse: la guerra vittoriosa in Irak è finita.
2)     I miei concittadini napoletani e campani, continuano a protestare contro le discariche e continuano a bruciare i loro rifiuti per protesta. Sono solamente imbecilli e sanno unicamente lamentarsi senza pensare al bene comune quello che ormai tutti dovrebbero sapere, cioè che la soluzione è la raccolta differenziata, cosa che numerosi Comuni della Campania e vicino Napoli già fanno egregiamente, spendendo anche meno di TARSU, perché i Comuni si vendono i rifiuti riciclabili
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Di Gennaro Aprea (del 20/07/2008 @ 12:35:19, in F) Questa è l'Italia, cliccato 800 volte)
IMPRONTE DIGITALI E AUTOSTRADE
 
I grandi giornalisti professionisti fanno indagini e scrivono commenti sulle grandi cose che succedono in Italia, in politica, sulla legalità che non esiste più, e la non legalità che è diventata la normalità, sul sistema che sta collassando, ecc. Quindi io non mi permetto di aggiungere altro…
Però qualche piccola cosa – e le piccole cose molte volte sono sintomi delle grandi – che i media dimenticano, le voglio dire.
 
Impronte digitali
Negli ultimi giorni abbiamo letto e sentito che l’intero arco politico, dopo le furiose polemiche sulle impronte digitali ai bambini degli zingari, è d’accordo su emanare la legge che obbliga tutti, in base alla legge finanziaria 2009, ad avere l’impronta sulle Carte di Identità.
Da sempre, sulle CdI vi è un rettangolo per l’impronta. Immagino dunque che una legge in tal senso già esista e non è mai stata applicata, come succede quasi sempre in Italia.
Questa finanziaria si è forse inventata l’acqua calda?
Beninteso, sulle nuove CdI digitali, vi sarà l’impronta – ed anche più di una – nel chip.
Ma allora, i nostri ministri e parlamentari si divertono a inventare ed approvare nuove leggi che già esistono…E io pago! diceva Totò.
Non bastava un regolamento di applicazione del Ministero dell’interno?
Ahimè! Questa è l’Italia
 
Lavori in autostrada
A partire dal giugno 2006 abbiamo iniziato ad andare sulla Riviera ligure in qualche fine settimana ed in estate per qualche giorno in più.
Era da molto tempo che non prendevo l’autostrada di Serravalle. Circa al Km 45 due anni fa erano già iniziati lavori di allargamento da due a tre corsie per una lunghezza di circa 28 Km. Adesso, dopo due anni abbondanti, i lavori non sono ancora terminati. Ma non basta, dato che le due attuali corsie si sono un po’ ristrette, la velocità massima permessa è di 70 Km/ora, cosa assolutamente assurda perché in situazioni analoghe per lavori in altri tratti autostradali italiani, dal nord al sud, la velocità è ridotta a 100 o a 90 e solo per qualche tratto pericoloso è 80 Km/h.
E infatti nessun guidatore – confermo nessuno – compreso i camionisti, va a meno di 80-90 quando prende l’autostrada per Genova, anche perché nei fine settimana nessuno lavora. Un sostanziale percentuale di automobilisti guida a molto più di 100 all’ora. E non mai visto la Polizia stradale!
Nel tratto Milano Bergamo dell’autostrada A4 per Venezia, da Agrate a Bergamo, cioè più di 40 Km, hanno costruito la quarta corsia in 12 mesi senza che la velocità massima fosse 70/h ma a quelle che vi ho appena scritto.
Cosa succede su questa benedetta autostrada di Serravalle? Mistero dei misteri !
Se qualcuno ne sa qualcosa me lo dica, grazie.
E ancora una volta: questa è l’Italia !
 
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Di Gennaro Aprea (del 27/06/2008 @ 16:36:52, in C) Commenti e varie, cliccato 930 volte)
EDITORIALE 3 
 
 
E’ esattamente passato un mese da quando ho scritto l’ultimo articolo di questo sito. Le ragioni sono molte; ospiti graditissimi dall’estero che si sono trattenuti da noi e che mi hanno completamente assorbito mentre mia moglie era impegnata, il PC che ha fatto le “bizze”, altri impegni di casa, il giardino, le riunioni (anche di impegno politico), ecc….ma non vi voglio annoiare oltre con i fatti personali.
Poi tutto si è un po’ calmato, ma di fronte agli avvenimenti politici di questi ultimi giorni, sono rimasto senza parole e mi è venuta una specie di orticaria alla quale non so reagire come invece hanno fatto benissimo alcuni ottimi giornalisti, fra i quali non posso non menzionare Michele Serra con la sua “Amaca” di ieri che avrei voglia di mettere in cornice.
A me, che sono un povero tapino, non resta che dire un pensiero quasi banale, cioè che stiamo andando verso un fascismo strisciante che forse diventerà sempre più chiaro e palese.
Quindi questo mio ritorno alla scrittura non sarà un articolo politico o di satira. oppure di critica alle aziende italiane (e in questo campo ci sono sempre cose da dire); forse riprenderò, ma devo ancora metabolizzare la situazione che mi ha lasciato di stucco e con l’amaro in bocca.
E, dato che un sorriso fa’ sempre bene alla salute, mi è venuto in mente che potrei raccontarvi per cominciare qualcosa di leggero – ormai siamo in periodo di ferie – e cioè il primo di una serie di episodi che sono capitati nel corso della mia vita, episodi veri ma quasi incredibili.
Questo risale agli anni 80, quando ero nel pieno della mia attività di consulente di direzione: lo chiamerò:
AVVENTURA IN AEREO (novembre 1982)
C’è stato un periodo della mia vita di lavoro in cui ho viaggiato spesso fra l’Italia e gli Stati Uniti, cinque-sei volte l’anno. All’andare i voli partivano di solito verso le undici-mezzogiorno e si arrivava a New York dopo le classiche otto ore abbondanti, cioè nel primo pomeriggio, ora locale, a causa del fuso orario. Si viaggiava di giorno e si arrivava di giorno quindi difficilmente si schiacciava il classico pisolino.
A ritorno invece i voli partivano verso sera. Ci servivano la cena, poi il film e alla fine spegnevano tutte le luci e i passeggeri si addormentavano. Io come gli altri.
Però avevo – ed ho ancora – difficoltà ad addormentarmi seduto, anche se le comode poltrone degli aerei permettono di abbattere molto lo schienale. Quindi, appena salivo in aereo cercavo, e ci riuscivo spesso dato che i voli non erano mai pieni, specialmente in classe “executive”, a sedermi da solo in una poltrona delle file centrali che ne hanno cinque.
Anche quella sera fui fortunato e tutto si svolse come di consueto. Appena le luci furono spente, cominciai a preparare il mio “giaciglio”, sollevando i braccioli di tutte le poltrone, stendendo alcuni “plaid” (tutti puliti perché estratti da buste di plastica sigillate) sulle sedute, e accomodando il cuscino, anch’esso pulito, a ”capo letto”.
Avevo appena finito queste operazioni nel giro di un paio di minuti, quando una persona si avvicina. Si vede che la sua camminata è tentennante perché si appoggia pesantemente agli schienali delle poltrone. Le sue palpebre sono “a mezz’asta” e gli occhi hanno un’espressione di uomo mezzo addormentato mentre la testa si inclina a destra e a sinistra come se gli pesasse troppo. Il suo abbigliamento denota il classico americano del “Mid-West”, cioè il contrario dell’uomo d’affari newyorkese. Tutto si svolge in pochi secondi
Appena arrivato all’altezza della fila di poltrone da me “occupata” vi entra dentro, si tira giù i pantaloni ed il boxer, e comincia ad urinare sulla poltrona e sulla moquette del pavimento.
Sono esterrefatto e per qualche secondo rimango impietrito. Poi vado dal primo steward che si era già addormentato sulla sua poltrona. Cerco di svegliarlo, ma non capisce subito ciò che tento di spiegargli. Poi finalmente recepisce la stessa frase ripetuta da me tre volte e si alza, comunque con aria incredula. Andiamo insieme al “mio posto” e, saranno passati in tutto almeno quattro minuti, il nostro uomo continua a mingere tranquillamente. Incredibile: quanta pipì può aver espulso in tutto quel tempo!
Lo steward, da buon americano puritano, per prima cosa gli butta addosso un plaid per nascondere le “pubende” e comincia a parlargli sottovoce…..poi riesce ad aiutarlo ad alzarsi, nonostante la mole notevole dell’uomo, e lo accompagna sorreggendolo verso la toilette. Ritorna subito dopo verso di me, ancora frastornato, mi ringrazia e mi dice:
“You know, sa, gli ho servito almeno 10 birre (da 33 cl., cioè in tutto 3,300 litri, nda) e se l’è scolate tutte….non potevo immaginare che gli facesse quell’effetto….era completamente ubriaco, e la sbronza di birra, si sa, è  terribile. I am very sorry and apologize for the inconvenient, sono molto spiacente e mi scuso per l’inconveniente”.
Io raccolgo i miei giornali, la ventiquattrore, e mi guardo intorno per cercare un altro posto analogo.
Non riesco a vederlo e un’incazzatura mi sale dal profondo. Mi siedo in una fila a due poltrone.
Indovinate! Facilissima la risposta, non sono riuscito a dormire per tutto il viaggio!
Ho trovato a Milano il cielo plumbeo e, come al solito, sono andato direttamente in ufficio dato che anche questa volta il fuso orario ci ha fatto arrivare nel primo pomeriggio. Cadevo dal sonno ma sono riuscito a lavorare fino a sera.
Però, quando ho raccontato in ufficio davanti a un caffè quanto mi era successo, tutti i colleghi si sono fatti una bella risata…ed in fondo avevo anch’io ben ragione di farla, anche ora mentre scrivo, ripensando che questo è stato uno degli episodi più buffi ed incredibili che mi siano capitati.
 
 
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