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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 03/10/2006 @ 17:19:44, in I) Sport e Calcio, cliccato 948 volte)
Prime considerazioni sul gioco dei calci…. pardon del calcio
 
 
 
Sono perfettamente conscio che questi miei commenti mi attireranno le maledizioni, ed anche qualcosa di più, della maggior parte dei lettori.
Il fatto è che da molti anni ormai (più o meno a partire dal nostro 4 a 3 con la Germania ai campionati mondiali del 1970) sono più che convinto che il gioco del calcio non si può più considerare uno sport. E non mi riferisco solo al fatto che vi girano milioni e miliardi, né al fatto che sugli spalti vi sono accese tifoserie costituite spesso da delinquenti più o meno politicizzati.
Ritengo che lo “spettacolo più bello del mondo” oggi abbia perso qualsiasi caratterisica di uno sport  vero.
Non voglio parlare degli ultimi avvenimenti che ci hanno “deliziato” quest’anno, in un crescendo inimmaginabile; editorialisti eccellenti ne hanno scritto da tutti i punti di vista, alcuni salvando il calcio, altri condannandolo.
Io lo condanno da un pezzo e vi dirò quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tanti anni fa sono stato per 5 anni consigliere comunale, all’inizio eletto con la maggioranza come indipendente, poi dopo pochi mesi, dimissionario dall’incarico di assessore all’ecologia, fuori dalla maggioranza di sinistra e all’opposizione, il cui sindaco socialista aveva combinato una grossa porcheria.
Per motivi di presenza obbligata ad alcune manifestazioni, una volta dovetti assistere ad un allenamento di ragazzi dai 12 ai 15 anni di una squadretta di calcio locale. E fui inorridito dall’allenatore che insegnava a questi ragazzi le tecniche per far male agli avversari senza farsi vedere dall’arbitro. Quando cercai di protestare, molte persone mi dissero con sarcasmo che questa era una prassi normale e consolidata e che non dovevo prendermela tanto……c’è qualche commento da fare? Forse aggiungere solo che i genitori dei ragazzini che accompagnano agli allenamenti e che sono presenti alle partite, incitano i figli ad essere crudeli! Qualche giorno fa, in un pranzo in Toscana ho avuto l’occasione di parlare di calcio con delle persone che non avevo mai visto prima dicendo che quando vedo una partita in TV cambio immediatamente canale e che, se mi soffermo per qualche attimo, non vedo altro che gioco scorretto. Ebbene molte du queste persone mi hanno dato ragione e una distinta signora mi ha raccontato aver sentito i genitori incitare i figli con questa frase detta in puro toscano: “e dagli una stincata!”.
Allora il gioco scorretto che vediamo durante le partite non è forse il risultato di violenza voluta e insegnata ai giocatori con l’unico scopo di mettere gli avversari fuori combattimento? E il grave è che ciò è esteso ai bambini e ai giovanissimi!
Dopo Calciopoli, Moggiopoli e via “polificando” ho letto sulle lettere al direttore di vari giornali che molti appassionati di calcio sono rimasti disgustati da ciò che è diventato il calcio, campionati mondiali compresi (ormai si fa male all’avversario anche facendosi vedere bene da tutti, leggi Zidane)
Insomma nel gioco del calcio non vi è più un solo briciolo di etica sportiva. Insomma il calcio è più che altro una scuola di violenza in campo e sugli spalti.
 
Allora io propongo che i media, TV, radio e stampa, diano le “notizie sportive” ben separate dalle “notizie sul calcio”.
 
Voi mi direte che anche altri sport fanno girare centinaia di milioni e la sportività spesso è al limite dell’etica, la Formula 1, la pallacanestro, la palla a nuoto, il rugby (dove sono previsti alcuni comportamenti violenti dal regolamento del gioco) ecc., ma lì gli arbitri almeno sono molto severi e quasi sempre onesti. I disonesti si trovano dappertutto ma negli sport si tratta ovviamente di limitate percentuali rispetto a quelle nell’ambiente del calcio.
 
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Di Gennaro Aprea (del 02/10/2006 @ 17:01:33, in F) Questa è l'Italia, cliccato 801 volte)
Poste Italiane - ve ne siete accorti?
 
 
Quasi una volta al mese vado in posta a pagare un bollettino di c/c postale.
Oggi ci sono andato per la prima volta dopo le vacanze estive e, leggendo sulla ricevuta il timbro che attesta il pagamento, mi sono accorto che la cifra aggiuntiva non è più solo 1 Euro (che era già il risultato di un forte aumento della tassa) ma vi anche una nuova voce “commissioni” di € 0,13. Lo sapevate?
Io leggo bene i giornali, ma non avevo mai notato questa notizia. Comunque si conferma una volta di più l’esosità delle Poste Italiane. Pensate a quanti pagamenti in c/c sono eseguiti ogni giorno – io non lo so ma immagino qualche milione - e moltiplicate per 0.13€!
 
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Di Gennaro Aprea (del 29/09/2006 @ 16:24:30, in F) Questa è l'Italia, cliccato 866 volte)

EURO o Lira?
 
L’altro ieri ho visto in un telegiornale che in un supermarket in Toscana si usa ancora la Lira come mezzo di pagamento.
Devo dire francamente che la situazione in Italia (ma anche in Francia i prezzi sono ancora nelle due valute – non so in altri paesi europei) è a mio parere assurda.
Forse io sono un po’ deviato a causa della mia professione di consulente di management, perché fin dagli inizi degli anni 90 del secolo scorso ero abituato a usare l’ECU (European Currency Unit –unità valutaria europea) perché ho avuto molto a che fare con la Commissione Europea che pagava e contava solo in ECU; quindi, quando è arrivato l’Euro che era la logica conseguenza dell’ECU, mi sono trovato perfettamente a mio agio.
Ma per me è incomprensibile che si continui a parlare – e a pensare – in Lire quando ormai la nostra vita è regolata solo dalla nuova moneta.
Capisco che i nostri nonni, ed anche molti padri, possano avere qualche difficoltà, ma cosa c’entra la Lira con i giovanissimi di oggi (12-14 anni) e soprattutto con i bambini che sentono parlare di Lire senza nemmeno sapere di cosa si tratta dato che quando è entrato l’Euro quasi non utilizzavano le monete?
A mio parere la colpa di tutto è dovuta alle nostre disastrose televisioni e delle trasmissioni dove personaggi/presentatori/conduttori spesso bravissimi, come Bonolis e Amadeus, per non parlare di Pupo e di molti altri (che hanno molta presa sul pubblico), continuano a ricordare “la moneta del vecchio conio” o frasi simili. Non capisco perché è invalsa questa abitudine che è a mio parere diseducatrice e puzza molto di conservatorismo.
Lo hanno fatto forse per far capire meglio ai nonni il valore degli Euro? Ma questa è pura diseducazione. Se non l’avessero fatto, sicuramente gli ascoltatori avrebbero all’inizio fatto un rapido conto mentale per il paragone con la Lira, poi, man mano si sarebbero abituati rapidamente a pensare solo in Euro, come è giusto che sia, secondo il mio parere.
L’Europa si costruisce anche così
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