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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 08/09/2012 @ 17:46:28, in F) Questa è l'Italia, cliccato 1066 volte)
NUBI TOSSICHE


 
Venerdì 7 settembre è apparso sul  “Corriere.it” l’articolo che potete leggere qui di seguito, il cui testo mi ha fatto saltare sulla sedia più di una volta. Mi sono infatti chiesto: è possibile che giornalisti che scrivono per il grande Corriere possano ridursi a questa modesta espressione della loro professionalità? Leggetelo e poi troverete i miei commenti.
A PESCHIERA BORROMEO
Nube tossica si sprigiona da un'industria chimica: 111 operai intossicati
L'incidente alla «Hulls & Capelli». A dare l'allarme i dipendenti della vicina TnT che accusavano malori
PESCHIERA BORROMEONube tossica si sprigiona da un'industria chimica: 111 operai intossicati
L'incidente alla «Hulls & Capelli». A dare l'allarme i dipendenti della vicina TnT che accusavano maloMILANO – Un errore di miscelazione, e dalle cisterne della Hulls & Capelli di via Spinelli a Peschiera Borromeo, giovedì, si è sprigionata una nube irritante. E’ successo attorno alle 19 a Canzo, frazione industriale di Peschiera Borromeo dove una settantina di lavoratori dello hab della Tnt, adiacente alla'azienda chimica, hanno accusato forti bruciori alla gola e irritazione alle vie aeree. L’allarme è stato dato proprio dai dipendenti della Tnt che hanno abbandonato i locali dell’azienda e chiesto l’intervento del 118.
NUBE TOSSICA - In via Spinelli sono così arrivate dodici ambulanze e quattro automediche, oltre ai vigili del fuoco con le unità speciali. Sul posto anche i carabinieri della caserma di Peschiera e di San Donato Milanese, che hanno accertato come attorno alle 16 nello stabilimento della Hulls & Capelli, azienda che fornisce prodotti chimici industriali, sarebbero state mischiate erroneamente due sostanze che, unite, sprigionano vapori fortemente irritanti. La piccola nube si sarebbe diffusa nell’hab della Tnt, che confina con l’azienda chimica, e da qui i malori riferiti dai dipendenti. Vigili del Fuoco, medici del 118 e tecnici dell’Asl hanno effettuato analisi ed accertamenti.
Barbara Sanaldi e Redazione Milano online7 settembre 2012 | 19:35© RIPRODUZIONE RISERVATA
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1)     la società TNT si deve scrivere tutta in maiuscolo, sia nel titolo che nel testo dell’articolo; evidentemente la Signora Sanaldi non conosce questa grande società
2)     “hab” si deve scrivere “hub” che tutti sappiamo cosa sia; se fosse volutamente una contrazione di “habitat” non vedo come questa parola possa essere adatta a descrivere un grande complesso di uffici e magazzini (ben conosciuto da tutti quelli che spediscono o ricevono pacchi e simili)
3)     non capisco il numero del titolo: “111 operai intossicati” mentre invece nel testo si parla di “una settantina” di lavoratori”; allora, quanti sono? operai è la parola sbagliata e lavoratori quella giusta, dato che alla TNT vi sono operai e impiegati
4)     vorrei sapere perché non si parla anche dei dipendenti della Hulls & Capelli: forse sono stati “esentati” dalla nube tossica?
5)     “forti bruciori alla gola e irritazione delle vie aeree”; cosa significa? perché, dando questa notizia, non si dice quali sono le conseguenze dell’errore di miscelazione? conseguenze letali? leggere ma irreversibili? passeggere? insignificanti? Siete d’accordo che questa sia la notizia importante? non ho visto altre precisazioni su questo argomento nei giorni successivi.
Mi aspetto più precisione e professionalità dai giornalisti di qualsiasi giornale, ma evidentemente lo sfascio dell’Italia si dimostra oggi anche nella professione di giornalista.
 
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Di Gennaro Aprea (del 01/09/2012 @ 20:06:09, in F) Questa è l'Italia, cliccato 723 volte)
L’AEROPORTO E LO SPREAD
Oggi, fra le lettere al Direttore di Repubblica, ho letto questa inviata dal Signor Borghi che riporto interamente (mi sono permesso di evidenziare il titolo e la conclusione)


 
“L’aeroporto nel caos e lo spread sale
Franco Borghi – Roma
Se un aeroporto è il biglietto da visita di un Paese, allora grazie allo scalo di Fiumicino lo spread dell'Italia è ben più alto di quello dei titoli di Stato. Giovedì 30 agosto, ore 19.45: il volo in arrivo da Dubai è in perfetto orario, ma la speranza di uscire presto si infrange al controllo passaporti. Quattro voli in arrivo in contemporanea, 1200 passeggeri, la maggior parte comunitari, e un solo varco aperto per i controlli. Risultato: per un'occhiata distratta ai documenti da parte dell'unico agente di ps in servizio ci vorranno 45 minuti. Protesta verbale ad un addetto degli Aeroporti di Roma. La risposta: faccia reclamo, tanto dipende dalla polizia. Nel frattempo sul nastro bagagli le valigie provenienti da Dubai si sono mescolate con quelle dei passeggeri in arrivo da altre destinazioni, ed il ritiro si trasforma in una caccia al tesoro con spintoni e gomitate. Alla fine il bagaglio è recuperato, ma non ci sono carrelli per raggiungere l'uscita. Altra richiesta di spiegazioni ad un addetto. La risposta: boh, saranno tutti fuori. È vero, sono tutti fuori, ma nessuno pensa che sarebbero più utili dentro. Ed il personale preposto fuma serenamente. Alla protesta rispondono: e che ce posso fa? Alla fine si trova un taxi, dopo aver respinto le lusinghe dei conducenti abusivi, che pascolano a caccia di stranieri in un piazzale semibuio e sudicio. Benvenuti in Italia. Ma siamo sicuri di essere in Europa?
 
Mi chiedo – e mi piacerebbe chiederlo all’Autore – se la sua ultima affermazione sottintende che fuori Europa le cose stanno come in Italia. Ebbene, se la mia ipotesi è valida (forse vuole riferirsi a Paesi africani, asiatici e del Sud America? oppure solo a quelli dove sono in corso guerre o rivoluzioni ove la situazione presuppone questi disguidi?) devo dire che, avendo viaggiato per cinquanta anni in 75 paesi di 4 continenti, la situazione di Fiumicino è certamente peggiore rispetto a tutti gli altri aeroporti esteri con un traffico passeggeri simile a quello di Fiumicino, ma anche ad aeroporti più piccoli. Ora non viaggio più frequentemente ma ritengo che in quegli aeroporti le cose non possano essere che migliorate col tempo.
Allora, non solo non siamo in Europa o in alcun altro paese estero, siamo PURTROPPO unicamente in Italia (lo dico piangendo dentro di me); quindi lo spread, che comprende anche la disistima nei nostri confronti, ha ben ragione di essere...oppure no?
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Di Gennaro Aprea (del 31/08/2012 @ 15:12:07, in C) Commenti e varie, cliccato 628 volte)
CRESCITA, DECRESCITA E DINTORNI
 
Da un po’ di tempo a questa parte sentiamo parlare frequentemente della necessità della crescita per risolvere i problemi economici italiani ed europei.
Si parla anche di sviluppo, di sviluppo sostenibile ed anche di crescita sostenibile, ove “sostenibile” può significare molte cose, fra le quali vi è la necessità d salvaguardare il lavoro, cosa importante, ma anche l’incremento della produzione industriale a patto che rispetti l’ambiente naturale e del territorio ove opera, ecc.
Ma non basta: sentiamo parlare anche di decrescita, serena o felice, molto criticata perché invece lo sviluppo del PIL deve continuare, quindi la decrescita è inaccettabile perché ci porterebbe tutti alla miseria e al Medioevo. Molti parlano e disquisiscono su queste cose avendo una conoscenza superficiale dei problemi economici, finanziari e sociali, nonché delle cause che li hanno creati. Inoltre ho l’impressione che molti di questi parlano (e scrivono) per il gusto di criticare mentre solo pochi di questi hanno letto il famoso  “Piccolo manuale della decrescita serena” dell’economista parigino Serge Latouche.
Io l’ho letto per motivi di studio e vi assicuro che potrebbe essere interessante per tutti, pur non condividendo il 100% delle sue tesi. Certo è che una delle cose importanti da fare da parte di tutti è di non spendere al di sopra delle nostre possibilità come abbiamo fatto finora per molti anni, accumulando il debito che tutti ormai conosciamo; e soprattutto di cambiare le nostre abitudini di consumatori spreconi.
Mentre scrivevo queste cose serie pensavo anche a me stesso ed al mio comportamento di consumatore, così mi sono quasi assolto rispetto alla media dell’uomo della strada; anche perché avendo raggiunto una rispettabile età i miei desideri, esigenze e voglie si sono molto affievoliti rispetto agli anni della gioventù e della maturità, periodi in cui i mio reddito non era solo la pensione attuale.
Così ho cercato di capire meglio come la decrescita serena poteva coinvolgermi.
Dopo molto pensare......ho trovato una sola risposta: quando ero giovane la mia altezza era 1,82 m; ora che le cartilagini intra-verterbrali si sono consumate con l’andar degli anni, sono sceso poco sotto il metro e ottanta. Così ho pensato che quasi tutte le persone della mia generazione, e forse anche più giovani, sono nelle mie condizioni di decrescita: ....che non è terribile e mi lascia tutto sommato sereno.
In fondo vivere sereno per chiunque significa essere in buona salute, avere pochi problemi, anche finanziari, avere molti amici, dare e ricevere amore alle/dalle persone che ci sono vicine, avere molte occasioni di ridere, e molte altre cose particolari che ognuno di noi desidera.
Quindi auguro a tutti i miei lettori “questo tipo di decrescita serena”.
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