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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 30/05/2012 @ 19:35:05, in I) Sport e Calcio, cliccato 885 volte)
IL FOOTBALL-SHOW
 
Uno dei miei primi articoli di questo blog nell’ottobre 2006 si intitolava “Prime considerazioni sul gioco dei calci…pardon, del calcio” edesprimeva il mio disprezzo per questo gioco che già da allora consideravo non più uno sport. Se volete dargli un’occhiata basta cliccare sulla Sezione “Sport e calcio” e andate indietro fino al primo articolo in fondo a pagina 3..
Da qualche anno, alle considerazioni di cui sopra, è doveroso aggiungere un’altra caratteristica che lo rende ancora più lontano da uno sport, quello delle scommesse e delle partite truccate, cioè di malavitosi che estendono la loro delinquenza a livello internazionale, addirittura con rapporti con la camorra, mafia, ‘ndrangheta, ecc.
Il calcio è diventato in Italia solo uno show penoso, come tanti ne vediamo (con pochissime eccezioni) in televisione dove personaggi imbecilli “l’un contro l’altro armati” si danno sulla voce coadiuvati da conduttori altrettanto imbecilli che li lasciano fare solo rumore. Questi talk-show sembrano una metafora dei calciatori che si danno reciprocamente calci (e pugni, gomitate, sgambetti pericolosi per l’incolumità delle loro gambe, ecc.) per pestare l’avversario. E non parliamo delle tifoserie.
Bene, benissimo, ha fatto il Presidente Mario Monti nel pronunciare la frase “bisognerebbe chiudere il calcio per 2 o 3 anni”. Cosa lodevole ma realisticamente difficilmente attuabile.
Io aggiungo e ripeto: il calcio italiano non è più uno sport. Avrei voglia di fare una campagna raccogliendo firme per obbligare i direttori dei giornali quotidiani e delle trasmissioni sportive in TV e radio a separare le notizie sportive da quelle del “football show” (professionale) che è seguito ancora da troppe persone (tralasciamo le congreghe dei tifosi sulle curve che sono pagate dalla squadre per iniziative anche delinquenziali) in buona fede, ma che per fortuna – statistiche alla mano - stanno diminuendo sia negli stadi che come telespettatori.
Opterei per far rientrare nelle notizie sportive il calcio delle squadre dei dilettanti, beninteso dopo accurati controlli che i loro comportamenti siano improntati alla massima etica sportiva.
So che molti mi manderanno a quel paese, per dirla con un eufemismo, ma se c’è qualcuno che ha voglia di fare commenti, mi scriva e li pubblicherò con piacere, ovviamente indicando l’autore (se lo vuole, altrimenti indicherei “lettera firmata”).
 
Con questo articolo fermo la Sezione “Sport e calcio” e ne aggiungerò una che si chiamerà solo “Sport” dove non si parlerà più di calcio, almeno fin quando questo spettacolo e tutto ciò che di sporco c’è dietro non tornerà ad essere quello di molti anni fa e del gioco che si vede in altri paesi (pochi) dove ancora esiste l’etica sportiva in questa attività
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Di Gennaro Aprea (del 25/05/2012 @ 17:04:16, in B) Belle Immagini, cliccato 973 volte)

STRANO ALBERO IN AFRICA

Clicca qui per vedere le immagini.

Realmente e' incredibile che qualcuno abbia potuto fare tante sculture senza rovinare l'albero!

E' un mistero perche' nessuno sa' chi e' stato l'artista!!!

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Di Gennaro Aprea (del 19/05/2012 @ 18:58:27, in L) Zero-carbonio, cliccato 673 volte)
QUELLO CHE (NON) HO
 
La trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano coadiuvati da eccellenti amici-colla- boratori, ha avuto ascolti dai 9 ai 10 milioni di telespettatori ogni sera, fra i quali il sottoscritto.
Quando ho visto che si poteva suggerire una parola da sviluppare durante le tre giornate, ho subito cercato sul sito se era possibile suggerire, oltre la parola, anche un percorso, ma mi sono reso conto che ciò non era ammesso; quindi ho inviato la sola parola che avevo in mente, cioè che io (ed altre persone) non ho: AMBIENTE, nel senso di un buon ambiente naturale in cui viviamo.
Ed ecco il percorso che avevo in mente di suggerire.
Quello che abbiamo:
-          un ambiente economico e soprattutto finanziario che ci ha ridotto nelle condizioni in cui tutto il mondo si trova, salvo pochissime eccezioni
-          un ambiente politico inquinato e troppo spesso ributtante
-          un ambiente religioso troppo spesso da rifiutare e da riformare
-          un ambiente amorale troppo diffuso e dove l’etica è sparita in ogni azione umana
-          un ambiente sportivo troppo spesso inquinato da comportamenti non sportivi
-          un ambiente familiare dove aumentano le azioni ed i comportamenti relazionali, fino alla criminalità nei confronti di donne, bambini e in minor misura anche contro uomini
-          ci sono poi molti altri tipi di ambienti che abbiamo e che potremmo menzionare i quali ammorbano la nostra vita
Quello che non abbiamo:
-          in generale un ambiente naturale sano e piacevole che non provochi danni al globo terraqueo e alla nostra salute
-          un ambiente ove l’acqua non inquinata sia a disposizione di tutti nel mondo intero
-          un ambiente atmosferico che ci permetta di non respirare veleni
-          un ambiente su tutte le terre emerse che non diventi gradualmente deserto a causa dell’effetto serra
-          un ambiente paesaggistico che non sia devastato da costruzioni
-          ecc.
Ebbene, fra le parole suggerite da chi ha scelto le parole importanti (che sono state tutte trattate benissimo), la parola ambiente non ha avuto molti “clic”, quindi non è stata esaminata.[1]
Ciò purtroppo conferma quanto vado dicendo e scrivendo da tempo, cioè che solo un’infinitesima percentuale dei cittadini a livello mondiale ha preso coscienza dell’importanze di avere un buon ambiente naturale e di fare qualcosa di concreto per ottenerlo, nonostante numerose persone inascoltate si diano da fare in favore dell’ambiente naturale.
Molti parlano di diritti, quello all’alimentazione, alla disponibilità di acqua, ai servizi sanitari, all’istruzione, alla buona politica ed economia, alla libertà, democrazia, e chi più ne ha più ne metta; ma l’origine di tutti questi diritti sono i bisogni che l’evoluzione umana nei secoli ha fatto diventare diritti.
Ciò che manca ancora nel caso del buon ambiente naturale è che non è ancora diventato bisogno, quindi che sia “desiderabile” a tal punto da divenire diritto.
Spero che avvenga al più presto possibile, altrimenti i nostri discendenti se la vedranno proprio male.


[1] vi è stato solo un breve accenno nella conclusione delle tre serate, con il quale il WWF ha detto più o meno che non abbiamo un pianeta e mezzo di cui avremmo bisogno
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