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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 04/10/2011 @ 19:32:06, in M) Satira e Umorismo, cliccato 692 volte)
TOLERANCE
 
Il titolo è in inglese perché l’autore del testo è australiano, Derek C, (ometto il cognome): mi auguro che vi divertirete ad immaginare se queste “tolleranze” possano essere applicate in Italia….. Sarebbero oggetto di una buona legge di riforma promossa da qualche partito… non so quale.
Ed ecco la traduzione più letterale possibile scritta anche per chi non conosce l’inglese:
 
“Sono sinceramente perplesso per come molti dei miei amici siano contro la costruzione di un’altra moschea a Sidney.
Io credo che questo dovrebbe essere un obiettivo di ogni australiano che voglia essere tollerante.
Quindi la moschea dovrebbe essere permessa nell’intento di promuovere la tolleranza.
Per questa ragione propongo anche che due nightclub dovrebbero essere aperti vicino alla Moschea, promuovendo anche la tolleranza dentro la moschea.
Potremmo chiamare il primo dei due club, che sarebbe per i gay, “The Turban Cowboy”; e l’altro, un topless bar, “You Mecca me hot”[1]..
Lì vicino ci dovrebbe essere un macellaio specializzato in carni di maiale con adiacente barbecue delle stesse carni in un ristorante all’aperto, il cui nome è “Iraq o’ ribs” (costate)[2]..
Dall’altra parte della strada, cioè di fronte, ci potrebbe essere un negozio di biancheria intima (per signora) col nome “Victoria keeps nothing secret” (Vittoria non nasconde niente) con modelle in vetrina che indossano i prodotti.
Accanto al negozio di biancheria intima ci potrebbe essere un negozio di giochi sessuali per adulti “Koranal Knowledge”[3] ed il suo nome illuminato da neon intermittente, e di fronte un negozio di liquori, “Morehammered” (letteralmente:”più battuto” con similitudini con il Profeta).
Tutto ciò incoraggerebbe i mussulmani a dimostrare la tolleranza che chiedono a noi, così il problema della moschea sarebbe risolto.
Se siete d’accordo con la promozione della tolleranza e pensate che questo sia un buon piano, passatelo avanti…..”
 
 
 


[1] Qui c’è un gioco di parole basato sulla pronuncia: Mecca è la città santa dell’islamismo in Arabia Saudita, e la pronuncia di “mi fai diventare caldo, in questo caso mi ecciti, scritto in inglese “make me hot” è: pronunciato “ mek mi hot”
[2] La griglia sulla quale si pone la carne, “rack”, ha una pronuncia simile allo stato medio-orientale
[3] Da notare il gioco di parole: “conoscenza Koranale”
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Di Gennaro Aprea (del 01/10/2011 @ 19:06:27, in M) Satira e Umorismo, cliccato 633 volte)
LA CRISI DEGLI ASINI
 
Questa storiella mi è stata mandata da una cara amica, si chiama Gabriella Campioni, ottima e seria intellettuale dalla quale ho appreso molte cose durante i molti anni di frequentazione. Mi ha permesso di inserirla nel blog per far sorridere (e pensare) i lettori).
 
Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre 2011 (Giornata internazionale degli indignati) ... e fate circolare questa storiella....



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Di Gennaro Aprea (del 30/09/2011 @ 12:40:03, in C) Commenti e varie, cliccato 628 volte)
INTERCETTAZIONI
 
In questi giorni si parla molto di intercettazioni che “stanno rendendo l’Italia uno Stato di Polizia”.  Da qui il tentativo di bloccare tutto da parte del governo. Speriamo che non succeda.
Ci sono numerose persone, fra le quali moltissime signore che hanno votato sempre per Berlusconi, che guardano solo i TG di Canale 5, di Rete 4 e compagni, che leggono “Il Giornale” e “Libero” o “Il Tempo” – le ho sentite io personalmente – tutte queste persone dicono: “lo hanno intercettato troppo, poverino, ….sono entrati nella sua privacy……se vuole avere delle distrazioni per riposarsi dagli impegni di governo che lo stancano, perché non può farlo la sera con delle belle ragazze, ora che si è diviso dalla moglie?........”
Poi c’è un Consigliere comunale di Milano della Lega Nord, si chiama Salvini, il quale ieri sera, durante la trasmissione TG3 Linea Notte ha detto più o meno: “….come si fa’ a lavorare così, con il governo intercettato?”
Ebbene, moltissimi italiani, non solo quelli che votano Berlusconi, sono convinti che sia intercettato. La ragione è che la maggioranza dei media, non solo quelli legati al governo, non precisano bene che i telefoni intercettati sono solo quelli dei malviventi indagati, per esempio Tarantini e Lavitola & C. Se questi telefonano a Berlusconi o Berlusconi li chiama, automaticamente chi opera per la giustizia che indaga sui malviventi, ascolta le parole di Berlusconi….ed anche di altri personaggi dell’esecutivo che parlano al telefono con altri malviventi.
Ci siamo chiariti le idee, ora? Oppure vogliamo che le la totalità delle intercettazioni sparisca o sia pesantemente limitata?
 
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