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MADE IN.........
Di Gennaro Aprea (del 09/09/2008 @ 18:47:46, in F) Questa è l'Italia, cliccato 702 volte)
CHI LO HA PRODOTTO E DOVE E’ STATO FABBRICATO?
          
 
Qualche giorno fa, dando un’occhiata ad una scopa un po’ “speciale” acquistata in un magazzino della grande distribuzione, ho notato, sulla fascetta che la racchiudeva, l’origine: “prodotto importato”.
La cosa mi ha meravigliato perché finora su tutte le confezioni avevo sempre notato “made in Italy” oppure “made in Germany” o “made in China”, ecc.
Non sono campanilista, ma mi piace sempre sapere l’origine di cosa compro e dove è stato fabbricato. Nel seguito capirete il perché.
Nonostante sia di sesso maschile ormai da molto tempo, mi sono dimenticato del detto “la curiosità è femmina”,  cosa in effetti non vera, e ho cercato la legislazione relativa.
Subito ho trovato che, nella finanziaria del 2004 e nella sezione che riguarda la protezione dell’origine del “made in Italy”, è stato stabilito fra l’altro che l’origine del prodotto deve essere specificata solo se esso proviene da paesi extra-europei.
Quindi “prodotto importato” significa, salvo errore, che la scopa è stata fabbricata nell’Unione Europea.
Perché non dire allora che è “made in EU”? (che sarebbe l’Unione Europea), come gli americani scrivono “made in USA”?.
Per fortuna saremo sicuri che, se qualcosa è fabbricato in paesi dove il rapporto fra datori di lavoro e lavoratori è inaccettabile, come succede in molti paesi asiatici, dell’Africa e nelle Americhe latine (ma anche in Europa e negli USA), potremo scegliere di non comprarli per non favorire questi pessimi datori di lavoro.
Se non erro, questa legislazione non vale per i prodotti alimentari nei quali è obbligatorio evidenziare l’origine anche se originari dei paesi europei. Meno male!
Perché meno male?
Avete sentito in questi giorni che i poveri animali, bovini, ovini, maiali e cavalli che sono trasferiti in Italia per la macellazione (siamo i maggiori consumatori europei di carne equina) sono caricati su camion in maniera barbara, vi vivono – si fa’ per dire - stretti per un periodo che raggiunge spesso 48 ore, senza acqua, senza alcuna alimentazione. Né altra cura. Alcuni cadono e vengono calpestati, altri arrivano feriti o morti.
Allora facciamo attenzione a queste cose e non acquistiamo carne “di animali nati, allevati in ……(paese fuori dell’Italia), e macellati in Italia”., Significa che sono andati incontro a questi inumani (anche si dice che essi non sono umani: non è vero spesso sono più umani di noi!) trattamenti.
Ho sentito anche che gli esperti hanno accertato che gli animali trattati così sono talmente stressati e la loro carne si riempie di tossine, ciò che la rende assolutamente di pessima qualità!
 
 
 

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