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Di Gennaro Aprea (del 22/09/2010 @ 18:29:38, in C) Commenti e varie, cliccato 902 volte)
QUALI ELEZIONI ?
 
In quest’ultimo periodo tutti parlano di tutto, prendono decisioni irrevocabili ed il giorno dopo cambiano idea dichiarando il contrario. Fra i tanti argomenti vi è il problema delle elezioni: certamente è uno dei più dibattuti, a sinistra, al centro, a destra.
Qualche giorno fa ho incontrato un vecchio amico, Giovanni Urbani, che non vedevo da tempo perché abita abbastanza lontano. 87 anni, ex senatore della sinistra per 4 legislature, ancora pienamente attivo. Per esempio in questi giorni sta mettendo in essere la prima importante azione di un Comitato per il Testamento Biologico, da lui ideato. È tuttora a lui che toccano le mansioni più impegnative come ottenere la presenza del professor Umberto Veronesi che parlerà a questo evento di fine settembre a Savona, cosa non facile e che comporta contatti  lunghi e difficili per gli impegni del professore e tutto ciò che comporta l’operatività per la realizzazione dell’evento.
Tornando all’argomento elezioni, abbiamo preso lo spunto per discuterne insieme per un’oretta abbondante, ciascuno di noi esponendo i nostri punti di vista e facendo previsioni ed osservazioni.
Naturalmente ambedue eravamo d’accordo che le prossime elezioni nazionali dovrebbero essere fatte con una nuova legge che sostituisca l’attuale “porcellum” antidemocratico che impedisce agli elettori di eleggere dei parlamentari scelti da loro obbligandoli a una lista di candidati fissata dai partiti. Non solo, il massimo dell’antidemocrazia sta nel fatto che  il partito o la coalizione che ottiene la maggioranza relativa anche del solo 30%, ha la maggioranza assoluta in Parlamento.
Da qui le numerose discussioni che abbiamo letto ed ascoltato dai media su quale sia la soluzione ottimale.
Il mio amico era molto scettico sulla possibilità di un accordo fra i partiti all’opposizione, compresi quelli che non hanno una rappresentanza parlamentare a causa dello sbarramento percentuale ai quali sono interessati, così come lo sono tutti quelli attualmente in Parlamento. Inoltre affermava che il tempo era molto limitato.
Devo dire che io non condividevo questo suo punto di vista che ritengo troppo pessimista: è per questa ragione che ne parlo in questo articolo, anche se di solito non entro in argomenti così importanti dibattuti su tutti i giornali e nelle varie trasmissioni televisive dove sono presenti personaggi politici di rilievo e “di grido”, seri e meno seri. Ed ecco il mio punto di vista che ovviamente è sempre criticabile e modificabile.
1)     Ritengo sia evidente che oggi tutti i partiti, ad eccezione del PDL, Lega Nord e “baciapile” di incerto colore che vivacchiano nei dintorni della destra, siano d’accordo che la legge elettorale in vigore debba essere modificata radicalmente perché, fra l’altro, è un’anomalia antidemocratica rispetto a tutte le leggi in vigore negli altri paesi europei
2)     Certamente tutti i partiti di cui al punto precedente debbono diventare coscienti della necessità assoluta di formare una sorta di “Consiglio per la modifica della legge elettorale” il quale non tenga assolutamente conto delle pesanti differenze delle posizioni politiche che impediscono di poter fare una coalizione di governo fra di loro. Per spiegarmi meglio pensate alle profonde differenze in economia, nelle questioni del lavoro, della scuola, dell’etica, delle religiosità, dell’ambiente e dell’energia, e chi più ne ha più ne metta, fra Rifondazione comunista, PCDI, Sinistra Ecologia e Libertà, PD, Futuro e Libertà, UDC, IdV, API, MPA di Raffaele Lombardo, Radicali, Verdi, e tutti i vari movimenti, nei quali occorre aggiungere, fra i tanti, il Popolo Viola ed i Grillini delle 5 stelle. Questo “Consiglio” dovrebbe essere costituito al più presto da parte dei partiti presenti in Parlamento favorevoli al cambiamento della legge, indipendentemente dal fatto che il governo Berlusconi cada o meno nel prossimo futuro. L’accordo dovrebbe portare alla definizione di una proposta di legge univoca da presentare alle Camere con procedura d’urgenza, che potrebbe diventare legge dello Stato grazie alla stragrande maggioranza dei votanti nel Parlamento attuale
3)     Chi dovrebbe far parte del Consiglio per la nuova legge? Un solo rappresentante per ciascun partito o movimento solo con un vice che lo sostituisce in caso di influenza o mal di pancia. Questi rappresentanti dovrebbero tutti avere una cultura giuridica. Dovrebbero far parte di questo Consiglio anche 5 esperti costituzionalisti (professori universitari indipendenti e non membri della Consulta per evitare conflitti di interesse). La loro funzione sarebbe quella di dare consulenza ai vari rappresentanti quando fanno proposte che non stanno né in cielo né in terra, come spesso avviene fra i politici.
4)     Fra le tante soluzioni proposte in questi ultime settimane ve ne sono alcune da scartare subito (sempre a mio parere) fra le quali la soluzione tedesca che non sarebbe accettata dai piccoli partiti (compreso Futuro e Libertà se divenisse partito) che sanno di non poter raggiungere la presenza in Parlamento per la elevata percentuale di sbarramento del 5%. Se si insistesse su questa proposta, anche se probabilmente ci sarebbe la maggioranza per approvare la legge, si rischierebbe di non avere la concordia necessaria, dopo le nuove elezioni, ad un progetto di coalizione di governo che abbia una maggioranza accettabile. Vi sono altre proposte delle quali alcune sono presentate in maniera tale che sembra non lascino possibilità di discussione, cioè “mangia questa minestra o salta dalla finestra”; un esempio è quello della lettera firmata da 66 “importanti” persone, fra le quali vi sono solo 7 donne (!) con un titolo perentorio: “Così va cambiata la legge elettorale”! apparsa su Repubblica del 9 settembre scorso. Per non parlare della proposta imperativa di D'Alema per  la soluzione tedesca
5)     Il Consiglio dovrebbe inizialmente essere proposto (procedure) dai partiti o movimenti attualmente presenti in Parlamento che poi chiamerebbero quelli non rappresentati. Se questi ultimi cominciassero a fare obiezioni - lo temo -, li si scarta subito facendo loro presente l’impossibilità di perdere tempo.
6)     A mio parere, se c’è veramente la volontà di cambiare la legge, ritengo che la cosa potrebbe andare in porto perché ho l’impressione che le nuove elezioni – se si fanno – non si svolgeranno prima della primavera 2011.
7)     Personalmente preferirei la legge elettorale francese, anche perché è un metodo già in uso e rodato in Italia in alcune elezioni amministrative
8)     Ultima considerazione. Spero che la cosa vada avanti speditamente perché altrimenti si rischierebbe di rifare le elezioni con la legge attuale. Non vorrei che finisse come la legge che tuttora aspettiamo sul conflitto di interesse!
 
Chiunque abbia delle idee migliori di queste si faccia vivo. Le critiche costruttive sono sempre benvenute perché tutto è sempre migliorabile e perfettibile

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