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LO SPENDING REVIEW DELLE TV
Di Gennaro Aprea (del 25/02/2013 @ 17:46:31, in F) Questa è l'Italia, cliccato 714 volte)

LO SPENDING REVIEW DELLE TV

Alla fine del 2011, quando Il Presidente Giorgio Napolitano affidò Mario Monti le redini di un cosiddetto governo tecnico, gli italiani impararono pian piano il significato di questo nuovo termine anglosassone (oltre allo “spread”) che significa revisione della spesa (dello Stato).

Era stato il nuovo Presidente del Consiglio a buttar lì questo termine nel suo discorso programmatico; e numerosi parlamentari non lo capirono subito. Ricordo infatti che il Capogruppo della Lega Nord  nella sua replica a questo discorso rimproverò il Professor Monti di non aver accennato alla necessità di diminuire la spesa pubblica perché non conosceva l’inglese, quindi fece una figura ...”barbina” (metteteci voi un altro aggettivo al posto di questa espressione toscana). 

Con l’andar del tempo se n’è parlato sempre meno e alla fine sembra che Monti se ne sia dimenticato completamente perché la spesa dello Stato – salvo i tagli alla Sanità e ad altri servizi sociali - non è affatto diminuita durante il suo governo di poco più di 1 anno. Anzi è aumentata notevolmente e, per coprirla, siamo stati mitragliati da una serie di imposte e tasse, diminuzioni di pensioni, limitazioni di benefici, ecc., ecc.

Ci sono invece alcune aziende ben conosciute che hanno profuso a quattro mani l’uso della spending review secondo una strategia un po’ strana, mentre in altri settori della loro attività imprenditoriale hanno al contrario fatto aumentare la loro spesa aumentando a dismisura i loro costi. Da poco una di esse è state messa in vendita dalla capogruppo perché oberata da bilanci negativi: la vendita si materializzerà entro poco tempo e sono già in corso trattative di cui si parla in questi giorni... ne parleremo alla fine. 

Si tratta delle principali imprese televisive, cominciando dalla RAI e continuando con le altre più importanti emittenti commerciali di gruppi privati che tutti conoscono. 

Vediamo prima come hanno tentato di applicare la spending review  con risultati finali pressoché nulli o ridicoli, per essere buoni. 

-       nei tele-giornali od in altre note trasmissioni, interviene spesso qualche personaggio esterno femminile o maschile, politico, sindaco o parlamentare o consigliere regionale, oppure importante perché intellettuale, scrittore, artista, filosofo, economista, ecc. oppure artista, comico o attore di vecchi tempi sconosciuto ai più, oppure scienziato, ecc. Ebbene, quasi sempre appare il nome e cognome del personaggio e la sua qualifica solo per mezzo secondo. Il risultato però è che noi telespettatori non riusciamo a leggere interamente il nome quando magari è lungo oppure straniero e la qualifica o la professione sono composte di 4 o più parole. Se accendiamo la televisione in un certo momento dopo l’inizio della trasmissione e la didascalia è già passata, non sappiamo chi sta parlando; non solo, se il personaggio sparisce per qualche secondo e poi riappare, risparmiano anche la ripetizione! Vi sono ovviamente delle virtuose eccezioni, ma sono poche. 

-       Quando mostrano avvenimenti di piazza in Italia e all’estero l’obiettivo della telecamera mostra cartelli con scritte le più varie....ci fosse una volta che ci lasciano il tempo di leggere tutto ciò che c’è scritto! Qualche volta si soffermano su scritte e cartelloni stranieri mostrati dai manifestanti scritti in lingue più o meno sconosciute (es. in arabo a piazza Tahir al Cairo) che sarebbe forse bene fossero tradotti dall’inviato o dal giornalista della TV che ci parla....altrimenti a che serve vederli? e che razza di spendig review è?

-       So bene che ogni trasmissione deve mostrare l’elenco di tutti i nomi dei partecipanti e dei professionisti che hanno contribuito alla produzione della trasmissione (succede anche nei film trasmessi in TV). Spesso questo elenco è inserito solo alla fine e scorre ad una velocità da Formula 1 per cui non serve assolutamente a noi telespettatori. Come la mettiamo?  

-       Dal novembre 2011 fino a pochi giorni fa, quando parlano dei rapporti fra Monti e Berlusconi, regolarmente e per risparmiare nuove riprese, appare la ripetizione all’infinito di Berlusconi – allora della maggioranza che appoggiava il Governo Monti - che si infila nei banchi del governo, si avvicina al Professore, gli stringe la mano e poi si mette chiacchierare con lui gesticolando con il suo dito alzato come per dire,: stai attento prof !  

-       Altro  risparmio sono le scene identiche, ripetutissime per mesi, di Monti che entra a Palazzo Chigi attorniato dai suoi 4 o 5 gorilla; per non parlare di quelle scenette analoghe che riguardano Silvio Berlusconi e altri parlamentari o VIP. 

-       E le identiche scene ripetute della Cancelliera Merkel che sfoggia le sue giacche color pastello sorridendo a destra e manca; del Presidente del Parlamento Europeo Schultz del quale si ricorda e si ripete la famosa frase di Berlusconi, che sappiamo a memoria, che l’aveva chiamato “kapò”; e la scena del Ministro Federale delle Finanze tedesco Schauble sulla sedia a rotelle che guarda l’orologio entrando nella sala del Consiglio dei Ministri europei. 

-       e, recentissimo, dal 14 febbraio ad oggi, tutti i santi giorni, le ripetute riprese di Oscar Pistorius in piedi in tribunale, serissimo e con la tesa abbassata; e della povera Reeva che ci sorride in piscina, che bacia i delfini e poi li cavalca... 

Potrei continuare a descrivervi questi numerosi generi di “risparmio” ma vedo che ho già abusato della vostra pazienza. 

Ma allora sono tutti qui i grandi risparmi della spesa ? Io direi che sarebbe ora che nelle varie emittenti televisive ci fossero dei registi, aiuto-registi, segretari alla regia, ed altri che partecipano alla produzione e al montaggio delle trasmissioni, con un tantino di sale in zucca che mi sembra manchi quasi del tutto nella maggioranza dei casi. 

Per chiudere passiamo alla seconda ed ultima parte di questo lungo esame delle emittenti televisive: quello degli sprechi. E sarò breve. 

Qualche decennio fa per produrre magnifici e famosi spettacoli televisivi e anche per  “talk show” di vario genere bastavano poche persone. Ora il numero di esse è cresciuto come la lievitazione di dolci speciali tipo il babà, tipico dolce napoletano (se siete curiosi andate a vedervi la ricetta). 

Ebbene vi faccio un solo esempio: alla TV7, in un talk show settimanale in cui vi era un’unica scena fissa, con un unica persona che parlava benissimo e diceva cose interessanti per non più di 20 minuti, ho contato i nomi (che scorrevano velocissimamente) delle persone che avevano partecipato alla produzione: erano 52 ! 

“No comment”, però adesso capisco perché Telecom ha messo in vendita questa emittente televisiva che ha i bilanci in rosso fuoco. 

PS - Per qualche istante sono stato indeciso se inserire questo articolo nella Sezione, “Aziende, innovazione, produttività, costi” oppure in “Questa è l’Italia” o addirittura in “Satira e umorismo”. Poi ho deciso per la seconda perché rispecchia molte situazioni di incompetenza, di nepotismo, di inciuci politici, ecc. che fanno aumentare i costi ma che fanno anche “piangere” e non “ridere” per questa povera nostra Italia resa ormai marcia da quando la corruzione e gli interessi personali hanno prevalso su tutto. 

Chissà se avremo un nuovo governo dopo queste elezioni del 24 e 25 febbraio che riuscirà a  cambiare questo andazzo ! Cross fingers !.....e se gli italiani penseranno di migliorare la loro cultura e cambiare i loro comportamenti.

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