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VERO “STATO” UNIONE EUROPEA. E’ POSSIBILE? QUANDO?
Di Gennaro Aprea (del 24/05/2013 @ 19:15:57, in C) Commenti e varie, cliccato 842 volte)

VERO “STATO” UNIONE EUROPEA. E’ POSSIBILE? QUANDO?

Quando entrò in funzione il Mercato Comune Europeo nel gennaio del 1958 l’idea di un “stato” europeo mi entrò subito nella testa. La causa principale di questo mio atteggiamento nasce dal fatto che, dopo un anno di lavoro in Nigeria (allora ancora colonia inglese), proprio nel 1958 iniziai ad occuparmi di mercati esteri, prima nella Pirelli alla Direzione Esportazione Gomma, poi all’AGIP nel Servizio Estero Agipgas, poi ancora come responsabile della Direzione Vendite Estero della Merloni-Ariston elettrodomestici. Non vado oltre per non annoiarvi, ma in tutta la mia vita di lavoro ho avuto a che fare con numerosi paesi del mondo, anche lavorandovi in alcuni di essi per  periodi medio o brevi, e viaggiando molto sempre per lavoro.

Perché ho fatto questa lunga premessa? Una delle ragioni più importanti è che ho vissuto, per esempio, il problema dei dazi doganali che progressivamente sono diminuiti di  entità fino ad essere eliminati fra paesi del Mercato Comune ed anche parzialmente nel mercato mondiale con vari accordi internazionali (GATT- General Agreement on Tarifs and Trade – WTO World Trade Organisation). Ho così visto crescere il mercato globale (con tutti i problemi che ha creato) ma che ha dato la possibilità a molti popoli di crescere economicamente e culturalmente.

In poche parole sono un europeista convinto da decenni.

Però, da quando la Comunità Europea si è trasformata in Unione Europea in un primo tentativo di trasformarsi in uno stato federale, i nazionalismi di vario genere (es. Regno Unito, Francia, Germania, Polonia, Ungheria, ecc.) dei numerosi stati che la compongono hanno fatto sì che la meta finale “Stato” è stata rimandata sempre di più nel tempo. Una delle tante ragioni di questa situazione è la mentalità conservatrice dei politici di ciascuno stato (occorre veramente mandarli in pensione) che a loro volta hanno nominato i loro rappresentanti nella Commissione Europea apposta per rallentare questo processo. Questi ultimi hanno creato anche un pesante burocrazia nei vari campi, politico, finanziario, economico e fiscale, nei rapporti con altri stati esteri, militare, non sono neanche riusciti a prendere una decisione su una lingua comune, ecc.

Sono quindi divenuto sempre più pessimista di poter vedere la realizzazione dello “stato” Unione Europea con un governo ed un parlamento federali.

I paesi più importanti nel mondo non prendono quasi mai in considerazione l’Unione Europea come entità sovranazionale; pensate agli Stati Uniti dove, al di là delle dichiarazioni di cortesia e di apprezzamento per un futuro stato europeo, tutti i Presidenti hanno avuto e continuano ad avere contatti unicamente con i capi dei singoli stati, per non parlare della Cina, dell’India, ecc.

Ultimo esempio è stato il recentissimo viaggio del Primo Ministro cinese Li Keqiang in India – stato con il quale la Cina ha da sempre molti contrasti di tutti i generi -  con un incontro che ha lo scopo di iniziare un primo rapporto migliorativo che speriamo si realizzi  presto. Subito dopo il signor Li si è recato in Pakistan, vecchio e fedele alleato per controbilanciare diplomaticamente l’incontro con il vecchio nemico di ambedue; e finalmente in Europa a Berna e Berlino. E perché non a Bruxelles, ho pensato subito? Una volta di più l’Unione Europea non conta niente, ahimè!

Poi è successa una cosa imprevedibile! Il vituperato Presidente francese François Hollande che ha perso in un anno dalla sua elezione moltissimi consensi,  ha fatto alcune dichiarazioni impensate per un capo dello stato francese, tutti i suoi predecessori molto tiepidi o addirittura contrari all’Europa politica quando si tratta di cedere sovranità all’UE; così come la Germania che si autodefinisce europeista solo a parole. Hollande ha auspicato un piano per arrivare nel 2015 ad alcuni concreti punti fermi dello stato europeo.

I media italiani non ne hanno parlato molto, come spesso succede; Eugenio Scalfari (domenica 19 maggio su La Repubblica ) ha scritto un articolo entusiasta su questa possibilità, poco dopo moderato da un altro eccezionale articolo di Barbara Spinelli (22 maggio) che ha messo qualche puntino sulle “i” e qualche dubbio sulla reale intenzione del Presidente francese e sulla fattibilità del piano.

Il nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta si è detto d’accordo sul piano Hollande

A mio parere quest’ultimo ha lanciato un messaggio concreto ai tedeschi in vista delle loro elezioni di ottobre.

Però la cosa mi ha ridato un po’ di fiducia.

Sono certo che risolverebbe molte situazioni, cominciando dalla crisi che ancora ci attanaglia. Gli Stati Uniti sono stati la causa della grande crisi mondiale che tuttora si fa sentire pesantemente; ne stanno uscendo più facilmente anche grazie al fatto di essere uno stato federale (tuttora con molte pecche) mentre l’Europa è invischiata seriamente in discussioni fra stati con idee diverse su come risolverla… e la fine non si vede vicina proprio perché non c’è una politica economica e finanziaria unitaria.

Credo di avere ancora qualche anno da vivere e sarei felice di vedere qualche passo concreto verso la Stato Unione Europea.

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