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SOSTITUZIONE FONTI FOSSILI
Di Gennaro Aprea (del 25/06/2015 @ 18:22:36, in L) Zero-carbonio, cliccato 952 volte)

FONTI DI ENERGIA FOSSILI - COSA SI PUO' FARE PER SOSTITUIRLE CON LE ALTERNATIVE NON INQUINANTI?

Il mese di dicembre si sta avvicinando ed in fondo non è molto lontano. C'è un fervore di discussioni di attese e di iniziative per la Conferenza delle Nazioni Unite che si svolgerà a Parigi, dove 196 paesi del mondo si riuniranno per decidere di salvare il pianeta dalle conseguenze dell'aumento delle temperature e dal conseguente profondo cambiamento del clima. Molti scienziati hanno dimostrato il pericolo di questo andamento che - se non fermato - avrebbe un impatto deleterio sul mondo inteso come sopravvivenza della flora e della fauna che comprende anche noi umani.
E' ormai stato da tempo studiato, ricercato e confermato scientificamente che le ragioni di questa situazione sono l'aumento continuo dell'uso delle fonti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) che producono i gas serra e l'inquinamento delle altre emissioni prodotte dalla loro combustione.
La realtà dimostra che le grandi imprese che operano nel campo delle energie fossili (ricerca, estrazione, produzione, trasporto, distribuzione) non hanno alcuna intenzione di interrompere queste attività e continuano ad investire. Eppure dovrebbero fare più attenzione a quanto succede nel mondo intero i cui sintomi più evidenti sono i seguenti (senza essere  esaustivo):
·         la gente comune ha già iniziato a rendersi conto di queste realtà, cioè cambiamento del clima, aumento delle temperature, sparizione di specie animali (comprese le acquatiche) e vegetali, problemi di disponibilità di acqua e siccità con conseguenti migrazioni continentali soprattutto verso i grandi agglomerati urbani, consumo del suolo, ecc.
·         grandi banche, compreso la Barclays posseduta dal Qatar produttore di petrolio e gas, famose università, compreso Harvard e Oxford, assicurazioni, il Rockefeller Brothers Fund (la più grande famiglia di petrolieri fin dall'800), la chiesa anglicana ed altre importantissime fondazioni ed entità internazionali hanno deciso di disinvestire i loro consistenti patrimoni nelle aziende delle energie fossili
·         l'Agenzia Internazionale dell'Energia nel suo ultimo rapporto del 15 giugno ha chiaramente affermato che, se si vuole contenere l'aumento della temperatura terrestre entro i 2° C al 2100, è necessario eliminare la produzione di energia elettrica da tutte le centrali a carbone e sostituire il combustibile con il gas naturale, produttore di gas serra e altri inquinanti in quantità decisamente inferiore
·         Numerosi politici, specialmente europei, che finora si erano disinteressati di questi problemi, hanno iniziato a prendere le distanze dagli interessi delle grandi imprese delle energie fossili (con qualche eccezione Italia compresa) ed hanno deciso di pianificare le loro economie con una diminuzione del loro uso
·         i costi della sostituzione dell'uso delle energie alternative sono enormemente diminuiti grazie al progresso delle tecnologie e già fanno concorrenza alle "tradizionali", compreso l'energia nucleare
·         numerose imprese produttrici di energia elettrica, specialmente europee, hanno deciso di interrompere l'uso dei combustibili fossili per le loro centrali e sono entrate direttamente nel settore delle energie rinnovabili
·         Il Presidente degli USA Obama ed il Presidente cinese Xi Jinping hanno deciso di diminuire le emissioni di gas serra ed altri inquinanti nei loro paesi tagliando l'uso del carbone e del petrolio (olio combustibile) per la produzione di energia elettrica, cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa, specialmente negli USA dove finora tutti i governi sono stati sempre condizionati pesantemente dagli interessi delle grandi società petrolifere e carbonifere americane; è possibile che i due governi inizino una "concorrenza" per traguardi più importanti, trascinando anche l'India che si avvia ad essere presto il terzo paese del mondo per consumi energetici
·         alcuni paesi come Danimarca, Costa Rica, Uruguay hanno già deciso di eliminare completamente l'uso delle fonti fossili entro il 2040 e 2050 sostituendole con la alternative; la Norvegia, il più grande produttore europeo di gas naturale, ha deciso di diminuirne l'estrazione e di non estrarre quello disponibile nella sua zona dell'Artico
-    i  capi di governo del G7 hanno ribadito di voler agire in favore del clima
·    di recente persino il Papa Francesco con un profondo sentimento di modernità e di democrazia mai espresso dalla Chiesa cattolica, ha esortato i cittadini del mondo ha fare quanto necessario per il cambiamento del clima in senso positivo e la salvezza del pianeta, esortando tutta l'umanità di tutte le religioni
·    i media si interessano sempre di più a questi problemi grazie alla diffusione crescente di queste notizie e provocano lo sviluppo del passaparola che aumenta la presa di coscienza dei cittadini nel mondo.                                                                                        
Allora cosa ci resta da fare? Dato che le imprese del settore delle energie fossili fanno di tutto per continuare nel loro "business", aiutate da un consistente numero di negazionisti e minimizzando le conclusioni degli scienziati riguardo al pericolo dell'aumento delle temperature e il deterioramento del clima, è necessario che queste società multinazionali si decidano ad aggiungere nei loro statuti sociali investimenti crescenti nelle energie alternative non inquinanti ed il progressivo abbandono di ciò che è stato finora la loro "ragione di vita".
Mi rendo conto che ciò non sia possibile nel breve termine perché i loro alti dirigenti decisori (i famosi "CEO") sono persone di una certa età che hanno fatto carriera nei vari settori operativi, dalla ricerca all'estrazione, alla raffinazione alla distribuzione e vendita; continueranno ad operare come hanno fatto finora nell'attesa di pensionarsi e ricevere i ricchi "bonus" per la loro fuoriuscita. Dovrebbero prendere esempio da giovani azionisti/dirigenti di paesi produttori di petrolio e gas naturale che hanno già deciso di investire nelle energie alternative.
Questi vecchi "Chief Executive Officers" della Shell, Exxon-Mobil, ENI, BP, Rosneft, Conocophillips, Total, senza dimenticare le statali della Nigeria, Iran, Arabia Saudita e compagnia cantando, ormai ineluttabilmente sordi, saranno sostituiti - mi auguro presto - da nuovi giovani decisori più intelligenti che sanno capire l'importanza di salvare il pianeta.
Le possibilità sono reali; mi riferisco a due esempi, ambedue americani:
·         l'economista Jeremy Rifkin, Presidente della Foundation on Economic Trends, scrittore di numerosi trattati su economia, lavoro, società e ambiente, molto conosciuto ed impegnato in Europa
·         I due scienziati californiani Mark A.Delucchi dell'Università of California, Davis e Mark Z. Jacobson dell'Università di Stanford nel 2011 hanno editato un esaustivo progetto che dimostra l'effettiva fattibilità di fornire tutta la necessaria energia addizionale nel mondo dei prossimi 20 anni con il vento, acqua, (correnti, onde, maree, idroelettrico) solare e geotermia; nei successivi 30 anni le energie fossili sarebbero interamente sostituite dalle fonti alternative.
Mi auguro che in Dicembre prossimo i governi delle Nazioni Unite decidano di seguire questa strada e che il passaggio sia il più rapido possibile. E' però necessario che noi cittadini-consumatori del mondo prendiamo sempre più coscienza della situazione e appoggiamo tutti i governanti che decideranno per la salvezza del pianeta, magari mettendo insieme gruppi che lavorino insieme adeguatamente per la diffusione, l'interesse e l'azione nei confronti di tutti i decisori politici.
 
PS - nel precedente articolo di questa Sezione "Zero Carbonio" del 29 marzo intitolato "Cosa succede nelle alte sfere dell'energia?" ho menzionato il recente saggio di uno dei migliori scienziati italiani Gianni Silvestrini intitolato "2° C" (Edizioni  Ambiente in febbraio 2015) che è un importante contributo per le politiche dei governi in favore dell'ambiente.
"Last but not least", suggerisco un recentissimo saggio di Naomi Klein, "Una rivoluzione ci salverà - perché l capitalismo non è sostenibile"

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