Omografi? Contatti
Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 03/10/2009 @ 19:53:16, in F) Questa è l'Italia, cliccato 721 volte)
UNO DEI TANTI BULLI-PIRATI DELLA STRADA
 
Qualche giorno fa mi sono fermato al rosso del semaforo del Cavalcavia Buccari a Milano; dietro di me e a fianco si sono fermate altre vetture perché c’è spazio per due corsie.
All’improvviso è sbucata al mio fianco destro, sfiorando la mia auto e sull’altro lato il marciapiede dove è istallato il semaforo, una BMW spider scoperta Modello Z4 di colore argento metallizzato con al volante un “giovinotto” rasato a zero, come va di moda ora, che stava telefonando col cellulare.
Dopo un attimo di rallentamento per misurare lo spazio, ha accelerato ed è passato col rosso precedendo due macchine che arrivavano all’incrocio dalla via con il verde senza toccarle, data la velocità del suo bolide (mi sembra che abbia un motore di 3000 di cilindrata)
Non sono sicuro delle  ultime lettere della targa, perciò scrivo solo la prima parte : DJ 317 xx.
Il giorno dopo ho telefonato ai Vigili Urbani senza molte speranze di essere ascoltato. Infatti è stato così: mi hanno subito detto che non si può fare niente….eppure qualche anno fa un cliente di un bar che non rilasciava lo scontrino per la consumazione di un caffé poteva telefonare alla Guardia di Finanza e denunciare un reato – l’evasione fiscale – molto meno grave di un’azione come quella che ho appena descritta perché potenziale incidente con danni alle cose e alle persone.
Tanti anni fa, mi sembra negli anni 50, esistevano a Milano i cosiddetti “probi viri”, cittadini di specchiata virtù (giurati) che facevano esattamente la stessa cosa denunciando ai Vigili Urbani il fatto, se vedevano uno come il guidatore della BMW.
Cittadini milanesi civilizzati, se vi capita di vedere una BMW come questa e siete sicuri di riconoscere questo bulletto che può essere chiamato, essendo gentili, un “gran pirla”, fate qualcosa che vi viene spontaneo, anche un “pernacchio” in faccia, alla Eduardo De Filippo (vedi il film “L’oro di Napoli”)
 
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Di Gennaro Aprea (del 25/09/2009 @ 11:01:29, in H) Rodano, cliccato 969 volte)
 
PISTE CICLO-PEDONALI DI RODANO
l’espressione dell’incompetenza e inefficienza
 
Da pochi mesi l’amministrazione comunale ha messo a disposizione – si fa’ per dire - dei pedoni e ciclisti qualche nuova pista, in particolare :
1)     quella a Millepini sul percorso parallelo alla via delle Querce lungo la roggia Calchera (quella che passa lungo la strada che va a Cassignica) che si collega (male, come vedremo) alla prima vecchia pista che va da questo quartiere a quello di Lucino
2)      un secondo tratto lungo parte della via Palermo che dovrebbe essere completata lungo le nuove costruzioni e collegata alla via delle Querce e al tratto lungo la Calchera
3)     un terzo tratto lungo la via Turati che si “dovrebbe” collegare alla vecchia pista da Millepini a Lucino
4)     Sono in progetto i collegamenti di cui ho accennato.
 
Veniamo ora al punto, o meglio, ai punti che interessano i fruitori delle piste, Pedoni e Ciclisti.
a)     Vecchia pista Millepini-Lucino. E’ in condizioni pietose per mancanza di manutenzione da lungo tempo: erbacce che la invadono, buche, affossamenti che mantengono per molti giorni profonde e fangose pozzanghere dopo le piogge; il collegamento con la nuova pista sul marciapiede di via Turati non è stato fatto ed è pericoloso girare per immettersi su quella nuova
b)     Nuova pista lungo la Calchera. Lungo il tragitto vi sono molti tombini il cui livello è superiore alla superficie della pista; i tombini sono stati istallati nel cemento; la pista è delimitata da un cordolo il cui livello è superiore alla superficie della pista; sono stati collocati dei blocchi di cemento per evitare che autoveicoli si immettano sulla pista. Risultati: quando piove la pista diverrà un laghetto per tutto il percorso perché non c’è sfogo per l’acqua sui lati e non c’è pendenza. D’inverno, quando fa’ freddo e di notte la temperatura va sotto zero, se non ricoprono con bitume il cemento intorno ai tombini, in presenza di pioggia o di neve, questo assorbirà l’acqua e si spaccherà, come già succede ai tombini di molte strade di Rodano, che sprofondano e hanno bisogno di assidua manutenzione .Mi auguro che prima dell’inverno l’amministrazione provveda al fabbisogno, pendenza, copertura del cemento con bitume e sfoghi laterali per l’accqua, altrimenti i nostri soldi saranno andati in gran parte sprecati; i blocchi di cemento non impediranno ai pirati della strada di aggirarli e di passare lungo tutto il percorso: avrebbero dovuto farli più larghi (oppure mettere altri ostacoli per coprire l’intera larghezza della carreggiata a sinistra e a destra della pista; alcuni abitanti che hanno la casa lungo la pista hanno effettuato degli scavi e hanno ripristinato l’asfalto, tutti i rappezzi sono stati fatti male ed uno ha provocato anche un buco che è rimasto per mesi aperto (l’amministrazione non fa’ controlli)  l’ultimo blocco verso la via delle Querce è stato posto accanto ad un tombino e lo spazio per il passaggio è strettissimo: due volte ho rischiato di cadere dalla bicicletta perché la ruota è passata talmente vicino al tombino che si è incastrata, così come succede sulle rotaie del tram in città; l’uscita sulla rotonda di via dell’Ontano è stata fatta troppo avanti: il risultato è che, se si esce dalla pista per andare verso Lucino ci si immette sulla rotonda regolarmente, mentre in senso contrario il ciclista è costretto a fare un’operazione contro il codice della strada perché deve girare oltre la rotonda; se si fossero risparmiati 10 metri di pista, l’amministrazione non sarebbe costretta a indicare (ora lo dovrà fare) il percorso sbagliato con le strisce rosse che evidenziano le piste, cosa che costringe a manutenzione assidua, cioè a ulteriori spese. Ultimo commento sui nostri soldi: è stata seminata erba su un lato della pista che fra un anno sarà costituita solo da erbacce. Ciò mi fa’ ricordare quelle persone che non si lavano, ma ogni tanto si mettono un profumo per non puzzare.
c)     Parte della pista di via Turati è troppo stretta ed è stata ricavata dipingendo di rosso il vecchio marciapiede che è molto alto rispetto al piano stradale, quindi pericoloso. I vigili urbani fanno le multe ai cittadini che non tagliano le siepi che invadono i marciapiedi: proprio su quel tratto di pista “ciclopedonale” (??) la siepe degli impianti sportivi invade questa pista già molto stretta che non è potata da mesi: cosa fa’ l’amministrazione? ZERO. Come già accennato, l’uscita per immettersi sulla vecchia pista non è stata fatta ed è pericoloso girare in ambedue i versi; conclusione, nessun ciclista utilizza quel tratto di pista: i nostri soldi buttati al vento.
 
Non ho inserito fotografie perché invito i lettori Rodanesi a verificare di persona.
Il racconto prosegue al prossimo numero, quando le altre piste ciclopedonali saranno completate. A proposito: come ci si collegherà alle piste dei Comuni vicini e quando sarà fatta la prosecuzione della pista Calchera fino a Cassignanica?
 
Ultimo commento: se le cose grandi (buona amministrazione) si vedono dalle piccole azioni inefficienti….che poi non sono tanto piccole perché si tratta dei nostri soldi, poveri noi !
 
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Di Gennaro Aprea (del 23/09/2009 @ 17:11:10, in C) Commenti e varie, cliccato 825 volte)
Mi è arrivato questo testo che, con il permesso degli Autori, inserisco nel sito.
Vi consiglio di andare sul loro sito www.vocidipiante.it dove troverete, non solo la musica di molte altre piante, ma anche il calendario degli incontri.
La musica segreta delle piante
la linfa scorre e produce le note
 
Laura Silingardi, musicologa, e Tiziano Franceschi, programmatore informatico, accompagnati da un geranio odoroso, fanno sentire i suoni della pianta, la musica della natura. Aiutati da un apparecchio, un convertitore di impulsi, I vegetali suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui "la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla"
 
 
Da una foglia di graminacea a un albero secolare, tutto suona. La voce delle piante è una melodia che scaturisce dal movimento della linfa e si traduce in musica, diversa a seconda degli esemplari. Possibile? Sentire per credere quello che accade nel salone di Villa Giulia, a Verbania, dove "Editoria e Giardini", la rassegna di libri, appuntamenti e visite guidate (fino al 27 settembre) ospita un incontro speciale. Laura Silingardi, musicologa, e Tiziano Franceschi, programmatore informatico, accompagnati da un geranio odoroso, fanno sentire i suoni della pianta, la musica della natura. Aiutati da un apparecchio, un convertitore di impulsi.
«Collegato alle foglie con i sensori è in grado di leggere il movimento della linfa, dal quale si può ricavare la melodia - spiega la musicologa - I primi esperimenti di questo tipo sono stati effettuati in America negli anni Settanta, quasi per gioco, quando un tecnico mise in comunicazione una “macchina della verità” a una pianta in vaso invece che a un essere umano». Si voleva osservare e verificare l’esistenza di una sensibilità di reazione del mondo vegetale di fronte a stimoli esterni.

ASCOLTA La musica delle piante

Così, da quasi un decennio, Laura, 47 anni e tre figli, che condivide questa ricerca a metà strada tra natura e spiritualità con il marito Tiziano, si muove in tutta Italia, gratuitamente e con scopi divulgativi, per far conoscere la musica delle piante: il convertitore di impulsi rileva le variazioni di movimento che vengono poi trasformate in suoni diversi per ogni specie (si possono ascoltare su Internet in www.vocidipiante.it). «Ho messo sullo spartito la melodia di una pianta e ho cercato di analizzarla da un punto di vista compositivo, di struttura - dice la Silingardi - Come grammatica musicale sono dovuta andare molto indietro nel tempo. Tecnicamente il mondo verde produce note attraverso tetracordi. Si tratta di melodie formate dalla successione di quattro suoni, come accadeva nella musica della Grecia antica. Ogni pianta gioca su questi quattro “accordi” che si intrecciano, si scambiano, tra melodie più gravi o acute a seconda delle caratteristiche organolettiche del vegetale, visto che non tutte le linfe sono uguali».
I vegetali, aggiunge, suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui «la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla». Laura Silingardi fa' un esempio: la Rosa di Gerico, la pianta del deserto che solo con un po’ di acqua rinasce e diventa verde. «Quando la colleghi ai sensori e aggiungi l’acqua riprende subito suoni e vitalità, è molto affascinante ascoltarla». E racconta di come gli alberi manifestino “paura”, per esempio di fronte al fuoco: «Tendono a raccogliere la linfa verso il tronco, le radici, la parte vitale, mentre i suoni precipitano subito verso toni più gravi». C’è chi dice che il canto segreto delle piante possa essere ascoltato dall’orecchio umano anche senza apparecchi: una capacità, assicura, appannaggio solo di spiriti nobili, come il Dalai Lama.
 
(19 settembre 2009)

 
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