Omografi? Contatti
Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 13/11/2007 @ 17:31:17, in C) Commenti e varie, cliccato 729 volte)
ANCORA BIRMANIA
 
Sono molto contento che l’attenzione ai problemi di questo bellissimo paese non siano andati scemando, come temevo.
In questi ultimissimi giorni ancora tre belle notizie.
 
1)     All’Opera di Roma è stato presentato un balletto al quale ha dato il suo contributo anche Carla Fracci. Il ricavato andrà a quelli che lavorano per la democratizzazione della Birmania
2)     Piero Fassino è stato nominato da Solana, il Presidente della Commissione Europea, inviato della UE per sostenere gli sforzi europei e delle Nazioni Unite
3)     Sembra che Aung San Soo Kyi sarà presto lasciata libera dai suoi arresti domiciliari. Forse qualcosa comincia a muoversi in positivo.
 
Io continuerò nella mia iniziativa ma non vi annoierò più con le mie notiziole. Ci sono altri, come vedete, che si muovono molto bene e con un potere molto maggiore rispetto al mio.
Però non bisogna mollare e occorre seguire con attenzione questa faccenda che interessa tutto il mondo.
Ce ne sono molte altre importanti che occorre tenere vive (es. il Darfur), me ne rendo conto, ma già altri se ne occupano abbastanza bene.
 
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Di Gennaro Aprea (del 13/11/2007 @ 16:59:14, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 772 volte)
PERDITA DI COMPETITIVITA’
 
Ieri Padoa Schioppa ha detto che l’Italia sta perdendo in competitività e che quindi l’anno prossimo il nostro PIL avrà una diminuzione percentuale importante (un misero 1.3%) rispetto a quello del 2007 (1.9%) che già è il più basso fra gli Stati dell’Unione Europea.
Quali le ragioni della situazione attuale e della prospettiva per l’anno venturo?
Mi permetto di aiutare qualcuno che non è al corrente a far capire meglio ciò che intendeva dire il nostro Ministro dell’Economia il quale non mi sembra ne abbia precisato le cause.
Io da vecchio e modesto economista con 50 anni di lavoro alle spalle di cui 29 come Consulente di Organizzazione e Direzione, insisto a dire che la maggioranza delle nostre imprese, così come la nostra amministrazione pubblica, potrebbero migliorare le loro performaces semplicemente migliorando la loro organizzazione interna ed esterna, come per esempio la rete di vendita, ma anche il miglioramento della comunicazione interna. Spero che queste parole non vi sembrino arabo ma, se lo sono, andate a rivedere alcuni commenti abbastanza semplici ma significativi che io ho fatto in passato in questa rubrica che riguarda le aziende.
 
Se poi all’ottimizzazione dell’ organizzazione, aggiungiamo l’innovazione potremmo divenire competitivi come lo sono la Germania, la Gran Bretagna e la Francia (paesi dove le retribuzioni sono anche più alte di quelle italiane), per non parlare dei paesi scandinavi che sono anche loro molto più avanti di noi.
 
Pur avendo smesso la mia professione attiva, continuo ad occuparmi di questi argomenti perché non so rimanere disinformato; e una delle chiavi per esserlo, insieme ad altre, è la mia partecipazione ad un’Associazione che si chiama “del Change Management”, la quale si occupa della Gestione del Cambiamento (continuo) che dovrebbe essere la base di ogni strategia aziendale. Nel cambiamento continuo c’è l’innovazione, che non è necessariamente sempre tecnologica e che ingloba l’ottimizzazione dell’organizzazione.
 
Purtroppo solo poche aziende conoscono il change management e tanto meno lo adottano nella loro strategia che attraversa qualsiasi settore della struttura aziendale, dalla progettazione alla produzione, l’amministrazione, le relazioni industriali, il marketing e le vendite, la formazione continua, anche per i dirigenti che ne hanno bisogno come i loro collaboratori. E’ un peccato, perché aziende, per darvi solo pochi esempi, come la Ducati ed alcune importanti banche hanno adottato da anni questa strategia, e se ne vedono i risultati, per non parlare della Fiat ed affini.
 
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Di Gennaro Aprea (del 12/11/2007 @ 19:24:01, in I) Sport e Calcio, cliccato 730 volte)
CALCIO…..COSA SEI?
 
Ieri è morto un giovane di 28 anni, tifoso della Lazio. Ci inchiniamo di fronte a questa tragedia, alla scomparsa ingiusta di un ragazzo!
 
Sembra ormai certo che la colpa sia dell’Agente della Polstrada che ha sparato per sbaglio o perché ha pensato che l’auto di Gabriele Sandri fosse quella di delinquenti che avevano rapinato la Stazione di Servizio. Speriamo che l’inchiesta faccia luce sul fatto e chiarisca le responsabilità.
Ma da cosa sono nati gli spari (in aria?) della Polizia di Stato? Dal fatto che hanno visto delle persone che si attaccavano dall’altra parte dell’autostrada.
Perché i “tifosi” vengono alle mani? o agli ombrelli in questo caso, tirando fuori anche coltelli? Perché il tifo del calcio non è sportivo, si esprime solo ed unicamente con la violenza, come ho raccontato in alcuni miei precedenti commenti su questo sito.
I tifosi sono di due tipi, i delinquenti, quasi sempre di matrice fascista come erano quelli del dopoguerra della prima guerra mondiale, e quelli non violenti di natura ma deboli, accondiscendenti alle malefatte dei primi, anch’essi quasi sempre di estrema destra.
Molte persone in televisione ieri, politici, artisti della televisione, giornalisti, il Sindaco di Milano e sicuramente altre persone in vista che non ho visto né sentito, hanno espresso più o meno il solito commento: “Non è ammissibile che lo sport debba creare violenza”. Alcuni giudici hanno detto che quelli che hanno attaccato caserme della Polizia e dei Carabinieri, la sede del CONI, gli stadi, possono essere accusati di terrorismo.
 
E io dico che la violenza è perfettamente conseguente al “gioco del calcio” (o dei calci) e ripeto fino alla noia che il calcio (italiano) da tempo non è più sport, ma solo scuola di violenza, in campo, sugli spalti e fuori degli stadi. Violenza fine a se stessa, per sfogare i più bassi istinti delle persone che amano solo mettersi in mostra, facendo branco……forse perché alcuni, quando erano più giovani, volevano diventare calciatori famosi e non sono riusciti a diventare "qualcuno"…
 
Basta! cancelliamo il calcio dall’elenco degli sport veri, anche quelli che infiammano un tifo acceso ma non violento, a parte naturalmente quello degli atleti dopati!
 
Sono disgustato e certo che molti condividono questa mia sensazione e forse (pochi ancora) anche il mio giudizio.
 
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