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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 10/12/2010 @ 18:55:10, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 636 volte)
QUESTA È L’ITALIA, OPPURE NO?
 
La settimana scorsa abbiamo trascorso qualche giorno in Inghilterra con l’intenzione di fare una visita a dei vecchi amici italiani che ci vivono da molti anni e inglesi che ci sono nati. I “britannici” hanno le loro case a circa un’ora e un quarto di treno da Londra, una coppia al sud vicino Brighton e la seconda nel Kent, una delle più belle zone dell’Inghilterra meridionale.
Eravamo contenti di rivederli dopo tanto tempo, invece siamo stati “forzati” come dei carcerati a restare nella magnifica capitale. Perché? Vi chiederete?
Dopo 25 anni dall’ultima volta, sono caduti dal cielo in Novembre[1] . 20-25 cm di neve (fuori Londra) ed ha fatto un gran freddo. E ‘mbè? Direte voi.
La ragione è che il 90% dei treni non ha funzionato; nei giorni in cui lo spessore era di non più di 10 cm un percorso normale di 1 ora è durato fino a 4 ore.
Molte strade e autostrade erano bloccate perché i veicoli erano sprovvisti di catene ed i grossi camion si erano messi di traverso.
Insomma gran parte dell’Inghilterra era ferma, cioè in uno sconquasso immane se pensiamo ai milioni di lavoratori “commuter”, cioè quelli che fanno avanti e indietro tutti i giorni dalla loro abitazione in campagna al posto di lavoro nelle grandi città, con percorsi fino a un’ora e mezzo di tragitto.
Come mai può succedere un tale sconquasso in un paese all’avanguardia su tutti i fronti rispetto a molti altri stati europei? La ragione è semplice, direi banale.
La maggior parte delle ferrovie britanniche del Sud sono elettriche ma i treni non prendono l’energia da un cavo aereo con un pantografo, come noi siamo abituati a vedere. Hanno solo la terza rotaia a fianco delle rotaie dove girano le ruote (come quella di alcune metropolitane); su questa terza rotaia scorrono dei pattini che creano il contatto elettrico e forniscono l’energia per i motori[2]..
Così la neve ha coperto la terza rotaia e si è creato un cattivo contatto, oppure addirittura nessun contatto.
I miei amici inglesi e italiani ci hanno detto che dal momento in cui la Tatcher ha privatizzato tutte le ferrovie, le varie società operanti non hanno fatto più alcun investimento per migliorare l’efficienza e ogni volta che nevica un po’ più di 10 cm, gli inglesi non viaggiano più con il treno.
Si dice che l’efficienza di un servizio debba coprire anche le punte delle situazioni anomale, ma qui, anzi là, se ne fregano e pensano solo alle situazioni normali, così i profitti sono maggiori. Sarà vero? Tutto da studiare a fondo.
Allora, questa è l’Italia? No, questa volta è proprio la “perfida Albione” che fa’ cilecca.
Ci possiamo consolare? Io direi comunque di no: ne abbiamo tante di imprese che fanno di peggio!


[1] Ogni inverno cade pochissima neve a fine gennaio-inizio febbraio
[2] È una delle ragioni per cui non vi sono treni velocissimi nel Regno Unito
 
Di Gennaro Aprea (del 11/10/2010 @ 17:40:52, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 875 volte)
GRANDI STAZIONI DEL GRUPPO FERROVIE DELLO STATO
 
Qualche giorno fa la mia anziana sorella residente in Francia mi avvisa che ci farà una visita. Le rispondo che è benvenuta. Mercoledì della scorsa settimana mi telefona dandomi l’orario di arrivo del treno da Parigi, sabato mattina 9 ottobre alle ore 5.38, alla Stazione Centrale di Milano, fra le più grandi con Roma e Torino, e recentemente rinnovata in buona parte.
Arrivo velocemente alla stazione perché il traffico è inesistente a quell’ora. Salgo alla ”Galleria” prospiciente i marciapiedi dei binari e guardo i grandi tabelloni elettronici dei treni in arrivo e poi quelli più piccoli ad altezza d’uomo: nessun treno arriva da Parigi alle 5.38. Cerco qualcuno che mi possa illuminare ed un gentile ferroviere mi dice di guardare anche i tabelloni cartacei. Li cerco (ce ne sono pochi) ma la situazione non cambia: nessun treno arriva da Parigi a quell’ora…..e nemmeno in ore vicine.
Cerco l’ufficio informazioni (hanno cambiato il posto ed il nome rispetto a prima della ristrutturazione: ora si chiama Assistenza clienti e disabili) ma l’orario di apertura è alle 7.00
Non so cosa fare; nel frattempo la stazione si sta riempiendo di folla.
Provo a girare un po’ fra gli inizi dei 23 marciapiedi sperando di vedere mia sorella o qualcuno che arrivi da Parigi ma non ho alcun risultato. Guardo l’orologio: sono le 6.10.
Mi rassegno ad attendere l’apertura dell’Assistenza Clienti e mi siedo a leggere dopo aver preso un caffè
Alle 7 sono il primo ad entrare; c’è una gentile signora alla quale chiedo del treno previsto. Non mi fa’ finire di parlare: “È il treno delle 5.38; è arrivato al binario 7 con 14 minuti di ritardo” Racconto tutto ed il commento è: “È un’anomalia”.
Altro che un’anomalia, le dico: “Questo è uno scandalo” e scappo in cerca di mia sorella, quasi 82nne con difficoltà a camminare e nel complesso più anziana della sua età. Dopo 10 minuti la vedo e mi scuso…….mi ha aspettato per un’ora e un quarto al freddo del mattino milanese di autunno.
Commenti? Viva le efficienti Ferrovie dello Stato.
Ho poi scoperto che la mancanza di informazioni deriva dal fatto che quel treno è in concorrenza con Trenitalia per costo dei biglietti più basso. Quindi nessuno deve sapere che esiste. Anche questa è l’Italia, viva l’Italia!
 
Di Gennaro Aprea (del 25/05/2010 @ 19:40:42, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 768 volte)
LA CUEILLETTE
 
L’articolo precedente parlava bene della Francia. Anche questo che mi accingo a scrivere ha lo stesso tono; ma non me ne vogliate: amo l’Italia e le sue immense bellezze, anche se il mio amore per l’Europa mi fa’ apprezzare qualunque cosa si trovi di bello e di buono in questo nostro vecchio continente.
Amo un po’ meno alcuni popoli europei rispetto ad altri, e ciò deriva dal fatto che ho molto viaggiato. Alla fine dico che ogni popolo hai suoi pregi ed i suoi difetti; i francesi ne hanno molti di ambedue, non parliamo poi degli italiani o dei britannici…e dei tedeschi e così via di seguito.
Questa volta vi parlerò di una buona organizzazione che esiste in Francia e che in Italia non c’è ancora così bene congegnata. Se ne potrebbe creare una simile nel nostro paese perché, dopo molte ricerche sui vari motori di ricerca, mi sono reso conto che c’è qualcosa di simile ma piccolo, poco organizzato e incompleto.
Cosa significa “cueillette”? letteralmente “raccolta”, in questo caso dei prodotti dell’agricoltura, come si capisce dalla copia del pieghevole che vedete all’inizio dell’articolo.
Anche se non tutti sanno il francese, non è difficile capire dal disegno-lista, il titolo “A CHAQUE SAISON SA CUEILLETTE”, cioè “ad ogni stagione la sua raccolta”.
Si tratta di organizzare una produzione in grande di una vasta gamma di ortaggi, di alcuni tipi di frutta e di fiori che i visitatori possono cogliere direttamente sul campo. Ma non solo, a fianco dei campi si trova un mercato dove si possono acquistare animali da cortile, prodotti caseari, marmellate.
La cosa più interessante è che l’offerta è stata creata da “le cascine del cappello di paglia” che offrono il piacere di cogliere verdure, frutta e fiori, divertendosi, 7 giorni su 7 dalle 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 19; sabato e domenica dalle 8 alle 19.
Come si capisce a prima vista dal pieghevole, sono evidenziate le disponibilità dei prodotti mese per mese.
Questa è un’ottima organizzazione di 24 produttori nella regione di Parigi e in Provenza (ma ce ne sono altri in numerose regioni) che ha costituito un “Gruppo di Interesse Economico”. I prezzi sono ovviamente bassi (al livello dei nostri “GAS”) e favorisce i clienti anche sui prezzi con delle offerte speciali come quella di un “paniere” ogni settimana e tutte le settimane durante l’anno, che contiene da 4 a 6 kg di prodotti e da 6 a 10 differenti prodotti a scelta. Il tutto per soli 14 Euro!!
Per non parlare delle offerte settimanali in ogni stazione ferroviaria del comprensorio dove hanno creato dei piccoli mercati.
Bene, spero di essere riuscito a mostrarvi qualcosa di interessante che si potrebbe realizzare anche in Italia senza difficoltà, semplicemente copiando questo tipo di organizzazione francese.
 
qui sotto la raccolta di fragole di una famiglia numerosa
 
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