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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 01/10/2007 @ 18:30:30, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 740 volte)
BUROCRAZIA – SPRECHI - ALTI COSTI….e io pago!
 
Spesso ricevo o spedisco pacchi, colli e simili consegnati dai o ai vari corrieri che si occupano di questo settore. Li ho provati quasi tutti, ma sembra che si siano messi d’accordo per sprecare tempo e denaro ben oltre il necessario.
In particolare ricevo da un fornitore abituale dai 6 ai 10 pacchi ogni anno che si serve della TNT.
Più volte ho chiesto che questo corriere mi telefoni per concordare il giorno e le ore di consegna (mattina o pomeriggio) per evitare che il furgone debba ripetere la consegna se non trova nessuno a casa, come può succedere di frequente. Niente da fare.
Più volte infatti è accaduto che la consegna sia stata ripetuta con conseguente spreco di denaro.
 
Ma il colmo è successo qualche tempo fa quando ho trovato il solito biglietto dell’autista che diceva di essere passato ad una certa ora e di non aver trovato nessuno, quindi di telefonare per accordi sul giorno/periodo di consegna.
L’ho fatto, e mi sono messo d’accordo con la sede che mi ha confermato che la successiva consegna sarebbe avvenuta il giorno dopo dalle 14 alle 18. Forte di questo accordo sono uscito quel giorno per ritornare alle 13.55…ma ho trovato il biglietto dell’autista che era passato alle 13.30.
Altra telefonata, altro accordo, altra attesa, questa volta di mattina fino alle 12.30. Ho atteso invano, poi sono uscito per impegni che avevo preso ed al ritorno ho trovato il solito avviso di passaggio alle 13.15.
Terza telefonata, scuse da parte dell’interlocutrice e altro accordo….niente da fare: il furgone passa quando gli pare.
Allora mi sono arrabbiato, sono andato personalmente a ritirare il pacchetto e potete immaginare cosa la mia cultura di consulente di direzione e organizzazione ha mi ha fatto sottolineare e mettere in evidenza di fronte al dirigente del deposito che, come spesso accade nelle grandi organizzazioni, ha saputo solo rispondere che “l’alta direzione ha deciso di non fare telefonate preventive, tanto non servono a niente”.
Questi sono i concetti da me espressi:
-         disorganizzazione e mancanza di comunicazione interna
-         spreco di risorse, cioè 3 viaggi a vuoto del furgone con conseguente triplicazione dei costi del mezzo e dell’autista
-         costi della mia macchina (circa 16 Km A/R) e del mio tempo
-         costi e tempo per le mie telefonate.
Resta il fatto che questi costi sono tenuti bene in conto dai corrieri quando stabiliscono i prezzi del servizio, quindi noi paghiamo i costi della loro incompetenza gestionale!
Da notare: la TNT è il corriere che lavora per le Poste Italiane: ecco spiegati , fra l’altro, i prezzi alti dei loro servizi!
 
Oggi ho ricevuto due cartoni di vini di una buona cantina. Quando la vendita è stata conclusa (per telefono) mi hanno detto che mi avrebbero telefonato per fissare il giorno e le ore della consegna, cosa che è stata fatta puntualmente. L’accordo era dalle 11 alle 13.30. Alle 12.15 è arrivato il furgone. Sono andato a vedere chi era il corriere: uno sconosciuto – ma efficiente - “Roberto Garna di Corsico (MI), non la TNT o un altro dei grandi che non pensano che moltissime famiglie ormai comprano via tele marketing o internet ma pensano che siano tutte aziende sempre aperte nelle “ore d’ufficio”.
Perciò mi è venuta l’idea di scrivere questo esempio, forse caso limite, ma certamente significativo.
 
Di Gennaro Aprea (del 18/09/2007 @ 11:24:43, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 746 volte)
BUROCRAZIA = SPRECHI = ALTI COSTI…e io pago! (1)
 
Avevo scritto questo breve commento prima dell’estate, ma non l’avevo pubblicato, non so perché; l’ho ritrovato per caso e ritengo che sia sempre valido. Le aziende pubbliche italiane sono famose per la burocrazia ed i Comuni non sono da meno.
 
Qualche giorno fa ho letto sulle “Lettere” a Corrado Augias uno scritto molto toccante che raccontava di una signora inglese, sposata con un ischitano morto prematuramente che aveva detto di voler essere cremato. La vedova, interpretando le volontà del marito ha pensato che gli avrebbe fatto piacere che le sue ceneri fossero sparse nel mare antistante la spiaggia di Maronti (bellissima) dove la coppia spesso si bagnava durante le vacanze.
Benché la legge lo permetta non vi racconto come è andata, ma la povera signora non è riuscita a compiere questo atto perché non ci sono “il battello, il bel tempo, una montagna di carte da firmare, il Comune ha una sola persona autorizzata alla bisogna, assenze, malattie, vacanze, difficile trovarla, difficile trovare anche il sindaco”
La signora è andata avanti e indietro dal continente all’isola…..e finora sembra che non ce l’abbia ancora fatta, ed “è sull’orlo di una crisi di nervi”.
Augias ha risposto in maniera esemplare raccontando del declino del nostro paese dovuto – fra l’altro – alle inerzie degli amministratori e delle piccole furbizie di molte persone che gli girano intorno.
In Italia, per me che ho vissuto ed apprezzato le situazioni in alcuni stati esteri dove ho vissuto, compresi quelli meno sviluppati del nostro, i nostri “impiegati statali” (o parastatali) non posseggono nemmeno un minimo del concetto del “civil servant” come invece è radicato nei civili paesi anglosassoni ed anche in Francia, famosa per la burocrazia, ma eccezionalmente efficiente e che dà ottimi servizi ai cittadini.
 
Dopo questo triste racconto, ve ne racconterò altri, questa volta capitati a me stesso, che ritengo esemplari al punto che ho voluto stabilire per questo il titolo dell’articolo. Vi assicuro che tutto ciò che leggerete è tutto vero ed ho la documentazione relativa...
 
 
Di Gennaro Aprea (del 22/07/2007 @ 13:04:40, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 1721 volte)
DISORGANIZZAZIONE = ALTI COSTI = ALTI PREZZI…
E NOI PAGHIAMO! (1)
 
Il 9 ottobre 2006 nel mio primo articolo della Sezione “Aziende ecc…”  intitolato : “Uffah ancora Telecom “ avevo dimostrato come la Telecom sprecasse denaro e tempo dei propri collaboratori.
Nel secondo del 24 ottobre, “Finanziamenti alle imprese” al punto 4 avevo promesso di raccontarvi cose simili, cioè l’assurdità degli sprechi nelle aziende, assurdità derivante soprattutto dalla disorganizzazione.
Poi sono stato preso da tante altre cose e la promessa non è stata mantenuta. Oggi ho intenzione di farlo e continuerò nei limiti del possibile il più spesso possibile, soprattutto per farvi rendre conto di come funzionano le aziende italiane..
Questa volta si tratta dell’ENEL, non di quella che produce e distribuisce l’energia elettrica, ma dell’ENEL Distribuzione Gas, che ci fornisce il gas metano, facendo la concorrenza all’Italgas del Gruppo ENI.
Allora, si tratta di questo. C’è un piccolo appartamento appena ristrutturato sulla Riviera di Ponente Ligure, dove L’ENEL Gas la fa’ da padrona, nel senso che l’Italgas sembra assente. Si fa’ la richiesta di contratto, ti mandano un plico di numerose pagine che devono essere lette attentamente. Lo faccio e riempio i vari moduli compresi quelli che riguardano l’accatastamento dell’immobile e quelli (4) del progetto di istallazione delle tubazioni per la caldaia, per la cottura, firmato dall’impiantista con dichiarazione di conformità e copia della certificazione della CCIAA della Provincia relativa all’artigiano che esegue i lavori.
Attendo più di 30 giorni, poi, a seguito di mia ricerca telefonica, mi dicono che devo prendere un appuntamento sul posto per la posa del contatore (da notare che l’ENEL elettrica non ha richiesto la mia presenza per la stessa operazione).
Mi presento sul posto (220 Km da dove abito) con la delega di mia moglie che è la titolare del contratto e la fotocopia della sua Carta di Identità. L’addetto arriva con largo anticipo sull’ora fissata per l’appuntamento (per fortuna ero arrivato in anticipo altrimenti non mi avrebbe aspettato).
Quando arriviamo sul posto l’Addetto ENEL (gentilissimo) si accorge che le tubazioni relative all’appartamento che sostengono il contatore non sono state montate al loro posto ma in un’altra nicchia relativa ad un altro appartamento non finito (quindi non pagate dal costruttore). Allora mi fa’ il verbale di mancata consegna ma, commosso dalla situazione, mi dice che si, può ritornare domani se oggi stesso montano le tubazioni necessarie (cosa promessa dal Direttore dei lavori) e mi fa’ firmare il verbale di consegna del contatore.
Dopo qualche giorno arriva un’altra lettera dalla società che chiede di inviare i moduli del progetto dell’impiantista, quelli che avevo già inviati qualche mese prima insieme alla domanda di contratto. Sono costretto a rispondere, facendo fotocopie, indicando la data della raccomandata della prima spedizione e chiedendo se sono quelli i moduli che chiedono (lo sono); “ovviamente” attendo ancora la risposta.
Dopo 4 settimane andiamo nell’appartamento e vediamo che le tubazioni mancanti ci sono ma non il contatore quindi non abbiamo l’acqua calda.
Ricomincio le telefonate, è venerdì, e mi danno un altro appuntamento per il lunedì successivo, “dalle 14 alle 17”. Non possiamo per altri impegni e mia moglie è costretta a fare un’altra fotocopia della C.d’I. e la delega al Direttore dei lavori che per caso sarà presente il lunedì pomeriggio.
Il giorno dopo mi telefona il Direttore dei lavori dicendo che il contatore lo hanno istallato, ma sono arrivati alle 8.30 della mattina invece che nel primo pomeriggio e dopo molte insistenze da parte di un operaio lo hanno montato. Tutta la storia è durata da fine marzo al 16 luglio!
Se volete, potete provare a calcolare lo spreco di denaro e di tempo delle persone, comprese mia moglie e chi scrive. A spanne, posso presumere, senza paura di fare un grosso errore, almeno 900 Euro! Se lo moltiplichiamo per tutte le prassi simili sbagliate, capiamo perché le nostre bollette sono notoriamente le più care d’Europa!
 
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