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\\ Home Page : Storico : F) Questa è l'Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 10/04/2009 @ 17:54:36, in F) Questa è l'Italia, cliccato 1029 volte)
VISITA AL CENTRO-SUD
 
Sono molti giorni che non scrivo sul sito. La ragione principale è che ho fatto una visita a cugini e amici a Roma, Napoli e in penisola sorrentina, più una ricerca alla FAO ed un’altra a Gragnano, il paese della pasta per antonomasia (introvabile altrove), vicino Napoli. Queste ricerche erano serie e riguardavano vecchie situazioni familiari di parenti ed amici.
Ho trovato Roma molto disordinata ed anche un po’ sporca, ma quest’ultima impressione è certamente dovuta alla gran massa di turisti italiani e stranieri – non tutti ben educati - che a fine marzo già riempiono la città. Però è sempre molto bella.
A Napoli invece, sia mia moglie (molto prevenuta nel ricordo dell’ultima visita alla mia città) che io, abbiamo avuto una lieta sorpresa: traffico quasi ordinato, certamente più di quello romano, persone gentili – ma questo è normale – motoscooteristi e motociclisti con il casco al 90%, contro il 30% dell’ultima volta. E marciapiedi rifatti con protezione per evitare che le auto vi parcheggino, indicazioni stradali chiare (non a Roma, anzi là fanno confondere) ed infine città nel complesso pulita, con nuovi contenitori per la raccolta differenziata. Unico neo, purtroppo, l’ineducazione dei padroni dei cani che non raccolgono gli escrementi dei loro amati compagni i quali possono fare tutto, come i bambini, senza alcun rimedio; vi assicuro, in alcuni posti, anche in zone residenziali di classe, non si può camminare senza tenere la testa bassa e facendo molta attenzione a dove si mettono i piedi. Scriverò al Sindaco affinché risolva anche questo problema responsabilizzando chi se ne deve occupare….e gli spazzini ?
Per la prima volta in vita mia ho usufruito a Napoli di un “Bed & Breakfast”. Altra piacevole sorpresa, sia per il prezzo che per l’ambiente che mi aspettavo squallido. Invece, casa signorile in palazzo d’epoca con mobili ed arredi antichi, quadri, stampe d’autore, pulizia e privacy perfette. Padrona di casa e figlio (con cane) simpatici e sempre a disposizione, garage a 50 m (caro ma necessario, anche perché è difficile parcheggiare a Corso Vittorio Emanuele).
Qui non faccio pubblicità ma scriverò al sito di “Trip Advisor” per dare un voto ottimo
 
Di Gennaro Aprea (del 21/03/2009 @ 17:24:01, in F) Questa è l'Italia, cliccato 647 volte)
LA “FORZA” DEGLI SPOT TELEVISIVI
 
Continuo a non aver voglia di fare commenti sulla politica e dintorni, e la ragione è che mi non sarei sereno e corretto nello scriverli, quindi preferisco cose che possono eventualmente strappare un sorriso ai lettori.
E’ per questo che vi voglio parlare di due “comunicazioni commerciali” che mi hanno fatto pensare che il loro scopo può “involontariamente” essere controproducente.
 
La prima riguarda l’ormai famoso prosciutto di Parma ed è il “sequel” di un spot di qualche mese fa dove una signora in un supermarket, al suo turno di numerino della fila, che ordinava: “1 etto di prosciutto crudo”, non veniva presa in considerazione ed il commesso passava al numero successivo, facendo restare la signora delusa e triste.
In questo più recente, c’è un’atletica signora che sembra si alleni come fa’ un pugile prima dell’incontro con vari esercizi: rinforzo degli addominali, colpi al “sacco” (che è un prosciutto), colpi in aria mentre cammina….. arriva in un supermercato dove al suo turno col numerino della fila di clienti , si presenta e, con grande sforzo riesce ad “ordinare” cadenzando la frase : “1 etto di prosciutto di Parma”. Poi appare una scritta che dice:
“non è crudo, è di Parma”.
A questo punto mi è venuto alle labbra un sorriso e ho pensato:
1-     Se non è crudo, allora è cotto….quindi è Parmacotto, che è un marca concorrente
2-     Però, questo prosciutto di Parma chi si crede di essere? e poi ci ha un po’ stufato nell’insistere fino alla morte che i prosciutti che non sono di Parma non sono da prendere in considerazione: non trovate?
Ci sono molti altri prosciutti crudi, altrettanto buoni e seri, quello di S. Daniele, quello toscano, marchigiano, ecc. Vuoi vedere che questa è la volta buona che eviterò di comprare il prosciutto crudo di Parma, preferendo gli altri?…..e poi la metafora della signora atletica/pugile di questo spot è abbastanza volgare, e di volgarità in TV ce n’è già troppa! Quindi, abbasso il prosciutto di Parma!
 
La seconda “comunicazione commerciale” è di un’azienda di telefoni cellulari che offre un vantaggio del 20% con una trovata abbastanza inedita; però alla fine non raggiunge lo scopo, almeno con me, perché, nonostante io sia attento a tutta la pubblicità (spesso penosa) per vecchia deformazione professionale, vi dico francamente che non mi è rimasto in mente il nome dell’azienda.
La trovata consiste nel mostrare una pizza con un’appendice che la fa’ sembrare a forma di “otto”, dei bicchieri pieni di birra anch’essi con un’appendice che è un piccolo bicchiere fuso a quello principale, e un edificio con una protuberanza che fuoriesce dalla facciata come se avessero aggiunto una camera all’edificio principale. Queste appendici vogliono mostrare il 20% di vantaggio dell’abbonamento che l’azienda offre ai clienti, a parità di prezzo.
Cosa mai mi è venuto in mente? "fusse che fusse" che il Berlusconi si sia ispirato a questo spot per lanciare la sua idea di salvataggio dell’Italia dalla crisi, proponendo ai proprietari di casa di aggiungere un 20% di volume all’edificio di proprietà.
Non so, che ne dite? fate un po’ voi… ed ascoltiamo i berluscones come Bocchino che dice che il suo ispiratore ha avuto il "colpo di genio"...e staremo a vedere se il nostro beneamato Presidente del Consiglio dei Ministri premierà il pubblicitario che ha inventato questo spot.
Quindi, viva il 20%
 
Di Gennaro Aprea (del 08/12/2008 @ 11:47:00, in F) Questa è l'Italia, cliccato 776 volte)
INCENTIVI AL RISPARMIO ENERGETICO
 
Il Governo, su “istigazione” del nostro Ministro dell’Economia Giulio Tremonti (che economista non è) ha deciso di eliminare per il 2008 e in maniera retroattiva gli incentivi del 55% a tutte le persone fisiche e giuridiche che investono per il risparmio energetico, cioè cappotto degli edifici, nuove caldaie che consumano 25-30% in meno rispetto a quelle di 15-20 anni fa, pannelli solari per l’acqua calda, pompe di calore, coibentazione dei tetti, ecc., escluso i pannelli votovoltaici che vengono finanziati da una fonte finanziaria differente.
Poi, come spesso è uso fare, si è rimangiato tutto, a seguito di forti proteste giunte da tutti i lati.
Resta comunque il fatto che non si sa se nel 2009 questi incentivi rimarranno e, in caso affermativo, saranno ridotti in percentuale (36% ?) e su base del silenzio-rifiuto (bella invenzione!).
La ragione principale accampata dal nostro Ministro è riassunta nel solito ritornello: “Non si sono soldi”….ma i “soldi” non erano i 20 centesimi di lira? – ricordate la frase: “tre palle un soldo”, per abbattere i barattoli negli stand delle fiere di paese? Ma non siamo ora nell’epoca degli Euro? Vabbè.
La ragione seconda accampata dal Ministro è che si è accorto che gli italiani hanno capito la convenienza e si sono buttati ad investire, tanto che i rimborsi previsti per il 2008 rispetto al 2007 sono aumentati di varie centinaia di percentuali (non so quanto adesso), mi sembra dieci volte, quindi non ci sono soldi.
Il Ministro non ha fatto caso che l’Italia sarà probabilmente posta sotto inchiesta dalla Commissione Europea perché è l’ultima, in ordine decrescente fra i 27 paesi della U.E., per lo sviluppo del risparmio energetico e delle energie rinnovabili.
Ora io mi chiedo: ma il nostro grande economista non ha pensato di (far) fare uno studio di mercato a campione sul “trend” degli investimenti nel risparmio energetico, cioè sulle aspettative di sviluppo di questo nuovo mercato, sulla tendenza degli italiani ad aumentare la loro cultura e il risparmio economico in termini di minori spese per l’energia, studio che copre un periodo di almeno 4-5 anni?
Quali potrebbero essere i risultati?
1)     che le industrie di questo vasto settore si svilupperebbero a tassi di crescita molto elevatii – e diosà quanto c’è bisogno di sviluppo - con incassi crescenti dell’IVA e di altre imposte (IRES, IRAP, ecc.) da parte dello Stato
2)     che gli installatori e l’edilizia ristrutturante aumenterebbero il giro d’affari con risultati analoghi in aumento di gettito fiscale
3)     se l’incentivo diminuisce, non solo diminuisce lo sviluppo del settore, ma gli italiani (almeno le persone fisiche) che cominciano comunque a rendersi conto della convenienza a risparmiare, investirebbero nelle caldaie, nei pannelli solari, nelle ristrutturazioni a questo fine, ma probabilmente troverebbero più conveniente farsi fare dei prezzi scontati pagando in nero gli installatori e le piccole imprese edili che ristrutturano, con conseguente evasioni di imposte
4)    se aumentano le installazioni per il risparmio dell'energia, alla fine dei 4-5 anni (e oltre nel tempo) sicuramente diminuirebbero le richieste di energia, che oggi per l'88% è acquistata all'estero; basterebbe anche qualche punto percentuale in meno per ottenere una diminuzione del passivo della nostra bilancia commerciale con l'estero, per non parlare della diminuita emissione di gas serra, questione sulla quale l'Italia è colpevole di aumento invece della programmata riduzione prevista e firmata a Kioto.
 
Questi calcoli non sono troppo complicati da fare, e probabilmente il risultato sarebbe che i soldi ci sono, però non ho mai sentito dai giornali e da altri media che sia stato fatto questo studio da parte del Ministero dell’Economia, che eventualmente potrebbe avallare le loro decisioni se i risultati non fossero quelli che ho appena delineato. Ma almeno gli italiani potrebbero sapere le ragioni effettive di questa decisione (ragionevole?)
 
Staremo a vedere cosa succede, ma è certo che abbiamo assoluto bisogno del risparmio energetico, anche se il prezzo del petrolio è sceso a 40 $ per tonnellata in questi giorni, perché non ci dobbiamo mai più dimenticare che se aumentiamo la produzione di energia derivante da fonti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) si producono, bruciandole, maggiori quantità di gas serra (il gas naturale-metano è in se un gas serra).
Certo è che siamo in mano ad una massa di ignoranti e incompetenti.
 
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