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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 30/07/2007 @ 18:09:48, in F) Questa è l'Italia, cliccato 835 volte)
ANCORA LA 500, LA DISINFORMAZIONE E LE PREFERENZE DEGLI ITALIANI
 
La settimana scorsa ha condotto “Prima Pagina”, l’ottima trasmissione di RADIO 3 dalle 7.15 alle 8.35, Oscar Giannino, Direttore di “Libero Mercato” e responsabile delle pagine economiche del quotidiano “Libero”.
Fra le telefonate degli ascoltatori ce n’è stata una di un signore veneto che si è lamentato che la nuova 500, così come la Panda, sono costruite in Polonia, cioè “all’estero” e che quindi la Fiat toglie posti di lavoro agli italiani. Mi sembra che quel signore viva nel profondo passato quando non esisteva l’Unione Europea, quando la Fiat aveva fabbriche solo a Torino e dintorni, anche se si è scordato che in un passato meno recente la Fiat ha investito in Polonia dove ha costruito anche la 126, le precedenti Cinquecento e Panda e la Seicento. Giannino gli ha risposto che se tutti gli stabilimenti di produzione Fiat fossero in Italia dopo poco sarebbero tutti chiusi. Risposta un po’ ad effetto ma che cela un fondo di verità.
Avrebbe potuto aggiungere che non solo la Fiat costruisce veicoli in Polonia, ma anche in Sud America (Argentina e Brasile) in India, in Cina e si accinge a ulteriori investimenti all’estero. Avrebbe potuto fare anche altri esempi, come la BMW che costruisce negli USA, così come la Mercedes, la VolksWagen in Repubblica Cekia ed in Spagna, i francesi in Slovacchia, in Romania e Turchia, i giapponesi ed i coreani in Europa e negli USA, gli americani in Europa e si sono comprati marche giapponesi e coreane, tanto per fare qualche esempio.
Però Giannino ha fatto anche della disinformazione più pesante affermando che la nuova 500 è troppo “cara” perché “costa 16.000 €” mentre i prezzi vanno da 10.500 a 14.500. Delle due l’una: o Giannino non è informato, e ciò non depone a favore di un giornalista economico, oppure è abituato ad aprire bocca e darle fiato per motivi oscuri. Si è anche scordato che le case automobilistiche, quando mettono sul mercato un nuovo modello, impongono dei prezzi alti (ricordate il prezzo di lancio della Grande Punto a 11.111€ mentre ora la si prende a poco più di 10.000?) per poi ridurli perché la concorrenza – per fortuna - lo impone.
Vorrei fare anche un commento personale sulle preferenze degli italiani in fatto di auto. Se andate in Francia, Germania, Spagna e in parte in Gran Bretagna, dove vi sono grandi marche locali, la maggioranza delle auto in circolazione sono nazionali. In Italia, no. Ora la Fiat con un grande sforzo è ritornata a circa il 30% del mercato nazionale. Eppure il Gruppo Fiat, per non parlare della Ferrari, Macerati, Lamborghini, ecc., ha una gamma molto vasta con auto di sicura affidabilità, 3-5 anni di garanzia, di piacevole aspetto (la Grande Punto è il modello più venduto in Europa). Se gli italiani comprassero più auto italiane non solo l’industria automobilistica andrebbe meglio, ma anche tutta quell’industria del terziario legata alla prima; e ciò darebbe più occasioni di lavoro agli italiani.
Forse un po’ di campanilismo ci starebbe bene e gli italiani dovrebbero prendere coscienza di questa nuova situazione rispetto a quella dei tempi di Romiti e Fresco quando le auto erano brutte e inaffidabili, e la gamma limitata.
Forse ci manca qualche SUV in più (però la “Sedici” è ottima). Devo ammettere personalmente di non essere in favore di queste auto inutili, che sono in mano a quelle persone che vogliono solo farsi notare, che non sanno guidare, che sono arroganti e prepotenti, che inquinano più di tutti gli altri automobilisti. Io ho un amico che possiede un vero fuoristrada equipaggiato ad hoc che non usa mai in città, ma se ne serve solo per andare in campagna, in montagna e, due volte l’anno, nei deserti dell’Africa settentrionale, del vicino Oriente o in altri luoghi simili, compreso l’Islanda, dove si può godere di natura bellissima solo andandoci con questo tipo di veicoli.
 
Di Gennaro Aprea (del 26/07/2007 @ 19:22:37, in F) Questa è l'Italia, cliccato 2068 volte)
LE VACANZE DEGLI ITALIANI
 
Immagine della Polispostiva Masi
 
Non conosco le statistiche esatte, anche perché credo che l’ISTAT non faccia questi calcoli, ma io penso che quando ero giovane la percentuale degli italiani intelligenti era almeno il 90%. Ora la mia impressione è che gli italiani imbecilli o cretini – e fra questi vi sono ovviamente anche i furbi – sia salita al 70%.
La dimostrazione più eclatante è la scelta che facciamo sul periodo delle vacanze, cioè AGOSTO, sempre e solamente AGOSTO.
Siamo l’unico paese al mondo che fa’ questa scelta. Nelle altre nazioni le vacanze estive sono distribuite fra giugno e settembre con punte in ottobre verso il sud Europa o il nord Africa. In Francia, che conosco bene, il 60% degli abitanti le fa’ in luglio ed agosto, in Germania, Gran Bretagna, Olanda, ecc. i 4 mesi estivi sono scelti equamente.
Vediamo un po’ cosa succede scegliere le vacanze solo in agosto:
-         la piovosità è di solito maggiore rispetto a luglio
-         il caldo è mediamente più forte in luglio
-         il traffico (auto, ferrovie, aerei) …non ne parliamo
-         i prezzi dei ristoranti, alberghi, prodotti alimentari e non, acquistati nelle località di vacanza sono decisamente più alti, per non parlare dei prezzi dei servizi sulla spiaggia
-         nei luoghi di villeggiatura i ti trattano a pesci in faccia
Va bene che molte aziende chiudono in agosto, ma l’esempio dovrebbe venire proprio da loro che potrebbero iniziare a cambiare sistema.
Ieri in TV ho visto/sentito che il reparto pediatrico ed un altro reparto di cui non ricordo il nome, dell’ospedale di Casalpusterlengo chiuderà in agosto perché i medici e gli infermieri sono tutti in vacanza. Chi ha bisogno dovrà andare a Lodi. E queste situazioni si ritrovano un po’ dappertutto in Italia.
I medici non sono legati a chiusure di uffici e quei pochi presenti in agosto sono oberati di lavoro, Anche altri professionisti potrebbero cominciare a distribuire le vacanze in maniera più intelligente. I bancari potrebbero farlo fin da subito se si comincia ad avere più persone in città. Lo stesso per i negozi di alimentari.
Bene, cosa ne pensate? I vacanzieri di agosto si sono offesi per i miei epiteti? Ci sono anch’io fra i vacanzieri costretti alle vacanze agostane perché dove lavora mia moglie gli uffici saranno chiusi per 3 settimane proprio in agosto.
 
Di Gennaro Aprea (del 15/05/2007 @ 11:45:31, in F) Questa è l'Italia, cliccato 8050 volte)
CARTELLI STRADALI
 
  
Questi miei articoli non hanno alcuna pretesa di fare la concorrenza a quanto scrivono molti ottimi editorialisti (alcuni un po’ meno bravi, altri che dovrebbero ritirarsi dalla professione) che leggiamo sui giornali o che raccontano molte storie in televisione o alla radio. Certe volte però mi viene la voglia di chiosare o commentare grazie ad alcune mie esperienze le quali possono aggiungere qualcosa di utile ai fini della completezza dell’argomento. Spesso mi occupo di cose piccole, anche futili, che i grandi giornalisti non trattano e, quando posso, cerco di farlo cercando di strappare un sorriso al lettore.
Oggi, di ritorno da un viaggio in auto che mi ha portato da Rodano nella zona del Chianti – state tranquilli non ho bevuto durante il viaggio – poi a Roma, a Napoli, ad Avellino, continuando per Benevento ed infine a Lucera vicino a Foggia, ho potuto notare ancora una volta lo spreco di denaro speso per la miriade di cartelli stradali lungo tutte le strade, soprattutto fuori delle autostrade. Spreco che porta a confondere il guidatore che, attento a non fare sbagli o contravvenire al codice della strada, non può fare a meno di leggerli tutti mentre guida. La conseguenza è che a volte è perfino distratto da questa pletora di cartelli stradali, per non parlare di quando ti danno indicazioni sbagliate o mancano proprio nel momento in cui ne hai bisogno. La conseguenza di quest’ultima situazione è che si può facilmente sbagliare strada.
Non sto a raccontarvi tutto ciò che ho visto durante questo lungo viaggio, ma non posso fare a meno di raccontarvi un esempio che è significativo della situazione che si ritrova un po’ dappertutto.
L’ultimo giorno del mio viaggio mi trovavo dunque a Lucera ed avevo un appuntamento alle 8 di mattina a San Severo una cittadina a 21 Km; alle 10 ero già di ritorno per un secondo appuntamento a Lucera poi verso le 11,30 ho dovuto riprendere la strada (provinciale) per San Severo e da lì, senza fermarmi e con vari giri inutili dovuti ad indicazioni errate in città, prendere finalmente l’autostrada adriatica per il ritorno verso Milano.
Nel giro di poco tempo ho quindi percorso quella strada 3 volte e mi sono rimasti in mente i cartelli stradali che abbondano e che a mio parere non servono a niente. Non li ho contati, ma credo che in 21 km non ve ne siano meno di 100, cioè in media uno ogni 210 metri.
La strada, salvo tre tornanti iniziali da Lucera che è su una collina, è praticamente tutta diritta. Quindi si potrebbe andare a 90 km/ora. Invece lungo tutto i percorso vi sono dei cartelli che limitano la velocità a 60 km. Le ragioni sono due: alcuni cartelli indicano dossi per 300 m, poi ancora dossi per 400 m poi ancora per 500 m e così di seguito fino al termine; altri indicano la presenza di acqua sulla strada in corrispondenza di alcuni avvallamenti che rendono il piano asfaltato un po’ meno sopraelevato rispetto al piano di campagna.
Ebbene la strada è quasi un biliardo, non vi sono dossi, non vi sono buche, solo qualche pezza di asfalto riparato. Acqua nella depressione? nemmeno la più piccola avvisaglia di umidità nei campi.
Un altro tipo di cartello frequente (ne ho contati sette in 21 km) è quello che vediamo spesso in giro per l’Italia, cioè “controllo elettronico della velocità”, che è una grossa bugia perché di controlli di questo tipo su quella strada non ce ne sono e non ve ne sono nemmeno sulle autostrade.
Confesso che non ho viaggiato a 60 all’ora; mi tenevo fra i 70 e i 90 mentre le auto anche di piccola cilindrata (la mia è di 3000 cc ed ha 230 cavalli di potenza) mi sorpassavano allegramente a velocità molto sostenuta.
Come mai questa situazione? Le mie ipotesi sono le seguenti:
1)     molti, molti anni fa vi erano dossi e buche, poi hanno asfaltato varie volte e la strada è adesso molto ben tenuta…ma i cartelli sono rimasti. Forse costa molto toglierli e rimetterli dove servono altrove?
2)     Idem per le eventuali presenze di acqua sull’asfalto
3)     Il cartello di controllo della velocità è stato messo quando all’inizio serviva come deterrente, ora tutti se ne fregano e guidano su quella strada a non meno 120 km/ora
Commento finale: lo spreco di denaro è evidente …..e io pago! come diceva Totò.
Mentre la Provincia di Foggia è ricca e mantiene cartelli inutili grazie ai contributi dei suoi cittadini.
 
A proposito, perché in Italia vi sono dei limiti di velocità assurdi, cioè 20 o 30 km/ora in presenza di lavori o 60 – 70 sulle autostrade quando per esempio le 3 corsie diventano 2 per lavori, ecc. ecc.?
Negli altri paesi europei i limiti di velocità in questi casi sono più che ragionevoli. Esempio classico sono le autostrade tedesche dove non vi è alcun limite di velocità come invece da noi e in Francia a 130 km/ora. Se vi sono dei lavori in corso mettono dei cartelli (che vengono tolti immediatamente al termine o negli orari di sospensione) che riducono a 110, 100, 90, 80, quest’ultima cifra proprio se la strada si restringe molto. Tutti si adeguano, dico tutti, perché se si sgarra si è controllati veramente e “mazziati” di multe elevatissime. ….dove sono i controlli sulle nostra strade e autostrade?
In questo mio viaggio ho percorso complessivamente 2080 km: ho incontrato solo una, dico una pattuglia di Carabinieri all’interno di un centro abitato! E ho guidato a tutte le ore!
 
 
 
 
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