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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 20/02/2015 @ 17:22:04, in I) Sport e Calcio, cliccato 738 volte)
OLANDESI BARBARI?
 
Ieri e oggi molte persone (anche VIP) hanno parlato e scritto: OLANDESI BARBARI.
Ma è proprio vero? Lo siamo tutti un po’ barbari. Solo che ogni popolo ha una sua maniera di manifestare la sua barbarie…ed anche peggio, perché possiamo essere anche assassini.
Ne abbiamo sentite di tutte e dimentichiamo facilmente…attori italiani, britannici, francesi, spagnoli, e di varie altre nazionalità.
 
Il branco può essere lo spunto per divenire barbari; l’alcool dà una mano. Vi sono anche numerosi casi e tipi di pazzia (ricordate le martellate al Mosè a San Pietro in Vincoli e alla Pietà in San Pietro, ambedue di Michelangelo?).
Se poi cose estreme come la Barcaccia o l’uccisone di un giovane tifoso al di fuori dello stadio, sempre a Roma, possiamo anche dare la colpa al mancato controllo delle forze dell’ordine.
 
Giustappunto “tifosi”. A me risulta che solo i tifosi del calcio divengono barbari e assassini, sia dentro che fuori dello stadio. Se qualche volta vi sono state cose “barbare” fatte da tifosi di altri sport, non ricordo atti estremi come questi. Pensateci bene e ditemi se anch’io ho perso la memoria, cosa possibile alla mia età.
 
Il fatto è che il calcio, come ho affermato più volte in questo blog, ha perso da molti anni la dignità di sport. E’ divenuto un gioco dove la violenza fa da padrona (in uno dei miei primi articoli di questa Sezione avevo raccontato perché e come). Il rugby ed il calcio americano lo sono meno; le loro regole prevedono determinati comportamenti, certamente rudi, che provocano minori danni ai giocatori in percentuale. Per quello americano i giocatori sono anche ben protetti; e non mi risultano tifosi barbari.
Anche i regolamenti del calcio europeo prevedono comportamenti sportivi e leali che però vengono regolarmente e volutamente “dimenticati” dai giocatori mentre gli arbitri ed i guardalinee continuano a lasciar fare i barbari che giocano in campo. I falli sono eseguiti al 90% volutamente, cercando di non farsi vedere, ed anche facendosi passare per danneggiato da chi è stato invece danneggiato.
 
In sintesi, il calcio è da tempo una scuola di violenza che si è estesa ai tifosi sugli spalti, specialmente ai bambini e ai giovani che non vedono l’ora di imitarli nelle partitelle fra di loro per mettere in atto ciò che hanno visto nelle partite dei campionati.
 
Il calcio è diventato solo un business dove girano milioni di Euro e Dollari . Fino a qualche anno fa vi era solo il mercato dei giocatori. Ora abbiamo anche il mercato delle squadre….Sport?...Ma mi faccia il piacere! diceva Totò.
 
Dispero che il calcio possa ritornare ad essere uno sport dove l’etica sportiva sia sempre la prima regola comportamentale.
 
Perciò non chiamiamoli barbari. La ragione e la sorgente di queste barbarie non sono le persone ma unicamente il calcio così com’è ora. Non com’era alcune decine di anni fa. Quello si che era anche un degno spettacolo sportivo.
 
Di Gennaro Aprea (del 19/07/2014 @ 12:58:37, in I) Sport e Calcio, cliccato 720 volte)
IL CALCIO E’ MORTO
 
Su L’Espresso del10 luglio ho letto l’articolo di Roberto Saviano intitolato “Con Ciro Esposito è morto il calcio”.
Numerosi lettori sanno che da molti anni a questa parte affermo che il calcio non può più essere considerato uno sport. Le ragioni sono molte e, se la cosa vi interessa, potete andare alla Sezione omonima e leggere i miei precedenti articoli
In questi ultimi giorni i commenti e le critiche sul Campionato mondiale di calcio si sono acquietate: tutti noi siamo stati distratti tristemente da guerre, politica e, anche per il calcio, da commenti sulle nuove contrattazioni di giocatori e allenatori.
Approfitto quindi per parlare a freddo del campionato mondiale brasiliano con alcuni commenti.
Dopo molto tempo che non mi sintonizzavo su questo gioco, avevo deciso di seguire alcune partite cominciando dalla prima, Inghilterra - Italia ed ho continuato per le più importanti, ovviamente i quarti, le semifinali e la finale.
Speravo di rivedere un calcio migliorato, invece vi è stata la conferma della mia delusione. Non mi riferisco solamente alla squadra nazionale, ma anche alle altre.
 
Lo spettacolo… la pubblicità afferma che è il più bello del mondo??
 
1)     guardare i giochetti  delle squadre, chi più (gli italiani) chi meno (i tedeschi), non è affatto divertente: osservare i giocatori di una squadra che si passano indietro la palla nella propria metà campo per lunghi minuti (ho contato più o meno 20 minuti in media sui 90) passando spesso la palla indietro al portiere, mi fa venire il latte alle ginocchia per la noia
2)     l’etica sportiva è definitivamente sparita: i giocatori agiscono nei confronti dei giocatori della squadra avversaria in un continuato tentativo di distruzone; abbiamo visto quanti sono stati portati via dal campo per i colpi ricevuti in tutte le maniere possibili; questi colpi sono peggio di quelli del foot-ball americano, con la differenza che nel nostro calcio non si usano rivestimenti protettivi. I più gentili gesti di attacco sono fermare l’avversario prendendolo per la maglia, oppure per un braccio, oppure abbracciandolo in tutte le posizioni possibili. Un’altra abitudine praticata normalmente è quella di dare sgambetti e fingere di essere sgambettati e buttandosi per terra. E gli arbitri cosa fanno? Poco o niente anche perché i giocatori hanno imparato molto bene la maniera di non farsi vedere. Questo è sport?...ma mi facciano il piacere!
3)     Ho sentito sempre molte persone affermare di praticare uno sport “perché vado allo stadio tutte le domeniche”. All’inizio pensavo che queste persone fossero completamente sceme; poi mi sono ricreduto. Eccome se fanno sport, alzandosi e risiedendosi mille volte durante la partita, anche in squadra con altri tifosi, sbandierando lungamente grandi e pesanti cartelli o bandiere, strillando e minacciando i tifosi della squadra avversaria e cantando a squarcia gola peggio di un cantante d’opera il quale almeno non canta per l’intero spettacolo e ogni tanto ha il tempo di riposarsi cedendo la parola al suo interlocutore o ai cori.
 
L’unico spettacolo positivo che ho notato in tutte le partite è di vedere tifosi delle due squadre in campo mescolati sugli spalti, fare il loro tifo senza attaccar briga, piangere o gioire a seconda della situazione. In Italia, per quanto mi risulta, anche da quanto afferma Saviano, non è possibile: ci sarebbero un numero eccessivo di morti e feriti.
 
Non voglio dilungarmi oltre ma credo che sia assolutamente necessario che il calcio “cambi verso”, come dice un nostro famoso giovane politico, cioè cambi sostanzialmente l’attuale concezione che al momento è solo una scuola di violenza e di disonestà sportiva, oltre naturalmente ad essere da tempo una speculazione finanziaria.
Ci sono molti altri sport veri che sono un ottimo spettacolo sotto tutti i punti di vista, ad esclusone forse della palla a nuoto che anch’essa ha perso l’etica di una volta.
 
Spero di non dover ritornare più su questo argomento.
 
Di Gennaro Aprea (del 20/05/2014 @ 16:27:35, in I) Sport e Calcio, cliccato 716 volte)
IDENTITY & ACCESS CONTROL TECHNOLOGY
 
Cosa centra questa tecnologia con il calcio? Cercherò di spegarlo.
 
Pochi giorni fa sono stato invitato ad un evento molto interessante alla Sala Buzzati presso il Corriere della Sera ed ho imparato cose che non conoscevo.
 
E’ stata presentata una impresa italiana specializzata nello sviluppo di sistemi operativi per microcontrollori e “contact-less” per smart card (tessere e biglietti) e passaporti elettronici.
Erano presenti l’AD e il Direttore Tecnico della società che si chiama GEP SpA. In più, oltre al moderatore del CdS, erano presenti il Direttore del FIGC e un alto dirigente della Zucchetti Softwarehouse, nota per le sue applicazioni per la gestione amministrativa del personale, che collabora con la GEP.
 
Lo scopo principale delle tecnologie sono la sicurezza unita al controllo e all’accertamento identitario.
 
Non ho alcun legame diretto o indiretto con la società, né la conoscevo prima di questo evento. Essa ha avuto molto successo anche all’estero. Ne parlo perché è uno dei fiori all’occhiello dell’elettronica italiana avanzata e innovativa, in particolare per la sede ed il personale ad Arzano (NA) dove l’ambiente imprenditoriale non è dei più favorevoli. E da buon campano, ne sono fiero.
Per chiarire di quale tipo di azienda si tratta, elenco qualche “referenza”: le t:essere di accesso del personale agli uffici delle Nazioni Unite a New York; tutti i passaporti elettronici italiani, brasiliani, indonesiani, dell’Azerbaijan. I biglietti e la “tessera del tifoso” abbonato alle partite di molte squadre di serie A.
L’ultimo fiore all’occhiello, i biglietti di ingresso in tutti i 12 stadi del prossimo campionato mondiale di calcio in Brasile.
Si è discusso molto di sicurezza, specialmente per evitare che malintenzionati o terroristi possano ricevere biglietti di ingresso da incensurati per portarsi armi, bombe-carta e bombe semplici, e fare attentati.
Si è parlato molto di questo gioco che, come sapete, non considero più uno sport per una serie di ragioni personali che potete leggere dando un’occhiata alla Sezione “Sport e calcio”.
 
Così che, alla fine della presentazione e alla richiesta di domande da parte del pubblico, ho chiesto se questa tecnologia sia usata anche per la sicurezza in altri spettacoli sportivi, per esempio i campionati internazionali di tennis in corso a Roma, o in altre partite internazionali e di campionato di rugby, pallacanestro, palla a volo, ecc. La risposta è stata negativa.
In conclusione, solo nelle partite di calcio si sente il bisogno di questa necessità. Ciò mi conferma che quello che una volta era un vero sport è diventato un solo grande “business” dove oligarchi e miliardari investono per guadagnare e ottimizzare la visibilità internazionale delle loro aziende. Un business che educa alla violenza in campo e i giovani che ne sono plagiati dai media e vogliono diventare campioni, e per i tifosi che creano i capi delle curve sud come “Gennaro ‘a carogna”.
 
 
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