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Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 29/10/2018 @ 19:00:37, in F) Questa è l'Italia, cliccato 446 volte)
 MATERA e ALTAMURA
 
Ormai tutti sappiamo che l'anno prossimo Matera sarà la capitale europea della Cultura; da poco la pubblicità ha iniziato a dircelo, ottimo!
Con questo spirito, abbiamo deciso, in due coppie, di andarci perché nessuno di noi quattro vi era mai stato, nonostante tutti avevano fatto in passato numerose vacanze in Puglia.
Scrivo questo breve racconto sulle due città affinché possa essere utile a chi è interessato a questa cultura e gli viene voglia di andare in Basilicata.
 
Per evitare il numero elevato di turisti del fine settimana siamo partiti un mercoledì mattina e tornati il venerdì sera; ve lo dico perché è consigliabile imitarci. Infatti, nonostante questa strategia, tutti gli alberghi, B&B e simili, erano pieni in quei giorni infrasettimanali, anche a causa di un film  che stavano girando.
 
Viaggio ben organizzato da buon amico Agente e programma preparato ottimamente da una di noi.  Aereo Milano-Bari e grande taxi lussuoso all'aeroporto che in poco più di un'ora ci ha portato in un albergo 4 stelle (superiore alle aspettative anche per la gentilezza e la collaborazione di chi lo gestisce), fuori dal centro storico (se decidete di andare in auto, sottolineo che è impossibile arrivare in centro).
Tutto il nostro viaggio assolutamente non stancante.
Accordo preliminare con una guida ufficiale, 25 anni circa, molto carina, simpatica, preparatissima (laureata in Archeologia) gentilissima e niente affatto cara. Nessuno di noi ha mai avuto alcun interesse con questa signora in passato, ma sento il dovere di darvi il nome e il recapito: rossella.perrone@hotmail.com, tel. 3488540712. 
 
Rossella ci aveva dato le dritte per il primo giorno cosicché nello stesso pomeriggio abbiamo fatto un primo giro esplorativo prenotando con un "Ape-calessino" - max. 4 persone - più guidatore, che è andato su e giù per la città con spiegazioni da guida abituata al suo lavoro (fortunatissimi con il tempo semiestivo).
Matera è qualcosa di eccezionale i cui "sassi" hanno un'origine di più di 3000 anni. E' una delle più antiche città abitate di quell'epoca nel mondo, le disabitate sono molte ma solo rovine.
Unico punto problematico: a Matera ci sono solo 4 taxi ed è indispensabile prenotare per gli spostamenti.
 
La mattina del giovedì abbiamo incontrato Rossella; non sto a darvi dettagli: abbiamo visto bene tutto a piedi, che non è male dato che l'età media di noi quattro è 80, con una punta di quasi 90.
Nel pomeriggio siamo andati ad Altamura con taxi prenotato in anticipo. E' stata un'altra piacevole sorpresa, compreso un interessante museo archeologico con sezione paleolitica e neolitica; e il borgo antico.
 
La mattina del venerdì ancora a Matera, soli, visitando il Museo Nazionale Medievale e Moderno Lanfranchi che è anche un'ottima pinacoteca dove, fra l'altro, vi è una grande parte dei quadri di Carlo Levi, lo scrittore di "Cristo si è fermato d Eboli", che soggiornò ad Aliano vicino a Matera, condannato al confino dal regime fascista.
Alle 4 del pomeriggio lo stesso taxi per Bari, ecc. per il ritorno.
 
Insomma il viaggio è stato un sorpresa molto piacevole e al di sopra delle aspettative.
 
Se volete ulteriori informazioni siete liberi di chiamarmi ai numeri che appaiono su questo sito.
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Di Gennaro Aprea (del 10/11/2018 @ 18:47:44, in M) Satira e Umorismo, cliccato 467 volte)
BATTAGLIA AI FERRI CORTI


 
Leggendo i giornali ed ascoltando/vedendo radio e TV mi sembra di essere ritornato indietro ai racconti sugli anni subito dopo la prima Guerra Mondiale, quando io ancora non esistevo.
Ora i contendenti attuali non sono più gli Imperi centrali europei, cioè Germania e Austria-Ungheria, l'Impero ottomano, la Bulgaria da una parte, contro la Repubblica francese, il Regno Unito di Gran Bretagna, l'Italia, l'Impero russo dei Romanov, cui si unirono più tardi alcuni militari USA.
I racconti storici che abbiamo ascoltato in questi giorni recenti in occasione delle commemorazioni di quella guerra, parlano del dopoguerra con feroci rivoluzioni, battaglie di piazza, ecc.,  in numerosi paesi europei. Con i risultati che sappiamo in Russia, Italia, Germania, Spagna, Portogallo, ecc.
 
Però il terreno di battaglia di oggi non è più quello di allora, ma il fracasso forse è superiore, con delle punte metaforiche da bomba atomica.
 
In questi giorni i contendenti sono una specie di Unione di 27 paesi europei (il Regno Unito è ormai fuori !?) contro una specie di governo italiano.
Le armi che rimbombano sono accuse rumorosissime ed espressioni da basso porto, di incompetenza semicompleta da parte dell'Europa nei confronti principalmente di 4 signori che l'Unione considera assolutamente non all'altezza, di cui:
-  uno è un avvocato che di economia sa poco o niente, o quasi; indipendente
   in politica, tenente-colombrello 
-  un'altro è un ex steward allo stadio Di San Paolo Di Napoli con 2 tentativi
   mancati Di laurea ma con licenza liceale, generale Di brigata
-  un terzo è un politico, anch'egli liceale e con 2 tentativi mancati di laurea
   generale d'armata
-  il quarto è un economista e professore di economia a una delle Università
   di Roma. Indipendente in politica, colombrello
 
La cosa più buffa è che quest'ultimo componente del governo italiano risponde per le rime ai suoi "interlocutori" europei tacciando loro stessi di incompetenza o addirittura di mancata lettura del programma economico di sviluppo (bah !) da lui predisposto, con accentuato deficit e alto debito dello Stato.
Oltre ai 4 signori su menzionati (i 2 generali e i 2 colonnelli), vi sono anche una pletora di ufficiali e sottufficiali che vanno dal capitano/a, al tenente, maresciallo/a sergente maggiore e minore e caporale/a o vice caporale/a
Nel conflitto vi sono anche degli  importanti economisti/banchieri/cecchini, padovani, cotti al dente, filosofi, ecc. ed anche giudici ragionieri della Corte dei Conti) che sparano con grossi e rumorosissimi mortai delle piccole ma efficienti bombette atomichette.
 
A questo punto non so più cosa pensare del governetto/esercitino italiano (quasi nulla facenti in Parlamento), e dei pezzi grossi della (finta) Europa. Chi veramente avrà ragione?
Temo che, se attendiamo che si chiarisca la situazione, la nostra economia possa andare a "remengo" ovvero a "schifìo" o in merda, come si dice in qualche colorito dialetto.
 
Mentre ci penso e ci ripenso …..mi si accende una luce!
Forse che i componenti del finto esercitino italiano, abbiano realizzato che il loro contratto/programma non stia né in cielo né in terra, ma continuino volutamente a sparare cazzate - il punto interrogativo arriva fra poco - , o smentendo le stesse regole del contratto, o rinviandone l'attuazione di alcuni anni, oppure sollevando spesso litigi fra i due generali vicepremier, che vengono poi risolti per dimostrare che continuano a volersi bene? (mentre è vero - secondo me - il contrario)
Fine della domanda.
 
Più la situazione si allunga nel tempo, più la soluzione di tutto si rimanda, se ci sarà, con un risultato probabile sempre peggiore, più riescono a rinforzare la loro figura di politici "duri" dimostrando che nessuno può smentirli o fare meglio di loro per il bene del popolo italiano.
Risultato certo è l'aumento continuo e profondo della loro popolarità da parte del popolo italiano "bue".
 
Sicuramente si saranno così assicurati una lunga carriera politica al governo (?) e magari all'opposizione, con alti redditi, e forse ancora con vitalizi o altro tipo d pensione alla loro vecchiaia.
E i media continueranno a parlare di loro.
 
Ed i "partigiani" della cosiddetta opposizione, chi sono, dove sono e cosa fanno?
 
E voi che ne dite?
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Di Gennaro Aprea (del 06/12/2018 @ 19:30:20, in F) Questa è l'Italia, cliccato 403 volte)

SOS PER LA LIBRERIA DEI SETTE


La lettera della Signora Di Orazio di Orvieto e la risposta di Corrado Augias che potete leggere più in basso, non hanno bisogno di commenti.

Vorrei però sottolineare che l'Amministrazione del Comune di Orvieto sembra sorda alle richieste di molti Orvietani che temono la chiusura della "Libreria dei Sette".

Io sto per mandare una petizione al Sindaco Giuseppe Germani affinché il Comune, proprietario delle mura del negozio, possa evitare la chiusura di questa libreria diminuendo sostanzialmente il canone di  affitto annuale (Euro 31.000)  che pesa troppo sui costi di esercizio della piccola impresa culturale, così importante per la città di Orvieto.

In calce troverete il testo della mia richiesta con cui suggerisco un canone annuale non superiore a Euro 3.000; voi potete anche diminuirlo.

Sarei molto grato ai miei Lettori se scrivessero una lettera analoga (o come ognuno ritiene meglio) al Sindaco e passassero questo invito ai propri amici, così come sto per fare anch'io ai miei circa 200 contatti.

L'indirizzo del Sindaco è: sindaco@comune.orvieto.tr.it.

Potreste inviare copia del vostro messaggio anche ai titolari della impresa Enza e Riccardo Campino il cui indirizzo è: riccardocampino@gmail.com oppure a libreriadeisette@alice.it

 

Più siamo, più riusciremo a salvare la Cultura !

Vi ringrazio a nome di tutte le persone che ritengono importante salvare ogni iniziativa in favore di questa libreria.

Ecco la lettera a Corrado Augias e la sua risposta del 28/11/2018 su La Repubblica.

 "Gentile Corrado Augias, parlo della mia città, Orvieto, e della " Libreria dei Sette" che chiuderà i battenti il 24 dicembre. Ho pianto quando i gestori della storica libreria ( attiva dal 1922!) hanno lanciato una richiesta d’aiuto date le difficoltà di mandarla avanti. Un allarme c’era già stato un anno fa, ora l’incubo si ripete perché nessuno tra cittadini e amministrazione s’è mosso per risolvere il problema. Com’è possibile che una piccola e meravigliosa realtà come Orvieto, gioiello d’arte, storia e cultura, lo permetta? Quella libreria per la sua posizione, lo spazio, il palazzo che occupa è stata per anni il vero centro culturale della città, gestita da librai di grande cultura, di grande cuore, pieni di un’immensa volontà di fare. Se la libreria chiude, io e la mia famiglia perdiamo un rifugio, quello caldo e accogliente dove ti puoi permettere di staccare la spina, dove i toni si abbassano e il tempo sembra fermarsi, dove tra tanti libri, colori e parole, trovi sempre un amico e un sorriso. La " Libreria dei Sette" è il posto dove ritrovo sempre mio figlio di 4 anni quando si stacca dalla mia mano. Adesso dove andrà a rifugiarsi?

— Federica Di Orazio— Orvieto ( TR)"

 

Risposta di Corrado AUGIAS

"Tempo fa, quando si affacciò per la prima volta l’ipotesi che quella libreria potesse chiudere, la scrittrice Susanna Tamaro, che vive nel comprensorio orvietano, lanciò un appello per non perdere anche la libreria dopo tante altre chiusure. Orvieto è uno dei gioielli dell’Italia centrale, arroccata su una rupe a piombo sulla valle del Tevere, con la facciata del Duomo (fine XIII secolo) ritenuta un capolavoro del gotico italiano, così più dolce rispetto alla severità tedesca. La facciata rivolta ad Occidente accende al tramonto tutti i colori delle sue pietre e dei mosaici. Una città memorabile, ma anche una comunità di oltre 20 mila abitanti; sembra impossibile che l’amministrazione lasci davvero chiudere una Libreria che nel 2015 a Venezia s’è aggiudicata il titolo di migliore libreria italiana. Quella "dei Sette" è uno spazio dove i gestori – i dinamici fratelli Campino, Enza e Riccardo – non stanno dietro il bancone ad aspettare l’arrivo dei clienti; al contrario escono, promuovono, invitano gli scrittori (io stesso sono stato ospitato in un paio d’occasioni), animano la discussione, si fanno motore culturale, danno vita alla comunità, sappiamo bene quale importanza abbiano attività del genere di questi tempi. Mi sono informato sulle ragioni della chiusura: gli impacci sono parecchi e coinvolgono traffico e parcheggi; nocciolo però sembra essere l’affitto ( 31 mila euro annui) insostenibile per una libreria. Che dovrebbe fare un’amministrazione davvero consapevole? Invece di costringere i fratelli Campino ad andarsene, dovrebbe trovare i mezzi perché la libreria facesse ancora di più. Poche migliaia di euro anche un piccolo Comune (proprietario delle mura) può trovarli. La questione di fondo sono le scelte. Il sindaco deve decidere che tipo di città vuole amministrare. Se costringerà la Libreria a chiudere avrà spento una delle luci della sua città."

Testo del mio messaggio al Sindaco di Orvieto

 "Egregio Signor Germani, Sindaco di Orvieto,

 ho appreso dai media il problema finanziario che impedisce alla "Libreria dei Sette" di continuare la sua indispensabile opera in favore della Cultura per i suoi Concittadini e per i turisti ed intellettuali che questa piccola impresa attira verso Orvieto.

Le sarò grato se il Comune da Lei amministrato deciderà di diminuire sostanzialmente il canone di affitto ad un cifra non superiore a Euro 300 (trecento) o meglio 1 € (un Euro) figurativo, insieme ad ogni altra azione utile a mantenere in attività la libreria.

La ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente.

Gennaro Aprea - Rodano, Milano"

www.gennaro-aprea.it

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