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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

ICT - Information & Communication Technology

Su L'Espresso n. 28 del 4 luglio scorso, ho letto due interessantissimi articoli.

 Il primo di Anna Bonalume dimostra come e quanto i laureati in Intelligenza Artificiale (perché la sigla è AI invece di IA? - uffàa, questa mania dell'inglese) sono richiestissimi dalle aziende.

 Il secondo di Lara Cardella "A lezione di Tik Tok" racconta che i nuovi idoli dei giovani sembrano nati per non farsi capire dagli adulti. E invece - continua - c'è spazio per il dialogo solo se genitori e docenti sono disposti ad imparare. Nell'articolo si mette in evidenza l'ICT che è alla base di ogni azione imprenditoriale. Senza di essa le aziende non possono avere successo: Internet è alla base di ogni attività.

Molti lettori conoscono la mia età, sa che sono un economista e che negli ultimi 28 anni di lavoro, dopo 21 anni di impiegato, dirigente e responsabile  di società italiane ed europee, ho fatto il consulente di organizzazione e direzione dove, fra i tanti problemi aziendali, l'organizzazione e il contenimento dei costi erano alla base del successo dei nostri clienti.

Sarò probabilmente sorpassato, ma vi sono alcune deficienze in aziende moderne di cui sono e sono stato cliente/consumatore, che non mi vanno giù facilmente. Vi darò alcuni esempi e chiederò a chi mi legge, specialmente i giovani esperti di ICT e IA che mi illuminino. Al loro buon cuore.

Primo esempio. Pochi giorni fa ho finito i miei 90 ed ho ricevuto numerose dichiarazioni di stima ed anche regali. Uno di questi è stato un coppia di magnifici "T-shirt". Però avevano un misura eccessiva: nessun problema. Anzi, vi era un lungo scontrino formato cm 8x21 cm "documento gestionale", ovviamente senza prezzo, che conteneva il diritto di cambiare l'articolo entro 1 mese dall'acquisto.  Mi reco al negozio specializzato in abbigliamento moderno, per uomo al primo piano,  e faccio il cambio con la mia misura. Pensavo fosse tutto finito, invece la commessa non mi consegna le nuove t-shirt ma mi accompagna al 3° piano consegnandole ad uno dei 3 cassieri, tutti molto occupati. Attesa 10 minuti in fila. Finalmente tocca a me ma il cassiere inizia una conversazione con un collega; altri 5 minuti di attesa. Finalmente sembra che tutto sia finito; invece no perché, dopo ulteriori conversazioni mi preparano 3 lunghi scontrini cm 8 x 26: uno per il reso, un secondo per il rimborso del denaro della restituzione, a prezzo inferiore perché nel frattempo gli articoli avevano avuto uno sconto sul pezzo originario; poi uno per il pagamento relativo al nuovo prezzo con il diritto a ritirare in caso di cambio(??!!). Inutilmente mi restituiscono anche il vecchio scontrino per il cambio.

Carico di scontrini e dei nuovi T-shirt finalmente esco dal negozio. Tempo totale dall'entrata: 40 minuti.

 Mi chiedo: se questa operazione sia stata eseguita perché ormai tutto è "automatizzato" grazie ad Internet perché le aziende si devono automatizzare utilizzando le sue tecniche avanzatissime. Mi chiedo anche quanto sia costato il tutto in termini di tempo di almeno 4 persone. In effetti ho l'impressione che sarebbe necessario aggiungere a ICT anche un altro C di costi e un O di semplificazione organizzativa.

 Secondo esempio.  Alcuni anni fa, quando apparve sul mercato Linkedin, mi iscrissi per  avere la possibilità con l'occasione di incontrare e scambiare idee e conoscenze personali a livello internazionale con persone che si occupano di problemi ambientali, cosa che io faccio fin dal 1971. Ciò comportava naturalmente  un mio Curriculum Vitae e quello di queste persone nonché la formazione di un gruppo. Più tardi Linkedin è stato assorbito da Facebook.  La conseguenza è stata che lo scopo originale è sparito e le abbondanti ed inutili comunicazioni che ricevo mi offrono:  

 

a) se voglio entrare nel gruppo di una certa persona della quale il CV non ha niente a che fare con i problemi ambientali

b) la richiesta di un'altra persona di entrare nel mio gruppo

c) incredibile: offerte di lavoro, anche ad alto livello, a me che sono pensionato da decine d'anni ed  ho passato i miei 90.

 Da notare che alcune volte, per quanto riguarda i punti a) e b), ho chiamato le persone e nessuno, ripeto nessuno, di loro avevano fatto alcuna richiesta di contatto con me.

 Cosa si è messo a fare Internet? inventare cose fasulle che non stanno né in cielo né  in terra per perdere e far perdere tempo a poveri utilizzatori della Rete riempiendo loro la posta inutilmente?

Viva l'aumento dei Costi !

 Terzo esempio. Sono abbonato da molti anni sia al settimanale L'Espresso che al quotidiano La Repubblica. Da tempo ricevo ogni 14 settimane un lungo foglio  a colori intitolato "OPPORTUNITA' RISERVATA AGLI ABBONATI DE L'ESPRESSO : I coupon allegati permettono di continuare ad acquistare la domenica in edicola  la tua copia de La Repubblica a 1,50 euro!"

 Come molti sanno ambedue le pubblicazioni appartengono al gruppo GEDI. Spesso queste si riferiscono reciprocamente all'altra. E'  mai possibile che la loro "rete" non sappia che io sono abbonato ad ambedue? Ho provato a dirglielo per iscritto. C'erano solo domande "più frequenti" ma non è stato possibile dire loro di interrompere spedizioni inutili.

Ancora, viva l'aumento dei Costi !

 E allora, come la mettiamo con l'informatizzazione delle aziende senza pensare contemporaneamente ai Costi e all'Organizzazione?  

 

 

 

 
Di Gennaro Aprea (del 09/07/2019 @ 19:51:07, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 358 volte)
RISTORANTI  E  NO
 
21 maggio 2019 - Noli (SV).
Noli è un delizioso paesino della costa ligure occidentale con un borgo antico che invita gli appassionati di fotografia a scattare su edifici e angoli molto belli e ben conservati. A chi non vi è mai stato, consiglio vivamente una visita.
Siamo in 4 di cui 2 francesi ed è ora di pranzo.
Diamo un'occhiata intorno e sulla passeggiata a mare piena di verde c'è una costruzione che sembra un ristorante. Ci avviciniamo e l'ipotesi si dimostra esatta.
E' una giornata con nuvole, un po' di vento e ogni tanto sembra che voglia piovere, come è successo spesso  in quei giorni di maggio in Liguria. Temperatura fresca nonostante gli intervalli di sole.
 
L'interno è moderno e ben arredato con grandi vetrate sulla spiaggia; e non c'è molta gente, che comunque parla a voce normale.
Si avvicina una cameriera non giovanissima che inizia a scusarsi per il vento raccontandoci che una forte mareggiata di due giorni prima ha distrutto l'intero livello spiaggia del complesso distruggendo il piccolo stabilimento balneare. E' una persona che sa come porgersi e familiarizzare con i clienti. Poi offre i menù e ci suggerisce un aperitivo. Scegliamo un bicchiere di prosecco che ci viene servito subito da un cameriere insieme a dei gustosi stuzzichini.
 
I due piatti scelti, ciascuno differente fra noi quattro, sono tutti ottimi, serviti e presentati in maniera egregia, senza attese particolari. Poco dopo il dessert la signora ci chiede come mai siamo in vacanza con questo tempo instabile. Lo fa in maniera così gentile senza un filo di curiosità inquisitoria che le rispondiamo volentieri.
Poi ci racconta che il suo ristorante (la signora si rivela inaspettatamente la proprietaria) ha 140 anni di vita e appartiene quasi alla stessa famiglia da allora; così ci mostra alcune fotografie dell'edificio del 1800 ed alcuni clienti inglesi e tedeschi in costume d'epoca. Evidentemente a Noli vi è una solida tradizione turistica.
 
Il conto è più che ragionevole e siamo molto soddisfatti della nostra scelta. Io, che sono pignolo e scocciatore, avevo prima solo suggerito di servire le portate calde con i piatti più caldi.
 
A questo punto non posso fare a meno di dirvi il nome del ristorante e consigliarvelo caldamente: BAIANITA viale Marconi
Vi assicuro che nessuno di noi ha un qualche interesse in questa azienda modello.
 
 
4 luglio 2019 - "TRATTORIA TROMBETTA " Milano Largo Bellintani, piccolo slargo a fianco di una chiesetta su viale Tunisia.
 
Siamo in sette, dai 60 ai 90 anni, tutti abbastanza giovanili, ed è la prima volta che proviamo questo ristorante previa prenotazione alle 20.30. Si presenta molto bene con una veranda esterna e l'interno condizionato da ristorante di lusso - altro che trattoria - con arredamento moderno e piacevole. Non vi sono tavoli quadrati o tondi ma per noi sette uniscono tre quadrati da 4, cosicché per parlarci ai due capi del lungo tavolo ricavato dobbiamo alzare la voce; e ciò vale anche per gli altri gruppi di commensali. Il ristorante è quasi pieno (non nella veranda esterna) e noto un cameriere più tre giovani signorine che si muovono velocemente.
 
Prima che qualcuno si avvicini passano buoni 20 minuti. e ci portano i menù.
Notiamo tutti che la lista delle vivande è limitata ed offre soprattutto piatti invernali...con questo caldo. Siamo abbastanza rapidi per decidere e quando si avvicina una delle fanciulle, chiediamo se è disponibile del pesce (inesistente nel menù), che viene ordinato da 4 di noi per l'antipasto, "i princìpi" che consiste in piovra bollita fredda con patate, e per il piatto forte.
La ragazza ci chiede se vogliamo l'aperitivo e ordiniamo il solito prosecco, scelto dal ristorante di alta qualità e servito senza il minimo accenno di stuzzichini, con la camerierina che tenta di vuotare la bottiglia intera nei 7 bicchieri.... Ne resta pochissimo e viene regolarmente messo nel secchio col ghiaccio, mentre si riscalda nei bicchieri perché non siamo abituati a buttarlo tutto giù per la gola in un colpo.
Nel frattempo è passata un'ora e un quarto.
Per il secondo piatto attendiamo altri 35 minuti! I  piatti per fortuna sono caldi. Morale: è passata un'altra ora e dieci, cioè siamo alle 11 meno 20. Attendiamo ancora per riavere il menù  e ordinare.
Io, da solito pignolo, faccio presente alla giovane ed inesperta cameriera che versa la seconda bottiglia di prosecco, che non si versa mai un vino, anche se si tratta di una bottiglia gemella, nei bicchieri ancora pieni.
 
Non voglio annoiarvi oltre ma vi assicuro che ne sono successe altre di belle, soprattutto nel servizio che si può classificare meno che miserevole.
Qualità delle vivande: 6 meno su 10. Prezzi abbastanza esagerati, specialmente per il prosecco.
Essendo lontani e dato il rumore forte del chiacchiericcio, alcuni di noi si sono spostati di posto scambiando il proprio per poter parlare con gli amici lontani. E' possibile che un locale come il "Trombetta" che mi sembra si dia tante arie, non possa insonorizzare  le pareti ed il soffitto?
Siamo fuori alle 23.40 !....finalmente!
 
 
PS - sono andato su Google TripAdvisor per vedere i giudizi su questo locale milanese: la maggiorana sono positivi (ma le recensioni disponibili dei commensali sono solo positive e non ve n'è una sola negativa). Tutte quelle disponibili sono del 2016 e 2017 .
Ho trovato questa classifica:
Eccellente           83
Molto buono      119
Nella media         50
Scarso                  23
Pessimo                9
 
Dunque ci sono ristoranti SI e ristoranti NO, tutti più o meno a sorpresa.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 19/06/2017 @ 18:26:16, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 601 volte)
L'INDUSTRIA EDILIZIA VA MALE ?


 
Oggi, sul notiziario economico e finanziario del telegiornale di RAI 3 il giornalista/speaker ha riconfermato che l'economia produttiva sta andando (abbastanza) bene, ma l'unico settore che è in regressione è l'industria edilizia delle nuove costruzioni, che ha perso, su base annua, il 4,6%.
Il tono era tale da voler dimostrare la negatività di quella statistica. Per me invece è una buona notizia perché significa che il consumo del suolo è diminuito.
 
Non vi era alcuna cifra che riguarda le ristrutturazioni che invece sono altrettanto importanti. Ormai gli economisti hanno capito che la sostenibilità di qualsiasi processo produttivo deve tener conto della cosiddetta "impronta ecologica".
 
In questo caso solo le imprese edilizie conservative - e sono ancora la maggioranza - pensano che il futuro delle loro imprese sta nel nuovo, pur avendo per fortuna accettato le costruzioni che necessitano di limitata energia per essere vissute. Ciò anche alla buona concorrenza.
Comunque nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni mancano ancora le i progetti e le realizzazioni delle strutture per il minor consumo di acqua, quelle di recupero dell'acqua piovana ed il recupero e l'uso delle acque di scarico (lavabi, bagni, docce, lavelli, lavatrici e lavastoviglie) per la pulizia dei servizi igienici.
 
Ci sono centinaia di milioni di edifici nel mondo (e decine di milioni in Italia) che possono e devono essere ristrutturati per portarli a consumi "quasi zero". La tecnologia ha fatto passi da gigante, quindi i costi son più che accettabili. E' anche vero che in alcuni casi particolari le realtà e le situazioni non permettono la ristrutturazione a costi competitivi. La soluzione è trovare spazi abbandonati (es. industrie ferme da tempo) disinquinare il terreno ove necessario, costruire il nuovo senza aumentare suolo occupato e volumi, trasferirne gli abitanti (ottimizzare i servizi che spesso mancano). Poi demolire i vecchi edifici e creare verde sulla stessa area, possibilmente aumentandone la superficie..
 
Nel piccolo Comune dove abito da tempo, sono state ristrutturate due cascine abbandonate e un terza è sulla stessa strada, tutte ristrutturate con gli stessi criteri. Ve ne sono ancora molte, non solo in questa zona da riutilizzare, anche per altri scopi sociali, come hanno fatto a Milano città.
 
Ma andando verso il sud non vi sono numerose valide iniziative di questo genere, soprattutto, dico io, per mancanza di impulsi imprenditoriali a progetti simili; soprattutto mancano  appoggi di tutti i generi da parte di chi ci governa a livello centrale, regionale e locale.
 
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