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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 13/10/2008 @ 17:31:35, in F) Questa è l'Italia, cliccato 744 volte)
CANI IN TRENO
 
Inserisco nel sito una comunicazione di una cara amica che sicuramente è degno , non solo di attenzione, ma soprattutto di azioni atte ad annullare il nuovo regolamento delle Ferrovie dello Stato. La lettera è stata inviata alla presentatrice di una trasmissione televisiva al fine di diffonderne il contenuto.
 
“Le ferrovie dello stato sono un servizio pubblico operante in regime di monopolio. La decisione di impedire il trasporto di cani di taglia media e grande discrimina i proprietari di tali cani. Questa decisione:
  • lede il diritto all’eguaglianza dei cittadini
  • incentiva l’abbandono dei cani. Abbandono che è riconosciuto come un crimine dalle nostre leggi e che, inoltre, provoca ogni anno centinaia di incidenti stradali di cui decine mortali.
  • danneggia il turismo diminuendo l’afflusso dall’estero.

tra l'altro è assurda la discriminazione per taglia:.
  • se il problema è la pericolosità, che pericolo può presentare un cane con guinzaglio e museruola? Gli umani che salgono sui treni sono ancora più grossi e non hanno la museruola.
  • se il problema è l'igiene, si pensa che un cane grande trasmetta meglio di uno piccolo pulci, zecche o malattie? Gli umani che salgono sui treni sono ancora più grossi e spesso più sporchi e maleducati (i cani grandi ad esempio non mettono le zampe sui sedili e non buttano scarti di cibo per terra)”

Invito tutti i lettori,”…..che abbiano o no il cane (io ad esempio non ho più la mia boxer, passeggera esemplare), protestino in tutte le sedi possibili. associazioni consumatori, sezioni di partito, ecc., contro questa discriminazione che lede oltre ai cani il diritto all'uguaglianza dei cittadini”.

Daniela Gilardelli”
 
Di Gennaro Aprea (del 23/09/2008 @ 10:39:53, in F) Questa è l'Italia, cliccato 869 volte)
ALITALIA
 
In questi giorni i quotidiani, i telegiornali ecc. sono pieni di pagine e notizie su ciò che sta succedendo. Non sappiamo ancora come andrà a finire.
Non voglio ripetere tutto ciò che ci hanno messo in testa i vari media, cominciando dal fatto che la situazione attuale è “l’ultima riga” di un lungo libro iniziato tanti anni fa e scritto da politici e manager incompetenti i quali non hanno certamente fatto l’interesse degli italiani ma solo i loro propri. Per non parlare dei dipendenti di “alto rango” (ho sentito affermare per certo di una hostess precaria che per 3 tre ore di lavoro giornaliero prende 2.500 Euro al mese nette). Per non parlare della cordata italiana (tutte persone che non sono in grado di gestire una compagnia aerea) che vuole solo fare un business “pro domo sua” lasciando a noi cittadini l’onere di pagare i debiti della “cattiva” Alitalia che sono 1 miliardo e 300 milioni, salvo poi rivendere dopo 5 anni la compagnia di bandiera a qualche Air France o Aeroflot, ecc. lucrando sull’avviamento, sempre che gli vada bene.
 
Il mio commento vuole solo mettere in evidenza il provincialismo di molti nostri governanti, non solo del governo attuale, e imprenditori che affermano l’importanza di mantenere l’italianità della compagnia.
 
1)     Siamo in Europa, siamo europei e ancora vogliamo conservare una società medio-piccola che farebbe ridere tutti e comunque sarebbe destinata a sparire o a essere assorbita. Se l’Air France o la Lufthansa o la British Airways comprassero l’Alitalia, contribuirebbero a rafforzare un'azienda dell’Unione Europea. Chi la pensa così potrebbe allora criticare una compagnia aerea americana, diciamo per esempio la North West Airlines che assorbisse la United Airways, due società nate e sviluppatesi in due diversi stati degli USA
2)     Se l’Air France (la maggiore società del mondo) si comprava l’Alitalia, sarebbe divenuta ancora più grande aumentando la sua capacità di competere sul mercato mondiale, pur conservando il marchio e le strutture Alitalia come ha fatto con la KLM olandese. Cosa che stanno facendo anche la British Airways con l’Iberia spagnola e la Lufthansa con la Austrian Airlines e la SAS scandinava. I nostri managers, politici e sindacalisti non sanno guardare al di là del proprio naso e sparano sentenze di italianità tipiche di cervello “piccino” (lasciamo perdere Malpensa che si riprenderà i passeggeri persi in poco tempo) senza considerare che in Europa resteranno vive solo 3 o al massimo 4 società aeree fra pochi anni.
3)    molti lettori mi diranno: ma noi non siamo mica gli USA né ci possiamo paragonare a loro perché, non siamo (ancora) una unione politica. La mia risposta è: vero, ma dato che l'unone politica dell'Europa sarebbe molto positiva per tutti gli stati che compongono ora l'U.E., perché non cominciamo a pensare un po' europeo?
 
       Riprendo a scrivere qualche parola oggi 25 settembre. I piloti devono ancora decidere, lo faranno domani???? Sembra che l'Air France sia interessata ad entrare nella CAI con una quota di circa il 20%. E' certametne un bene perché potrebbe dare un contributo di "know how" alla cordata degli investitori italiani che di trasporto aereo ne sanno tanto quanto io  so suonare un qualsiasi strumento musicale, cioè zero . Resta però il fatto che il debito dell'Alitalia "cattiva" ce lo accolliamo noi contribuenti. Non sarebbe successo quando Air France voleva comprarsi tutto accollandosi anche i debiti. investendo 13 miliardi e non solo 1.
       E poi probabilmente fra 5 anni  gli italiani venderanno tutto a Air France che ci avrà già guadagnato di più. E sarà così dimostrato che i nostri politici (che continuano a dire che "l'Alitalia deve restare italiana") alcuni sindacati e la maggioranza dei dipendenti che lavorano a bordo degli "aeromobili" sono degli sconsiderati e/o degli incompetenti.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 09/09/2008 @ 18:47:46, in F) Questa è l'Italia, cliccato 720 volte)
CHI LO HA PRODOTTO E DOVE E’ STATO FABBRICATO?
          
 
Qualche giorno fa, dando un’occhiata ad una scopa un po’ “speciale” acquistata in un magazzino della grande distribuzione, ho notato, sulla fascetta che la racchiudeva, l’origine: “prodotto importato”.
La cosa mi ha meravigliato perché finora su tutte le confezioni avevo sempre notato “made in Italy” oppure “made in Germany” o “made in China”, ecc.
Non sono campanilista, ma mi piace sempre sapere l’origine di cosa compro e dove è stato fabbricato. Nel seguito capirete il perché.
Nonostante sia di sesso maschile ormai da molto tempo, mi sono dimenticato del detto “la curiosità è femmina”,  cosa in effetti non vera, e ho cercato la legislazione relativa.
Subito ho trovato che, nella finanziaria del 2004 e nella sezione che riguarda la protezione dell’origine del “made in Italy”, è stato stabilito fra l’altro che l’origine del prodotto deve essere specificata solo se esso proviene da paesi extra-europei.
Quindi “prodotto importato” significa, salvo errore, che la scopa è stata fabbricata nell’Unione Europea.
Perché non dire allora che è “made in EU”? (che sarebbe l’Unione Europea), come gli americani scrivono “made in USA”?.
Per fortuna saremo sicuri che, se qualcosa è fabbricato in paesi dove il rapporto fra datori di lavoro e lavoratori è inaccettabile, come succede in molti paesi asiatici, dell’Africa e nelle Americhe latine (ma anche in Europa e negli USA), potremo scegliere di non comprarli per non favorire questi pessimi datori di lavoro.
Se non erro, questa legislazione non vale per i prodotti alimentari nei quali è obbligatorio evidenziare l’origine anche se originari dei paesi europei. Meno male!
Perché meno male?
Avete sentito in questi giorni che i poveri animali, bovini, ovini, maiali e cavalli che sono trasferiti in Italia per la macellazione (siamo i maggiori consumatori europei di carne equina) sono caricati su camion in maniera barbara, vi vivono – si fa’ per dire - stretti per un periodo che raggiunge spesso 48 ore, senza acqua, senza alcuna alimentazione. Né altra cura. Alcuni cadono e vengono calpestati, altri arrivano feriti o morti.
Allora facciamo attenzione a queste cose e non acquistiamo carne “di animali nati, allevati in ……(paese fuori dell’Italia), e macellati in Italia”., Significa che sono andati incontro a questi inumani (anche si dice che essi non sono umani: non è vero spesso sono più umani di noi!) trattamenti.
Ho sentito anche che gli esperti hanno accertato che gli animali trattati così sono talmente stressati e la loro carne si riempie di tossine, ciò che la rende assolutamente di pessima qualità!
 
 
 
 
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