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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 24/05/2013 @ 19:15:57, in C) Commenti e varie, cliccato 846 volte)

VERO “STATO” UNIONE EUROPEA. E’ POSSIBILE? QUANDO?

Quando entrò in funzione il Mercato Comune Europeo nel gennaio del 1958 l’idea di un “stato” europeo mi entrò subito nella testa. La causa principale di questo mio atteggiamento nasce dal fatto che, dopo un anno di lavoro in Nigeria (allora ancora colonia inglese), proprio nel 1958 iniziai ad occuparmi di mercati esteri, prima nella Pirelli alla Direzione Esportazione Gomma, poi all’AGIP nel Servizio Estero Agipgas, poi ancora come responsabile della Direzione Vendite Estero della Merloni-Ariston elettrodomestici. Non vado oltre per non annoiarvi, ma in tutta la mia vita di lavoro ho avuto a che fare con numerosi paesi del mondo, anche lavorandovi in alcuni di essi per  periodi medio o brevi, e viaggiando molto sempre per lavoro.

Perché ho fatto questa lunga premessa? Una delle ragioni più importanti è che ho vissuto, per esempio, il problema dei dazi doganali che progressivamente sono diminuiti di  entità fino ad essere eliminati fra paesi del Mercato Comune ed anche parzialmente nel mercato mondiale con vari accordi internazionali (GATT- General Agreement on Tarifs and Trade – WTO World Trade Organisation). Ho così visto crescere il mercato globale (con tutti i problemi che ha creato) ma che ha dato la possibilità a molti popoli di crescere economicamente e culturalmente.

In poche parole sono un europeista convinto da decenni.

Però, da quando la Comunità Europea si è trasformata in Unione Europea in un primo tentativo di trasformarsi in uno stato federale, i nazionalismi di vario genere (es. Regno Unito, Francia, Germania, Polonia, Ungheria, ecc.) dei numerosi stati che la compongono hanno fatto sì che la meta finale “Stato” è stata rimandata sempre di più nel tempo. Una delle tante ragioni di questa situazione è la mentalità conservatrice dei politici di ciascuno stato (occorre veramente mandarli in pensione) che a loro volta hanno nominato i loro rappresentanti nella Commissione Europea apposta per rallentare questo processo. Questi ultimi hanno creato anche un pesante burocrazia nei vari campi, politico, finanziario, economico e fiscale, nei rapporti con altri stati esteri, militare, non sono neanche riusciti a prendere una decisione su una lingua comune, ecc.

Sono quindi divenuto sempre più pessimista di poter vedere la realizzazione dello “stato” Unione Europea con un governo ed un parlamento federali.

I paesi più importanti nel mondo non prendono quasi mai in considerazione l’Unione Europea come entità sovranazionale; pensate agli Stati Uniti dove, al di là delle dichiarazioni di cortesia e di apprezzamento per un futuro stato europeo, tutti i Presidenti hanno avuto e continuano ad avere contatti unicamente con i capi dei singoli stati, per non parlare della Cina, dell’India, ecc.

Ultimo esempio è stato il recentissimo viaggio del Primo Ministro cinese Li Keqiang in India – stato con il quale la Cina ha da sempre molti contrasti di tutti i generi -  con un incontro che ha lo scopo di iniziare un primo rapporto migliorativo che speriamo si realizzi  presto. Subito dopo il signor Li si è recato in Pakistan, vecchio e fedele alleato per controbilanciare diplomaticamente l’incontro con il vecchio nemico di ambedue; e finalmente in Europa a Berna e Berlino. E perché non a Bruxelles, ho pensato subito? Una volta di più l’Unione Europea non conta niente, ahimè!

Poi è successa una cosa imprevedibile! Il vituperato Presidente francese François Hollande che ha perso in un anno dalla sua elezione moltissimi consensi,  ha fatto alcune dichiarazioni impensate per un capo dello stato francese, tutti i suoi predecessori molto tiepidi o addirittura contrari all’Europa politica quando si tratta di cedere sovranità all’UE; così come la Germania che si autodefinisce europeista solo a parole. Hollande ha auspicato un piano per arrivare nel 2015 ad alcuni concreti punti fermi dello stato europeo.

I media italiani non ne hanno parlato molto, come spesso succede; Eugenio Scalfari (domenica 19 maggio su La Repubblica ) ha scritto un articolo entusiasta su questa possibilità, poco dopo moderato da un altro eccezionale articolo di Barbara Spinelli (22 maggio) che ha messo qualche puntino sulle “i” e qualche dubbio sulla reale intenzione del Presidente francese e sulla fattibilità del piano.

Il nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta si è detto d’accordo sul piano Hollande

A mio parere quest’ultimo ha lanciato un messaggio concreto ai tedeschi in vista delle loro elezioni di ottobre.

Però la cosa mi ha ridato un po’ di fiducia.

Sono certo che risolverebbe molte situazioni, cominciando dalla crisi che ancora ci attanaglia. Gli Stati Uniti sono stati la causa della grande crisi mondiale che tuttora si fa sentire pesantemente; ne stanno uscendo più facilmente anche grazie al fatto di essere uno stato federale (tuttora con molte pecche) mentre l’Europa è invischiata seriamente in discussioni fra stati con idee diverse su come risolverla… e la fine non si vede vicina proprio perché non c’è una politica economica e finanziaria unitaria.

Credo di avere ancora qualche anno da vivere e sarei felice di vedere qualche passo concreto verso la Stato Unione Europea.

 
Di Gennaro Aprea (del 24/05/2013 @ 19:34:06, in C) Commenti e varie, cliccato 625 volte)

RICORDO DI DON GALLO

 

I lettori di questo blog sanno certamente che sono da decine d’anni un laico non credente, di quelli “tosti” come si dice a Napoli, ed anche anticlericale nei confronti della Chiesa cattolica come è oggi, per come ha cambiato nei secoli in peggio la religione fondata da Gesù di Nazareth rendendola quasi un “business” con un “management” assoluto e conservatore che non ammette discussioni e obiezioni dal basso (chissà se il nuovo Papa Francesco riuscirà a farla ritornare come dovrebbe essere una religione che dice di  predicare l’amore per il prossimo).

Eppure la notizia della scomparsa di questo prete salesiano e missionario in Brasile al tempo della dittatura degli anni 70, tanto diverso dagli altri, che ha dedicato la sua vita ad assistere le persone bisognose di tutto, dall’uscita dalla droga alla miseria più nera, cosa che ho apprezzato moltissimo, mi ha rattristato sinceramente.

Mia moglie ed io, durante una breve vacanza in Liguria nel luglio dell’anno scorso, avevamo avuto occasione di ascoltarlo in un parco per un paio d’ore in mezzo a centinaia di persone affascinate da Don Andrea.

Ci avevano fatto impressione le cose che diceva, molte delle quali condividevo completamente, e la forza con la quale le esprimeva nella loro semplicità perfettamente intellegibile a tutti, ai quali spesso strappava sorrisi e risate perché parlava sempre in allegria. Era uno dei pochi preti “sopportati” dall’alto clero che spesso all’inizio lo aveva anche umiliato relegandolo per impedirgli di parlare, invano.

Una delle cose che mi ha fatto più impressione è la risposta che aveva dato una volta alla domanda su come interpretasse il mistero della Trinità, cioè il Dio uno e trino, di una religione di cui egli era uno dei rappresentanti; la risposta era stata (più o meno): “ Non sono un esperto di dogmi perché sono un povero semplice prete di limitata cultura; mi basta di sapere che Dio sia antifascista”.

 
Di Gennaro Aprea (del 19/09/2013 @ 16:12:31, in C) Commenti e varie, cliccato 645 volte)
BERLUSCONI: ULTIMA VOLTA?
 
A partire dalla decisione della Corte di Cassazione di confermare la condanna del Signor Berlusconi (merita ancora l’appellativo di Cavaliere che i giornalisti televisivi continuano ad usare?), i media hanno profuso a piene mani, anzi manone, commenti e cronache giornaliere sul condannato.
Dopo l’appello di ieri sulla sua stazione televisiva Italia 1, mi permetto anch’io, nel mio piccolo di dire qualcosa.
 
1)     Questo primo punto è una pesante critica alle televisioni italiane, soprattutto a quelle che non sono di proprietà della Mediaset che ovviamente lo appoggiano, quindi quelle della RAI e altre,che hanno “sprecato” troppo tempo in ogni telegiornale e nei talk show a parlare di lui. Ma la cosa che più mi ha dato fastidio è l’utilizzo di riprese televisive molto datate, persino risalenti all’inverno con pioggia e cappotti, sul “nostro”, mentre l’estate ci affliggeva con le temperature tipiche della stagione. Tutti sanno e sapevano che Berlusconi se ne stava nella sua villa S. Martino di Arcore da dove non si è mosso per tutto questo periodo. Molte di queste vecchie riprese lo mostravano sorridente in mezzo alla gente che lo applaudiva, alla quale si rivolge con il suo ormai abituale saluto fascista, così come in Senato con il codazzo di fan-senatori PDL. Perché esaltare questa figura mostrandolo quasi sempre come una persona di successo? Io non ne posso proprio più dell’eccesso di mettere in mostra questa persona che la maggior parte degli italiani non ama e non stima (vedi le ripetute indagini sulla sua popolarità che lo vedono bene in basso in graduatoria con percentuali molto inferiori ad altri personaggi politici in vista in questo periodo). Mi auguro ed auguro a tutte le persone che condividono il mio punto di vista che non saremo più subissati dalle sue immagini con relativi eccessivamente lunghi commenti. Per non parlare dei suoi “aficionados”, maschi e femmine, che non sanno far altro che i “baciapile”….per non dire qualcosa di più forte, sempre in nome di oggetto del bacio.
2)     Sul settimanale l’Espresso del 29 agosto ho letto un interessante articolo di Paolo Biondani intitolato: “Pregiudicato e privilegiato – Dieci mesi e mezzo ai domiciliari. Senza Previti, Dell’Uri e bunga bunga. Oppure i servizi sociali. Ecco come l’ex cavaliere sconterà la pena”. L’autore elenca, regolamenti alla mano (Legge sull’ordinamento penitenziario), tutto ciò che il condannato è libero di fare (tanto) e ciò che gli è impedito. Nel caso dei Servizi sociali, la legge (Art. 47) prevede che “l’affidamento è in prova”; il condannato va controllato – così il Biondani – dai Servizi sociali che gli fanno una specie di esame con relazione finale ai giudici. Essi devono accertare “l’effettiva rieducazione del reo” e l’affiliato deve mostrare di aver capito la “gravità del reato commesso”, fare una “revisione critica” ed impegnarsi a cambiare vita. Negare il reato dopo una condanna definitiva, magari dichiarandosi perseguitato da schiere di giudici comunisti, insomma, rischierebbe di portare l’illustre pregiudicato ad una sonora bocciatura all’esame di rieducazione. Con effetti disastrosi: se fallisce la prova cessa la sospensione ed il condannato va in galera (in questo caso agli arresti domiciliari dove la sua visibilità diminuisce decisamente contro il suo stesso interesse). A questo punto mi chiedo: il contenuto del videomessaggio di Berlusconi di ieri "SONO INNOCENTE", non è la dimostrazione palese di un comportamento contrario alle regole dell’affidamento ai Servizi sociali?
3)     Ultima considerazione molto personale. Nel suo show l’ex cavaliere mi ha fatto molta pena perché ha superato tutti gli esami per vincere un gara di comportamento ridicolo, a parte le bugie grossolane che ha espresso, magnificamente elencate e spiegate una per una da Massimo Giannini, vice-direttore de La Repubblica, nel suo articolo di oggi e da Michele Serra nella sua “Amaca”; due giornalisti di cui non si può che ammirare la loro professionalità ed intelligenza.
 
Spero che a breve scadenza non saremo più annoiati mortalmente dall’eccesso di notizie su Berlusconi. Non ne posso proprio più.!
 
Infine starò molto attento ai risultati dei suoi ricorsi alla Corte Costituzionale italiana e alla Corte Europea. Credo che queste iniziative serviranno solo a far guadagnare molti altri Euro ai suoi Avvocati difensori senza ottenere i risultati sperati.
 

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